Vedi BAVAI dell'anno: 1959 - 1973
BAVAI (Bagācum)
La città moderna, posta nel dipartimento Nord della Francia, occupa il sito dell'antica che fu capitale della civitas Nerviorum. Dovette la sua importanza economica, politica e strategica alla sua posizione al centro delle terre ricche di grano dello Hainaut, e all'incrocio di sette vie romane. Specialmente sulla strada da Boulogne a B. e da B. a Colonia, asse principale della romanizzazione della Gallia Belgica, è passato, per quattro secoli, tutto il traffico militare e civile che andava dalla Bretagna al Reno. Durante il basso Impero, B., distrutta dai barbari, sopravvisse un certo tempo in quanto chiave di un sistema difensivo al quale talvolta, ma impropriamente, è stato dato il nome di limes Belgicus.
Le ville e le tombe intorno a B. hanno, in tutti i tempi, dato numerose opere d'arte (il Ferito morente del museo di Saint-Germain, senza dubbio un'Amazzone; la Demetra del Museo Mariemont), e una ceramica abbondante, comprendente fra l'altro i vasi detti "planetari", ornati di busti di divinità, di cui B. era un luogo di fabbricazione.
Prima del 1942, quasi nulla era conosciuto della città, all'infuori delle mura del basso Impero, il cui tracciato allungato, terminante ad O in un trapezio, ha ricevuto spiegazione dagli scavi recenti: infatti esso seguiva esattamente la linea di edifici più antichi sui quali si poggiarono le mura. Questi edifici, che finora sono stati messi in luce solo in parte, sono le stanze sotterranee di un vasto complesso di m 225 × 100, che si sviluppa con rigorosa simmetria e comprende essenzialmente una sala a tre navate separate da arcate, con un'abside rettangolare su uno dei lati lunghi, e due serie di porticati, dei quali uno con doppia galleria, che circondano due piazze delle quali una almeno, quella occidentale, era lastricata; nel mezzo si è trovato recentemente un edificio rettangolare. Questi porticati davano accesso a piccole stanze interne sopra le quali alcune botteghe, soppresse dalle mura, si aprivano verso l'esterno. La muratura era molto accurata, fatta di pietra alternativamente bianca e azzurra e rivestita di intonaci dipinti. Un muro a doppia parete con intercapedine correva lungo tutto il lato della costruzione che poggiava contro il suolo vergine, proteggendola contro l'umidità. Alcuni frammenti di fregio scolpito attestano il lusso della decorazione. Nondimeno la destinazione degli edifici resta incerta: stanze sotterranee del Foro, con magazzini per grano, o criptoportici?
Alcuni frammenti di vasi di Lezoux, trovati dentro la muratura, permettono di datare questi edifici all'età degli Antonini; ma sono visibili all'estremità orientale tracce di rimaneggiamenti posteriori, in seguito a incendio. Un tesoro, scoperto nel corso degli scavi, fa arguire che la loro distruzione risalga all'invasione del 258. Da allora B., evacuata, ridotta a terrapieno, cinta di un bastione, non fu più che una piazza fortificata.
Bibl.: F. Cumont, Comment la Belgique fut romanisée, Parigi 1914-1919; P. Darche, in Bull. Arch. du Comité, 1932-1933, p. 666 ss. Relazioni di scavo in: Gallia, I, 1943, p. 159 ss.; V, 1947, p. 301 ss.; VII, 1949, p. 106 ss.; IX, 1951, p. 80 ss.; XII, 1954, p. 136 ss.; XIII, 1955, p. 144 ss.; Ant. Class., XVII, 1948, p. 323 ss.; XIX, 1950, p. 81 ss. Studî particolari: G. Faider-Feytmans, in Gallia, VI, 1948, p. 385 ss.; H. Biévelet, in Ann. Cercle Arch. Mons, LXI, 1948, p. 53 ss.; Ch. Picard, in Rev. Ét. Lat., XXVII, 1949, p. 110 ss.; id., in Rev. Arch., XXXV, 1950, p. 200 ss.; J. Gricourt, in Gallia, VIII, 1950, p. 55 ss.; R. Jolin, in Ann. Cercle Arch. Mons, LXII, 1950-1953, p. 79 ss.; id., in Latomus, XII, 1953, p. 158 ss.; M. Amand, in Latomus, XIII, 1854, p. 40 ss.; R. Müller, in Gymnasium, LXI, 1954, p. 326 ss.; R. A. Staccioli, in Arch. Class., VI, 1954, p. 284 ss.; M. Renard, in Latomus, XIV, 1955, p. 202 ss. (vasi "planetarî").