Vedi BATTISTERO dell'anno: 1959 - 1994
BATTISTERO (baptisterĭum, βαπτιστήριον)
Dal IV sec. d. C. in poi, questo termine che presso gli antichi indicava, negli edifici termali, la piscina del frigidarium (Plin., Epist., 2, 17, 11; 5, 6, 25) viene usato per definire la piscina del battesimo cristiano, e, per estensione, l'edificio stesso che la contiene. Ugualmente usati sono i termini tinctorium (S. Eucher., Patr. Lat., lxxxviii, c. 77), baptisterii basilica (S. Ambr., Epist., xx), ed altri ancora. Il fatto che questo stesso vocabolo sia stato usato sia dai pagani che dai cristiani, non implica necessariamente che questi ultimi si servissero di terme pagane per le funzioni battesimali, anche se talvolta è accaduto che alcuni b. siano stati costruiti sullo stesso luogo in cui si trovavano terme romane. A partire dal III secolo, indubbiamente si incominciarono a riservare locali speciali per i riti del battesimo, e ben presto si passò alla costruzione di un apposito edificio.
Prima ancora di ottenere la libertà di culto, una differenziazione del luogo destinato al battesimo si era formata nella domus ecclesiae; l'esemplare di Dura Europos (sec. III) ci ha mostrato, accanto alla sala delle riunioni, un ambiente con una vasca addossata ad una parete e coperta da una specie di tegurio (v. ciborio) in muratura, destinato molto probabilmente a battistero. Disposizioni del genere, rinvenute nel cimitero di Ponziano o presso la basilichetta cimiteriale di S. Silvestro, sopra le catacombe di Priscilla, o sono, come nel primo caso, molto tarde (sec. VI) o, come nel secondo, di destinazione non del tutto sicura. Anche il secondo monumento, se ad esso si dovesse collegare una notizia del tempo di Liberio, sarebbe posteriore all'età della pace. Sta di fatto che solo tardi ed eccezionalmente si poté amministrare il battesimo in una catacomba, forse per qualche motivo di particolare devozione.
L'edificio del b. era architettonicamente indipendente dalla chiesa, con cui però formava un insieme organico, tanto che non esiste b. senza relativo luogo di culto. Possiamo anzi dire che il b. viene costruito nelle immediate vicinanze d'una chiesa, se non addirittura addossato a quest'ultima; in tal caso, il passaggio da un edificio all'altro avviene per mezzo di un nartece o di un atrio (Parenzo, Mitilene), oppure di una navata laterale (Sant'Aquilino a Milano, Qalat Semān in Siria). In altri casi, o costruito presso l'abside o dietro di essa (S. Stefano sulla via Latina a Roma, Khirbet el-Flusiyyeh in Egitto). Il b., quando è indipendente, è in genere costruito a N della chiesa (Italia, Africa, Grecia, Asia Minore), oppure a S, come in Siria e in Egitto. La causa che portò a riservare un locale nel santuario, e poi a costruire un apposito edificio per questo rito, è da ricercarsi nell'impossibilità, per ragioni climatiche, di praticare il battesimo per immersione, secondo gli esempi del Vangelo. Il fonte battesimale (piscina, βαπτιστήρ), che è elemento essenziale del battistero e che riveste diverse forme e stili di decorazione, non può essere qui preso in considerazione; bisogna però accennare al fatto che la sua forma e la sua collocazione condizionano la pianta del b. stesso. Il b. è spesso costruito a pianta centrale, ad esempio, proprio perché la piscina è situata nel centro dell'edificio; talvolta invece si trova all'estremità E od O, e allora si ha un'abside, il cui pavimento, a un livello più basso di quello del resto dell'edificio, forma la piscina, secondo un'usanza prettamente siriaca. Dei tipi a pianta centrale, i più conosciuti e diffusi sono quelli circolari od ottagonali con nicchie. Questo modello, secondo un'ipotesi non da tutti accettata (v. contro: Styger, Architectura, i, 1933, p. 53 ss.) sarebbe stata ispirata dalla pianta del frigidarium o del calidarium delle terme romane. In tutti i casi, non è da mettere in dubbio la sua origine classica, confermata da molti disegni di architetti del Rinascimento italiano, che si riferiscono a edifici romani a pianta centrale, ora scomparsi. Il Windfeld-Hansen ha fatto notare che gli elementi più caratteristici dei b. cristiani, e cioè la pianta ottagonale o esagonale iscritta in un cerchio, il deambulatorio circolare, l'alternanza di nicchie rettangolari e semicircolari, sono molto comuni in questi monumenti di ispirazione classica. Gli edifici romani a cui essi si riferiscono erano destinati a diversi usi: ninfei, bagni, ecc. Lo spazio interno costituito dal poligono o dal cerchio, quasi sempre continuo (Sant'Aquilino, Milano; Santa Maria in Cosmedin, Ravenna; Mélas, Ardèche in Francia; Efeso, ecc.), è talvolta diviso da un colonnato circolare (San Giovanni in Laterano; Nocera; Marsiglia). La pianta interna si rispecchia spesso nell'aspetto esterno dell'edificio, che è quadrato o poligonale come la sala interna. Quando però il disegno interno diventa più complicato, all'esterno non se ne ha alcun riflesso. Ad Albenga, per esempio, la sala battesimale è costituita da un ottagono, parallelo al muro esterno, formato da colonne che ne determinano gli angoli; nello spessore del muro esterno sono ricavate internamente quattro nicchie semicircolari, alternate a quattro nicchie rettangolari, invisibili all'esterno. La pianta ottagonale, a quanto pare, ha goduto d'una certa preferenza sulle altre, specialmente in Italia, in Francia e in Dalmazia (Albenga, Novara, Fréjus, Villanova, Parenzo, Lomello, Riva San Vitale, Ravenna, Spalato, Grado). Per il Dölger, la frequenza della pianta ottagonale è giustificata dalla sua relazione con certi simboli religiosi; valore simbolico attribuito al numero 8 che si desume da una iscrizione di S. Ambrogio per il b. milanese di S. Tecla, ecc. L'ottagono interno circondato da colonne costituisce una specie di baldacchino o ciborio, oppure dà origine ad una cupola, come al Laterano, dove tutto lo spazio centrale forma la piscina. La galleria perimetrale del Laterano è coperta da una vòlta a botte, analoga a quella del mausoleo, oggi chiesa, di Santa Costanza a Roma. La stessa pianta ottagonale iscritta in un quadrato si ritrova a Riez, dove una fila di colonne divide lo spazio centrale da un ambulacro, come nel battistero lateranense. Analogo schema costruttivo ma su pianta rotonda, con diretta discendenza quindi da monumenti del genere di S. Costanza, si ha a Nocera dei Pagani, con cupola ovoidale; questo particolare, come l'altro delle trombe d'angolo nei raccordi del b. di Napoli, che però è di pianta quadrata, sono dovuti ad influenze orientali. Si possono notare esempi di b. esagonali (Zara, Deir Seta in Siria, e, infine, Port-Bail nella Manche, in Normandia, da poco scoperto e ancora inedito). La pianta quadrata (che presenta una variante rettangolare, come a Rebeia, in Siria), la quale talvolta inquadra, come a Marsiglia, un ottagono con galleria circolare a nicchie, è stata scelta spesso in b. dell'Africa settentrionale e in Grecia ed è abbastanza diffusa in Asia Minore.
Il b. ebbe in Africa grande varietà di forme; alcuni sono di pianta quadrata (Henshir Deheb), altri cruciformi (elKantara, Ued Ramel), altri ancora esagonali (Damus el-Karita, Bir Ftua), ottagonali (Bir Bu Rekba); una varietà del tutto particolare della Tunisia è quella della vasca battesimale esternamente lobata (Sidi Mansur, ecc.) della quale è qualche esempio, ma meno sviluppato, anche nell'Occidente europeo (Albenga). In Tripolitania, nella basilica di Sabratha a S del Foro, il b. fu dapprima collocato in un'aula absidata posta dietro l'abside; nella ricostruzione giustinianea della basilica la vasca è cruciforme, come di regola nell'architettura bizantina; ad Apollonia aveva forma tricora, tipo per lo più usato per edifici funerari. In Egitto, nella grande basilica di Abu Mina il b. era opposto alla chiesa funeraria, internamente ottagonale con nicchie e esternamente quadrato con corridoi ed ambienti fra i quali il grande consignatorium a colonnati: in genere, però, il b. non è distinto dalla basilica oppure si trova in una camera a fianco dell'abside, come avviene di regola in Nubia.
La Siria ebbe b. legati al tipo della domus ecclesiae di Dura, collocati in sale quadrate o piuttosto larghe, talvolta con vasca isolata, spesso incassata in una piccola abside. Si ricordano gli esempi di Antiochia, di Dar Qita, Takle, Ksegbeh, Qasr Iblisu, Fidreh, ecc. Forse a modelli siriaci si deve la piccola abside del b. di Grado. Ottagonali con nicchie sono i battisteri di Qalat Semān e di Deir Seta. Nella Palestina si adottano spesso ambienti rettangolari absidati come nei due b. presso le chiese di S. Giovanni e di S. Teodoro a Gerasa, mentre un esempio di vasca cruciforme di tipo bizantino è nella chiesa N di Sbaita. L'Asia Minore conserva il più antico esempio dell'Oriente nel b. di Efeso, del sec. IV, internamente circolare e all'esterno di forma dodecagonale; ottagonale era il b. annesso a S. Sofia di Costantinopoli. La Grecia, che si distingue per una bene ordinata e spesso simmetrica disposizione di ambienti intorno alla basilica, presenta b. consistenti in vani quadrati o rettangolari absidati disposti di fronte o a fianco della chiesa (Samo, Lesbo, Filippi, Nea Anchialos, ecc.).
Il b. presenta generalmente una sola porta, in rari casi due. La cerimonia del battesimo si completava spesso con l'iniziazione praticata nello stesso b., e con la distribuzione dell'eucaristia ai neofiti; talvolta nello stesso b. si amministrava la cresima (consignatorium). Era quindi necessario disporre di un altare, e difatti alcuni b. ne erano dotati. Il Liber Pontificalis menziona, per esempio, il dono fatto dal papa Ilario (e la notizia è data dallo stesso papa) di un tabernacolo al b. del Laterano.
Non si conosce con precisione, per quel che riguarda l'epoca paleocristiana, la cronologia dei b.: quindi non se ne può tracciare l'evoluzione; manca un'opera d'insieme su questo argomento. I più antichi b. risalgono al IV sec. (di quest'epoca è la parte primitiva del b. del Laterano); non si è scoperta alcuna traccia di b. precedenti il trionfo della Chiesa, ed è probabile che prima di questa epoca non fossero eretti edifici appositi consacrati al rito del battesimo (per Dura Europos e per i locali adibiti al battesimo nelle catacombe di Ponziano e di Priscilla v. sopra). Infine, alcune chiese di epoca paleocristiana erano forse utilizzate come b.; tale supposizione è stata fatta per Santa Costanza di Roma (v. roma, s. costanza) e Santa Maria Maggiore di Nocera Superiore. Del tutto vaga è la descrizione di Eusebio (a. 314?) del b. annesso alla basilica di Tiro.
Il primo b. del Laterano fu infatti un edificio circolare forse coperto a cupola impostata sui muri perimetrali e con sistema di contrafforti interni; esso fu poi sostituito al tempo di Sisto III (432-440) dall'attuale. La decorazione del b. era molto curata, come dimostrano le colonne di porfido di Silvestro III al Laterano. Nei litostrati e nelle cupole ornate di mosaico erano raffigurati sovente simboli allusivi alle cerimonie (Albenga, Napoli, Roma, Ravenna); sembra che spesso l'acqua per l'infusione scendesse da elementi figurati (leone, colomba, ecc.) di materia preziosa. Le vasche sono di grandezza molto varia, dai semplici pozzetti con un descensum, ai recinti più ampi di forma circolare, poligonale o mistilinea. La copertura con un tegurio sostenuto da colonnine a guisa di ciborio è documentata in vari centri africani e ad Albenga, Aquileia ecc., ma era forse poco comune per vasche assai ampie. Senza entrare nei particolari dei riti praticati nei b., conviene tuttavia notare che questi edifici erano talvolta anche luoghi di asilo o di preghiera, e anche di sepoltura.
L'uso del b. come edificio a sé stante cadde in disuso non appena si preferì amministrare il battesimo non più ad adulti e solo in determinati giorni dell'anno, ma ai fanciulli appena nati. Motivi pratici determinarono una modificazione della cerimonia e, fin dal sec. IX, ogni parrocchia ebbe nel suo interno fonti battesimali di piccole dimensioni, per cui l'uso, non interrotto, specialmente in Italia, di costruire b. come edifici a sé continuò solo in ossequio ad una tradizione e a qualche affermazione di ricchezza e di fasto.
Bibl.: J. Zettinger, Die ältesten Nachrichten über d. B. der Stadt Rom, in Röm. Quartalschrift, XVI, 1902, p. 326 ss.; H. Koethe, Der frühchristl. Nischenrundbau, in Diss. Marburg, 1928; H. Leclercq, Dict. d'Arch. Chrét., s. v. Baptistère; G. D'Angelis d'Ossat, Sugli edifici ottagonali a cupola nell'Antichità e nel Medio Evo, in Atti d. i° Congr. Naz. di Storia dell'Architett., Firenze 1933, p. 13, s.; id., I b. di Albenga e di Ventimiglia, Albenga 1936; H. Windfeld-Hansen, Édifices antiques à plan central d'après les architectes de la Renaissance et les b. paléochrétiens, in Communications au Ve congrès d'Archéologie Chrétienne, Aix-en-Provence 1954, (ms.). Si può trovare una lista dei b. per regione in T. Klauser, Reallexikon für Antike u. Christentum, s. v. Baptisterium (D. W. Deichmann), 1950, c. 1161-1166, con bibliografia.
(É. Coche de la Ferté - G. Maltthiae)