BATUM (A. T., 73-74)
Città situata sulla sponda orientale del Mar Nero, 5 km. a N. della foce del Ciörök, in una pianura paludosa ai piedi delle ultime propaggini occidentali dell'altipiano armeno, a una ventina di km. dal confine turco. Ora è capitale dell'Agiaristan, uua delle repubbliche della Transcaucasia. Situata in buona posizione geografica, gode di clima assai mite (media di gennaio: 6°1), per quanto variabile e umido. Ciò è in relazione alla grande abbondauza delle precipitazioni atmosferiche e alla loro irregolare distribuzione: di esse infatti un quarto cade dall'agosto al settembre, e, in tale epoca, la regione di Batum è piuttosto malsana. La mitezza delle temperature favorisce una ricca vegetazione di agrumi, di magnolie e di palme. Può essere perfino coltivata la pianta del tè. Assai notevole è l'Orto botanico. Ma Batum è soprattutto nota per il suo porto, ove fanno scalo le navi mercantili e specialmente petroliere per il carico della nafta. Collegata a Baku per mezzo della ferrovia che passa per Tiflis, aperta al traffico nel 1883 e punto terminale del condotto petrolifero, costruito nel 1901, è divenuta il principale porto petroliero del mondo. Tuttavia, per quanto il porto sia stato notevolmente migliorato dai Russi, pure nei giorni di mare molto grosso le navi non sono protette a sufficienza e debbono spesso sostare al largo. Inoltre l'attrezzatura per il carico del petrolio è manchevole; essa può farsi sia direttamente a mezzo di tubazioni e pompe, sia dai vagoni-serbatoio inoltrati lungo le banchine. La popolazione, composta di elementi etnici diversi, era di appena 8670 ab. nel 1882, saliti a 33 mila nel 1913 e a circa 45 mila nel 1926. Il commercio, oltre che l'esportazione del petrolio, comprende esportazione di frumento, granturco, lana e bozzoli, liquirizia, legname e manganese. Le importazioni più importanti sono date dalla latta per la fabbricazione dei bidoni e da macchinarî per le industrie del petrolio. A N. di Batum vi è il porto di Poti, ove fa capo una diramazione della ferrovia Baku-Tiflis-Batum, e anch'esso adibito all'esportazione del petrolio.
Storia. - Nell'antichità porto alla foce del fiume Bathys (βαϑύς). Il luogo dovette dividere le sorti della Colchide e passare dal dominio persiano a quello di Mitridate e in seguito alle vittorie di Pompeo cadere sotto il dominio romano. Contesa dai Parti, nella seconda metà del sec. VI, B., con tutta la regione circostante della Lazika, passò a Bisanzio. Rimase in seguito soggetta ai re dei Lazi, che riconoscevano solo formalmente la sovranità di Bisanzio. Come tutto il paese, che manteneva vivi rapporti di commercio con Costantinopoli, anche Batum (nel Medioevo, Vati) dovette godere un'epoca di benessere nel sec. XII, quando si trovò sotto il potere della regina georgiana Tamara. Ma presto, dopo il 1221, il paese fu devastato dai Mongoli di Tamerlano, dagli Arabi, invaso dai Georgiani. Entrata nel 1483 nel regno indipendente della Lazika, nel 1564 fu conquistata dai Turchi, che spensero ogni residuo di civiltà bizantina e georgiana. Nel sec. XVIII Batum era ancora una piccola città con una buona fortezza. La sua popolazione non superava allora i 2000 abitanti e il suo commercio era insignificante. Alla metà del sec. XIX la popolazione di Batum era salita a 5000 ab., la cui occupazione principale era il contrabbando con le provincie transcaucasiche della Russia. In seguito la società russa di navigazione e commercio aprì a Batum una sua agenzia e la città divenne il limite estremo della linea di navigazione crimeana-caucasica e anatolica. I Turchi rimasero a Batum fino al 25 agosto 1878, quando essa fu occupata dalle truppe russe. Nel 1918, per la pace di Brest-Litowsk tra la Germania e i bolscevichi Batum fu data alla Turchia. Nella primavera del 1919 fu occupata dagl'Inglesi, che la trasmisero nel luglio 1920 al Governo georgiano. Dal 1921 Batum è sotto il governo sovietico. Fino al 1886 Batum era rimasta porto franco.