BEDMAR, Alonso de la Cueva y Benarides, marchese di
Nacque in Spagna nel 1572: consacrato alla vita ecclesiastica, fu trasportato ancor giovane nella vita diplomatica, quale ambasciatore di Filippo III, in una delle sedi più importanti e più delicate del tempo, a Venezia (1607). Nel 1618 la sua fortuna politica tramonta coll'elevazione ad alte posizioni onorifiche, ma prive di azione e di interesse per la vita del suo paese: presidente del Consiglio nelle Fiandre fino al 1622; cardinale e vescovo di Oviedo dopo quest'anno e fino alla morte avvenuta nel 1655.
Il momento spiccatamente rappresentativo della sua opera è costituito dalla lunga e turbolenta legazione veneziana (1607-1618). Si disse ch'egli fosse stato artefice o complice, d'intesa col duca d'Ossuna, viceré di Napoli, e col Toledo, governatore di Milano, d'una infernale macchinazione diretta a scardinare il governo veneziano per mezzo di mali arnesi e di infidi mercenarî francesi, fra i quali certi Jacques Pierre e Rinault, che pagarono di persona il fio della loro asserita colpa. Il Consiglio dei Dieci, svelate le prime trame nel 1618, con giustizia sommaria le sventò, e senza smentire l'accusa di complicità elevata contro il B. e senza assolverlo presso la pubblica opinione, rispettando la veste diplomatica che indossava, non toccò la sua persona, ma si limitò a chiederne fermamente il definitivo allontanamento. Il governo di Madrid, per amor di pace, aderì, liquidando con mascherata promozione il Bedmar come uomo politico. A tutt'oggi non si può ancora dire se la conclamata "congiura", che dal B. s'intitola, sia una delle tante invenzioni di cattivi consiglieri per coprire altri fini, o una realtà messa a silenzio per carità di patria. Il parere dei critici è diverso: v'è chi riconosce la piena, diretta ed immediata corresponsabilità del B. (Ranke), e v'è chi la rifiuta (Daru) e vi è chi arriva al punto di voler riabilitare l'onorabilità del B. (Luzio), rifacendogli una verginità, veramente assai dubbia. La verità è che, se manca il documento inequivoco, se non si può dire ch'egli sia stato l'autore e l'artefice, o, quanto meno, il cosciente ispiratore della macchinazione affidata a mani ignobili, è però certo che, non ignaro delle loro sinistre, quanto puerili, intenzioni, protesse compiacentemente uomini che lavoravano ai danni di Venezia. In questo senso non si può esimere dalla responsabilità di aver creato intorno a sé una situazione assurda, che segnò la fine della sua vita politica.
Egli, non richiesto, si scolpò in pieno Collegio, incredulo e freddo, vantò la sua innocenza in ripetute relazioni presso il suo governo ed i posteri, non senza sprezzante ingiuria per uomini e cose veneziane del suo tempo. Il duca d'Ossuna fece eco alle sue proteste, e con lui tutti i prezzolati dei circoli spagnoli. Ma il governo più saviamente tagliò corto, e lo mandò in Fiandra.
Bibl.: Saint-Real, Conjuration des Espagnols contre la Republique de Venise en l'année 1618, in Oeuvres, Amsterdam 1730, III; Daru, Storia della Repubblica di Venezia, Capolago 1834; L. Ranke, Zur Venetianischen Geschichte, in Sämmtliche Werke, XLII, Lipsia 1878; Raulich, La congiura spagnola contro Venezia, in Nuovo archivio veneto, VI (1893); Negri, La politica veneta contro gli Uscocchi in relazione alla congiura del 1618, in Nuovo archivio veneto, n. s., XVII (1909); Fulin, Studî sull'Archivio degli inquisitori di stato, Venezia 1868; P. Molmenti, Le relazioni tra patrizi veneziani e diplomatici stranieri, in Nuova Antologia, marzo 1917; Raulich, Una relazione del m. di B. sui Veneziani, in Nuovo arch. veneto, XVI (1898); Brown, Studies in the History of Venice, II, Londra 1907, p. 245 segg.; Schipa, La pretesa fellonia del duca d'Ossuna, in Archivio stor. prov. napoletano, XXXV-XXXVII; Gabotto, La congiura del 1618 nelle lettere sabaude, in Ateneo veneto, 1891; Luzio, La congiura spagnola contro Venezia nel 1618 secondo i documenti dell'Archivio Gonzaga, in Miscell. Deput. veneta stor. patria, s. 3ª, XIII; Baschet, Histoire de la chancellerie secrète à Venise, Parigi 1870; Battistella, La congiura spagnola contro Venezia nel 1618 secondo i documenti dell'Arch. Gonzaga, in Atti del R. Ist. Veneto, LXXVIII (1918-19), pp. 413 segg.; Chiarelli, Il marchese di Bedmar e i suoi confidenti come risultano dalla corrispondenza segreta del "novellista" A. Granzini con gli Inquisitori di stato a Venezia, in Arch. Veneto-Tridentino, VIII, p. 144 segg.; Zambler, Contributo alla storia della congiura spagnola contro Venezia, in Nuovo arch. veneto, XI (1896); vedi i documenti spagnoli, in Colección de documentos inéditos para la historia de España, Madrid 1865, XLVI-XLVII.