BAZALIERI (Baccilieri, Bacillieri), Bazaliero
Nacque secondogenito da Marco, di famiglia tra le cospicue di Bologna, nella seconda metà del sec. XV, per censo, parentele e amicizie ihustri, e da Elisabetta di Antonio di Guido Pelliperi. Avendo Fasana, altra figlia di Marco, sposato Ugo Ruggeri, stampatore tra i primi di Bologna, il giovane cognato entrò nella sua bottega e vi fece un lungo periodo di apprendistato, finché, a 26 anni (1484-85), impiantò una sua propria azienda tipografica.
Nella Bologna opulenta e ricca del tempo, quando lo Studio era celebre per docenti e molto frequentato, l'arte nuova sollecitata anche dal mecenatismo di Giovarmi Bentivoglio - aveva trovato condizioni favorevoli per prosperare, introdottavi ed esercitatavi non da semplici artigiani, ma da persone di cultura e di buon gusto: Baldassare Azzoguidi, i fratelli Malpigli, Andrea Portilia, Ugo Ruggeri, ecc. Il primo libro stampato dal B. fu il Formulario di lettere volgari di Cristoforo Landino (o di quel Bartolomeo miniatore, che sia) allora assai diffuso e ricercato. Ma in questo primo prodotto la sottoscrizione è cumulativa del B. e di Angelo Ruggeri, fratello di Ugo. Un documento del 16 dic. 1487 ce lo mostra in temporanea società con Dionisio Bertocchi da Reggio, già ben avviato editore in Bologna. Dal 1489 al 1495 tutte le sue edizioni sono solo a nome proprio, e sono tutte edite in Bologna, una eccettuata che fu reggiana. Motivi di interesse, derivati dalla divisione del patrimonio familiare sin allora indiviso, lo posero in contrasto con i fratelli nel 1495, e lo indussero a lasciare la città natale, come già aveva lasciata la casa paterna di via Mascarella, per ridursi a pigione nella parrocchia di S. Mamolo. A liquidazione di ogni pendenza, ricevette dai fratelli 200 libbre di caratteri da stampa, che si portò a Reggio, ove continuò la sua attività sino al 1498. In quell'anno formò una stretta società con Ugo Ruggeri - unendo i materiali, i caratteri e gli impianti -con lo scopo "di stampare. tutte quelle opere che a loro piacessero". Ma non si conoscono edizioni di questa società, e tutto lascia supporre che non abbia avuto effetti, forse per la morte sopravvenuta del B., di cui dopo il 1498 non si hanno più notizie.
La produzione editoriale del B. fu varia: autori classici latini come Cicerone, Ovidio, Erodiano; testi di contemporanei affermati: Recuperationes Faesulanae di Matteo Bossi, Epistolarium novum di G. M. Vilelfo, Roseum memoriale di Peter von Rosenheim, ecc. E non disdegnò di stampare opuscoli popolareschi, Libro di Salione (1491), Innamoramento di Carlo (1491), Istoria di Susanna (1491), Le malizie delle donne (1495 circa) ed altri, che venivano acquistati dai cantambanchi per spacciarli dopo averli recitati per le piazze di Bologna. I caratteri usati dal B. sono eleganti, chiari, larghi, specie le maiuscole bellissime. Usò due marche tipografiche: l'una per le edizioni di Bologna, e l'altra, assai singolare, per quelle di Reggio.
Fonti e Bibl.: Bologna, Arch. Notar., Atti notai: N. Beroaldi, A. Gombruti, T. Grengoli, B. Zani (1487-1495); ibid., Foro dei Mercanti, 20 sett. 1489, c. 155; V. Scholderer, Catal. of books printed in the XV century now in the British Museum, VI, London 1908, pp. XXXII, 832; A. Sorbelli, Storia della stampa in Bologna, Bologna 1929, pp. 51 ss.; G. Cencetti, Pietro Maufer e B. B., in Studi e ricerche sulla storia della stampa del'400, Milano 1942, pp. 33-45.