BEATRICE di Provenza, regina di Sicilia
Figlia di Raimondo Berengario V, conte di Provenza e di Forcalquier, e di Beatrice di Savoia, B. nacque, ultima di quattro figlie, nel 1233.
Aveva appena cinque anná, quando il 20 giugno 1238 il conte Raimondo Berengario fece il suo testamento a Sisteron e la istituì eredei universale dei suoi domini, a condizione che li trasmettesse al suo primogenito.
Le disposizioni testamentarie del conte (che con tutta probabilità furono tenute segrete), assai inconsuete in quanto attribuivano l'eredità all'ultima nata anziché alla primogenita, destarono poi grande meraviglia nei contemporanei, ed un anonimo cronista credette di spiegarle, assicurando che in Provenza per antica consuetudine la successione, in caso di mancanza di figli maschi, spettava all'ultima nata. Tuttavia le finalità politiche dei testamento non sono difficili da individuare. Stretto tra la monarchia dei Capetingi (che, in seguito alle guerre contro gli Albigesi, aveva potuto espandere la sua potenza nella Francia meridionale) e l'Impero, che reclamava sui suoi domini diritti di sovranità feudale, Raimondo Berengario era riuscito con un'abile politica a procurare alla Provenza un posto di primo piano tra le potenze che si contendevano l'egemonia nel meridione della Francia. Per conservare ai suoi domini questa indipendenza e libertà di movimento anche dopo la sua morte, e anzitutto per evitare l'annessione della Provenza alla Francia, Raimondo Berengario aveva escluso dall'eredità la primogenita Margherita, andata sposa a Luigi IX re di Francia.
Per la prima volta nel 1245 si trattò di progetti matrimoniali relativi a B.: la riconciliazione tra Raimondo Berengario di. Provenza e il suo antico rivale, il conte Raimondo VII di Tolosa, conclusa con la mediazione di papa Innocenzo IV al concilio di Lione, avrebbe dovuto essere confermata dal matrimonio tra B. e lo stesso conte Raimondo VII, molto più anziano della giovanissima ereditiera. Ma l'improvvisa morte di Raimondo Berengario V, avvenuta il 19 ag. 1245 a Aix, lasciò le trattative in sospeso.
Com'era prevedibile, ben presto entrarono in campo altri pretendenti alla mano della giovane contessa di Provenza. Mentre nel settembre del 1245 Raimondo VII si trasferiva con un piccolo seguito in Provenza per ottenere il consenso della madre di B., Beatrice di Savoia, e dei due reggenti, gli "ordinatores terrae" Romeo de Villeneuve e Alberto di Tarascon, ai primi di ottobre l'imperatore Federico II mandò in Provenza con quattro galee Andreolo, figlio dell'anuniraglio Ansaldo per chiedere la mano di B. per suo figlio Corrado. Contemporaneamente pare sorgesse il progetto, ideato a quel che sembra da Bianca di Castiglia madre di Luigi IX, di concedere in matrimonio B. a Carlo d'Angiò, ultimo fratello del sovrano francese.
Il progetto del matrimonio francese, contrastato anzitutto dalla regina Margherita, che, vedendosi all'improvviso privata della sua eredità, non aveva esitato a protestare subito, insieme con le due sorelle, contro le disposizioni del testamento patemo, e contrastato, a quel che pare, anche dallo stesso Luigi IX, trovò invece un autorevole sostenitore in papa Innocenzo IV. Questi, indubbiamente preoccupato di un eventuale successo dell'imperatore, superò presto l'esitazione iniziale dichiarandosi disposto a un incontro con Luigi IX, la regina madre e i fratelli del re, incontro che avvenne alla fine di ottobre del 1245 a Cluny. Con tutta probabilità fu allora che ci si accordò sul matrimonio tra Carlo d'Angiò e B., dato che già all'inizio di dicembre Luigi IX mandò in Provenza, col pretesto di tutelare i diritti della moglie, un distaccamento di truppe che costrinse alla ritirata re Giacomo I d'Aragona, parente della sposa e sostenitore del suo matrimonio con Raimondo VII di Tolosa. Ottenuta, il 28 dic. 1245, la dispensa papale (i promessi sposi erano uniti da vincoli di parentela), le nozze tra il diciannovenne conte di Angiò e l'appena tredicenne contessa di Provenza furono celebrate il 31 genn. 1246 a Aix.
Il matrimonio tra B. e Carlo d'Angiò, realizzato dopo tanti ostacoli, non mancò di dar luogo a varie interpretazioni da parte degli scrittori contemporanei: così il trovatore Adam de La Halle, nel suo poema Roi de Cécile, racconta che la giovane donna, innamoratasi di Carlo, aveva fatto in modo da rendergli manifesto il suo amore cosicché il conte, piombato sul corteo nuziale, mentre Raimondo di Tolosa conduceva B. all'altare, gliela aveva strappata con la forza (il brano relativo è pubblicato in A. de Saint Priest, Histoire de la conquête de Naples par Charles d'Anjou, II, Paris 1849, pp. 304-306).Ma anche la versione del cronista Guillaume de Nangis secondo cui Giacomo d'Aragona tentò di costringere B. a sposare suo figlio, arrivando a invadere addirittura la Provenza, è alquanto inesatta. Dobbiamo le informazioni più precise al cronista Guillaume de Puy-Laurent, che, nella sua qualità di cappellano di Raimondo VII di Tolosa, doveva meglio di ogni altro essere al corrente dei fatti che precedettero il matrimonio di Beatrice.
Subito dopo le nozze B. visitò assieme al marito le sue contee per ricevere nella sua qualità di nuova contessa di Provenza e di Forcalquier il giuramento di fedeltà dei baroni e città, cui confermò gli antichi privilegi. Quale sia stato il suo effettivo contributo alla politica provenzale di Carlo d'Angiò, politica mirante a consolidare il potere comitale di fronte ai potenti baroni e Comuni, è cosa difficile da stabilire perchè mancano del tutto testimonianze dirette.
Il giudizio spesso ripetuto che B. sia stata una donna particolarmente ambiziosa è privo di serio fondamento storico: si basa infatti sull'aneddoto riportato da Ricordano Malespini, secondo il quale B. avrebbe spinto il marito all'impresa siciliana "per uno dispetto, e isdegno, che poco innanzi le sue tre sirocchie, che tutte erano Reine, le avevano fatto, di farla, sedere più bassa uno grado di loro".
Indubbiamente però B. era donna da non esitare ad accompagnare il marito anche in imprese pericolose: così nel 1248 lo seguì nella crociata capitanata da Luigi IX. Durante il viaggio in Terra Santa, mentre l'armata crociata svernava a Cipro, B. mise al mondo il suo primo figlio, il quale, però, dovrebbe esser morto poco tempo dopo la nascita; mancano infatti ulteriori notizie su di lui. Sei anni dopo, nel 1254, nacque l'erede al trono, Carlo, il futuro re di Sicilia; seguirono successivamente altri quattro figli: Filippo, Bianca, Beatrice e Isabella.
Conferitagli da papa Clemente IV la corona di Sicilia, Carlo d'Angiò s'imbarcò nel Inaggio del 1265, a Marsiglia, iniziando così la spedizione per la conquista del regno; B., che in un primo tempo era rimasta in Provenza, in, attesa forse di notizie sicure dall'Italia - prima della partenza del marito aveva fatto testamento, consapevole della pericolosità dell'impresa -, nel settembre successivo seguì Carlo nella penisola, portandogli altri soldati e nuovo materiale di guerra. Insieme con luifti incoronata regina di Sicilia, il 29 genn. 1266, nella basilica di S. Pietro a Roma.
Tuttavia B. non poté godere a lungo i frutti della vittoriosa conquista del Regno. Quasi presaga della fine non lontana, il 30 giugno 1266, a Lagopesole, già dimora preferita di Manfredi di Svevia, espresse le sue ultime volontà, lasciando erede universale dei suoi domini, cioè delle contee di Provenza e di Forcalquier, il primogenito Carlo, come le era stato prescritto dal testamento paterno.
Morì un anno dopo, il 23 sett. 1267. Il suo corpo venne sepolto nel duomo di Napoli, ma nel 1277 Carlo d'Angiò, adempiendo ai desideri di B., ne fece trasportare i resti a Aix-en-Provence, dove furono tumulati nella chiesa di S. Giovanni di Gerusalemme, accanto ai genitori.
Fonti e Bibl.: Ricordano Malespini, Istoria fiorentina, in L. A. Muratori, Rer. Ital. Script., VIII, Mediolani 1726, col. 998; Guillaume de Nangis, Vie de Saint Louis, in Recueil des historiens des Gaules et de la France, XX, Paris 1840, p. 355; Annales Ianuenses, in Monumenta Germ. Hist., Scriptores, XIX, a cura di G. H. Pertz, Hannoverae 1863, p. 253; Codice diplomatico del regno di Carlo I e II d'Angiò, a cura di G. Dei Giudice, I, Napoli 1863, pp. 56 s., 154-165; II, ibid. 1869, pp. 86-88; Fragment d'une cronique anonyme dite Chronique de Reims, in Recueil des historiens des Gaules et de la France, XXII, Paris 1865, p. 309; Annales Sancti Victoris Massiliensis, in Monumenta Germ. Hist., Scriptores, XXIII, a cura di G. H. Pertz, Hannoverae 1874, p. 5; J. H. Böhmer, Regesta Imperii, V, a cura di J. Ficker e E. Winkelmann, Innsbruck 1881-1901, ad Indicem; Andreae Ungari Descriptio victori. ae a Karolo Provinciae comite reportatae, in Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, XXVI, Hannoverae 1882, pp. 565, 569; Ex Guillelmi de Podio - Laurentii Historia Albigensium, ibid., p. 600; I registri della Cancelleria angioina, a cura di R. Filangieri, I-III, Napoli 1950-1951, ad Indices; C.Minieri Riccio, Genealogia di Carlo I di Angiò, prima generazione, Napoli 1857, pp. 12-15; R. Sternfeld, Karl von Anjou als Graf der Provence (1245-1265), Berlin 1880, ad Indicem; G. Del Giudice, La famiglia di re Manfredi, Napoli 1896, p. 73; V. L. Bourilly e R. Bousquet, La Provence au Moyen Age, Marseille 1924, pp. 61-70; V. L. Bourilly, Essai sur l'histoire politique de la commune de Marseille des origines à la victoire de Charles d'Anjou (1264), Aix 1926, ad Indicem; E.G. Léonard, Les Angevins de Naples, Paris 1954, ad Indicem; Dict. de biogr. franç., V, coll. 1040 s.