battutaro
s. m. e agg. (iron. scherz.) Chi o che ama fare battute di spirito.
• Claudia Cardinale, insignita dell’onorificenza di Commodeur, e Giorgio Armani, premiato con l’Officier. Alla terza legione d’honneur l’attrice e alla seconda lo stilista. Emozionati, ma non troppo. Onorati, assai. E poi il presidente [Nicolas Sarkozy]: «Un gran battutaro... come ce ne sono tanti in questo momento», dice Armani. (Paola Pollo, Corriere della sera, 4 luglio 2008, p. 25, Cronache) • E probabilmente tutti griderebbero: l’ennesima gaffe del battutaro, vergogna, imbarazzo, disagio. (Francesco Cramer, Giornale, 31 agosto 2009, p. 2, Il Fatto) • offendendo le donne, in fondo si offende la dignità e l’intelligenza di tutti. Giocando al ribasso. Ma oggi, per fortuna, il maschilismo non si porta bene. È retroguardia. Un riflesso condizionato che stona con le promesse di rinascita di una cittadinanza basata sulle relazioni. E dunque, nell’Italia digitale, ammettiamolo, lo spirito battutaro del maschio non solo non fa più ridere nessuno, ma ci intristisce molto. Siamo oltre la commedia all’italiana. Oltre, perfino, le analogie col fascismo. (Sara Ventroni, Unità, 3 febbraio 2014, p. 5, Politica).
- Derivato dal s. f. battuta con l’aggiunta del suffisso -aro.
- Già attestato nella Stampa del 21 novembre 1992, p. 20, Spettacoli (Stefania Miretti), usato con funzione di agg.