Beatrice di Lussemburgo
Figlia di Enrico VII, non ha assolutamente alcuna parte nelle opere di D., bensì ha uno stretto legame col mondo politico dantesco. Ella infatti fu una delle pedine più importanti della politica imperiale in Italia: e mediante un suo matrimonio si sperava di affermare l'autorità di Enrico nella penisola.
Già nel 1309 il cardinale Iacopo Stefaneschi sottopose all'imperatore un memoriale con il progetto di un matrimonio tra B. e il figlio di Roberto d'Angiò, Carlo di Calabria. Roberto a sua volta, desideroso d'imparentarsi con le dinastie di Francia o d'Inghilterra, in principio non curò molto questa eventualità, ma alla discesa di Enrico in Italia prestò più attenzione a questo progetto che era anche favorito dal papa Clemente V, e iniziò le trattative con l'imperatore. Queste, tuttavia, andarono per le lunghe a causa delle pretese dell'Angiò che richiedeva in dote una grossa somma oltre al regno di Arles, possesso personale di B.; inoltre Roberto, mentre trattava con Enrico, intrecciava rapporti con la Parte guelfa. L'imperatore, allora, si volse altrove e intavolò negoziati segreti con Federico III di Sicilia, il quale, alla fine del 1311, mandò a Genova ambasciatori per proporre il matrimonio di B. col proprio figlio don Pietro. Riprese a Roma le trattative tra Enrico e Manfredi di Chiaramonte, il 4 luglio 1312 l'imperatore nominò Federico ammiraglio dell'Impero, dichiarò guerra a Roberto d'Angiò e, infine, per mezzo di Enrico di Fiandra stipulò, procuratorio nomine, il matrimonio tra B. e Pietro d'Aragona. Ad essi veniva garantita l'eredità del regno e la sottomissione dei baroni siciliani che avrebbero dovuto prestare giuramento.
La morte di Enrico VII (1313), però, annullò questi piani matrimoniali, e B. sposò cinque anni più tardi Caroberto d'Angiò, vedovo, dopo il 1315, di Maria di Pologne. Questo matrimonio fu breve: B., infatti, morì nel 1319 di parto.
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