TAVANTI, Battista (in religione Iacopo)
Nacque il 14 aprile 1527 a Pieve Santo Stefano (Arezzo) da Lodovico; non si conosce il nome della madre. Ebbe un fratello e una sorella. Nel 1569 pagò metà della dote quando la sorella Anna entrò nel monastero di S. Anna a Pisa, di cui era confessore e per il quale avrebbe tradotto la regola di S. Benedetto.
Nel 1538 fu accolto nel convento della SS. Annunziata di Firenze, dove nel 1542 era in noviziato. Nel 1547 venne accettato come figlio del convento. Da religioso venne chiamato fra Iacopo «de Plebe» o «de Florentia». Frequentò gli studi interni dell’Ordine a Padova e a Bologna, dove la sua presenza è accertata nel 1550 e dove ebbe come maestro Stefano Bonucci d’Arezzo, poi priore generale, vescovo di Alatri e di Arezzo e in seguito cardinale, morto nel 1589. Creato baccelliere in teologia nel 1551, fu reggente degli studi alla SS. Annunziata di Firenze negli anni 1555-56. Secondo Luca Giuseppe Cerracchini (1738, p. 257) «li 28 giugno 1556 […] fu onorato dell’anello dottorale nell’Università fiorentina, della quale nel 1559 fu decano», mentre per Raffaello Badio (1683), avvenne il 18 giugno, «14 kal. iulii».
Il 27 agosto 1560 il duca Cosimo I gli affidò la cattedra di teologia all’Università di Pisa, incarico conservato per 47 anni, eccetto nel sessennio 1576-82 quando fu priore generale dell’Ordine. Fondato nel 1561 l’Ordine militare di S. Stefano, il duca Cosimo lo elesse teologo e predicatore nella chiesa dei Cavalieri a Pisa. Tra i suoi discepoli ci furono i predicatori francescani Faustino Tasso e Francesco Panigarola, poi vescovo di Asti, e i confratelli Angelo Maria Montorsoli, verso il quale Tavanti manifestò, ricambiato, sentimenti di stima e amicizia, testimoniati anche dal carteggio tra i due (si conservano sei lettere di Tavanti degli anni 1593-197), e Agostino Vigiani.
Gli impegni di docenza non lo sottrassero da incarichi all’interno dell’Ordine, compreso il provincialato di Toscana nel triennio 1567-70; tra marzo e maggio 1570, per la morte improvvisa del priore generale Zaccaria Faldossi, fu uno dei due vicari dell’Ordine fino al capitolo generale, quando rinunciò all’elezione a priore generale. Nel 1575 fece parte della delegazione inviata a Roma dall’arcivescovo e dalla città di Pisa per impetrare da papa Gregorio XIII la piena assoluzione per i vecchi fatti del lontano 1241 e del Concilio o conciliabolo di Pisa del 1511. La causa fu risolta con il breve pontificio che concedeva la richiesta assoluzione, emanato il 16 settembre 1575. «Fu tanta grata questa legazione che nella processione solenne la quale ogni anno si fa per tale assoluzione portavasi una insegna in cui era dipinto il Tavanti» (AGOSM, Tozzi, De scriptoribus…, n. 401). Morto l’arcivescovo Pietro Giacomo Borboni il 22 novembre 1575, Tavanti fu presentato a succedergli, ma rifiutò.
Il 22 giugno 1576 Gregorio XIII lo elesse priore generale dell’Ordine, vista l’impossibilità di celebrare il capitolo generale, che si sarebbe dovuto tenere da lì a poco, a causa della peste che imperversava nell'Italia settentrionale. Finito il triennio di generalato, il 26 maggio 1579 il capitolo generale di Parma lo elesse per altri tre anni. Tra i suoi elettori, Paolo Sarpi, priore provinciale di Venezia, nominato dal capitolo tra i membri di una ristretta commissione incaricata della revisione delle costituzioni. Il lavoro si svolse a Roma durante l’estate. Il 5 settembre Sarpi ripartì per Venezia con il testo delle costituzioni e l’incarico di curarne la stampa, uscita a Venezia il 30 gennaio 1580 con la prefazione del priore generale. I rapporti tra Tavanti e Sarpi rimasero improntati da reciproca stima, in particolare da parte del primo, che scrisse a Sarpi nel 1587: «non occorre ch’io gli dica altro se non che molti anni sono ch’io amo da davero et osservo le virtù et la bontà sua» (AGOSM, Reg. PP. Gen. Flor., 36, c. 133v). Questo generalato è il più documentato della storia dell’Ordine fino all’Ottocento, grazie anche alla meticolosità con cui Tavanti annotò e trascrisse tanti atti del suo governo, compreso un itinerarium dei viaggi effettuati nel triennio 1579-82.
Scaduto nel 1582, riprese il suo incarico a Pisa, che nel 1584 gli concesse la cittadinanza onoraria. Al 1582 o poco prima risale un suo scritto in vista della riforma del calendario promossa da Gregorio XIII. Giulio Negri (1722, p. 321), citando il De correctione anni tempore Gregorii XIII di Tavanti, scrisse: «quest’opera ms. conservasi nella libreria della casa professa de’ Padri Gesuiti in Roma».
L’indice della «libreria nuovamente fatta nel convento di Santo Antonio in Pisa la quale di giorno in giorno si va augumentando di libri secondo si può. Custode della quale è al presente f. Iacopo Tavanti», da lui stesso redatto per rispondere all’inchiesta della congregazione dell’Indice del 1599, registra 1342 pezzi; più di 3000 libri, avrebbe scritto Francesco Bocchi nel 1607. Era allora una delle maggiori biblioteche dell’Ordine. Nessun libro a stampa di Tavanti, in compenso vi erano alcuni suoi manoscritti riconducibili agli anni di studio. Il 7 marzo 1607 papa Paolo V emanò un breve con cui proibì di asportare libri dalla biblioteca conventuale fondata da Tavanti.
Tavanti aveva raggiunto gli 80 anni e, a Roma questa volta, si pensava al suo successore. Il 5 maggio il cardinale Girolamo Bernieri, protettore del’Ordine, scrisse ad Agostino Vigiani di aver avuto il consenso del papa perché egli potesse «esser fatto maestro di theologia in quella università per ottenere quella lettione del padre Tavanto» (AGOSM, Epist. PP. Gen., I, 1, c. 24v). Il relativo decreto venne promulgato il 29 maggio, per la cattedra che, «ut accepimus», Tavanti «iam senio confectus est resignaturus» (ibid., Annalistica, filza Q3.III.16, cc. n.n.). A succedergli fu invece Lelio Baglioni, non Vigiani, benché protetto da Bernieri, cui l’anno prima aveva dedicato il De ecclesiastica immunitate disputationes sex, una delle scritture nella controversia veneto-pontificia del 1606.
Tavanti morì a Pisa il 6 agosto 1607, ricordato per la lunga docenza all’università di Pisa, per il governo del suo Ordine, per la ricca biblioteca a lui dovuta nel convento pisano di S. Antonio, riguardo alla quale già a pochi mesi dalla morte furono date disposizioni relative a catalogazione e conservazione. Fu anche affermato predicatore (tra l’altro quaresimalista nel 1577 nella chiesa di S. Petronio a Bologna e nel 1579 nel duomo di Parma), da meritare l’epiteto di «concionator dulcissimus» (Poccianti, 1589).
Era conosciuto dai suoi contemporanei come 'il teologo di Pisa', un appellativo di non facile valutazione. Così si espresse Boris Ulianich (2011-12, p. 407): «Devo esprimere il rammarico che la teologia del Tavanti non sia stata fatta oggetto di una ricerca approfondita, come avrebbe meritato e ancora oggi merita». Ma come farlo? Tavanti ha scritto tantissimo, ma non ha pubblicato niente in vita. Si dovrà cominciare dal rintracciare e inventariarne i manoscritti, per metterli a disposizione degli studiosi.
Roma, Archivio generale dell’Ordine dei servi di Maria (AGOSM), Reg. PP. Gen. Flor., voll. 25, c. 25v; 29, c. 31v; 30, cc. 15r, 88v, 110v, 132r; 31, c. 8v; 32, c. 14v; 33-36 (i quattro registri di Tavanti); 42, pp. 124-125; 45; Epist. PP. Gen., I, 1, cc. 24v, 44v, 49v; Regestum provinciae Tusciae, 1570-1602, cc. 2, 3v, 5v, 7v, 14r, 24v-59v, 64v-65r; Registrum provinciae Tusciae, 1603-1633, cc. 89r, 107v; Annalistica, filza Q3.III.16; F. Tozzi, Libro di spogli, A, anni 1556, 1560, 1576; Id., Libro di spogli, B, anni 1538, 1539, 1547, 1555; Id., De scriptoribus ordinis Servorum B.M.V., nn. 401 e 436; Misc. 1889, 33, c. 93; Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. lat., 11286, c. 155r; 11321, cc. 184r-217v. Regula beati patris Augustini et Constitutiones fratrum Servorum, Venetiis, ex officina dominici Guerraei et Joannis Baptistae Fratrum, 1580; M. Poccianti, Catalogus scriptorum florentinorum omnis generis, Florentiae, apud Philippum Iunctam, 1589, pp. 84 s.; G.B. Pinelli, Carminum liber primus, Florentiae, in aedibus Philippi Iuntae, 1593, pp. 6 s.; F. Bocchi, Elogiorum quibus viri clarissimi nati Florentiae decorantur Liber secundus, Florentiae 1607, pp. 32-39; [R. Badio], De claris viris sacrae theologiae magistris et baccalaureis […] catalogus, in Constitutiones et decreta sacrae Florentinae universitatis theologorum, Florentiae 1683, p. 104; A. Giani - L. Garbi, Annalium sacri Ordinis fratrum Servorum B. Mariae Virginis a suae institutionis exordio, II, Lucae 1721, passim; G. Negri, Istoria degli scrittori fiorentini, Ferrara 1722, pp. 321 s.; L.G. Cerracchini, Fasti teologali ovvero Notizie storiche del collegio de’ teologi della sacra università fiorentina, Firenze 1738, pp. 257-259, 260-226; A. Fabroni, Historiae Academiae Pisanae volumen II, Pisis 1792, pp. 111-115; G. Tavanti, La vita del beato Filippo di Benetii florentino de l’ordine de Servi della B. Vergine 1581, a cura di P.M. Soulier, in Monumenta Ordinis Servorum sanctae Mariae, XV, Wetterem 1915, pp. 133-213; B.M. Dominelli, Epistolario del Venerabile P. Angelo M. Montorsoli (1547-1600), in Studi storici dell’Ordine dei Servi di Maria, VIII (1957-58), pp. 73-133; D.M. Montagna, Regesta Priorum Generalium O.S.M. 1249-1625. 1. Indice dei documenti raccolti da fra Giacomo Tavanti, ibid., XI (1961), pp. 153 s.; B. Ulianich, Paolo Sarpi, il generale Ferrari e l’Ordine dei Serviti durante le controversie veneto-pontificie, in Studi e materiali di storia delle religioni, XXXVIII (1967), pp. 582-645; O.J. Dias, La preparazione delle costituzioni del 1580 in un memoriale di fra Giacomo Tavanti, in Studi storici dell’Ordine dei Servi di Maria, XIX (1969), pp. 81-112; Id., I registri dei priori generali dal 1285 al 1625. Presentazione e contenuto, Roma 1970, pp. 101-204; G.M. Roschini, Galleria servitana. Oltre mille religiosi dell’Ordine dei Servi di Maria illustri per santità, scienze, lettere ed arti, Roma 1976, pp. 239-242; R. Grégoire, I maestri dei servi all’università di Pisa. Prima rassegna orientativa, in Studi storici dell’Ordine dei Servi di Maria, XXXV (1985), pp. 153-156; E. Stolfi, “Vita di San Bernardo”: un inedito di fra Giacomo Tavanti (1526-1607) dei Servi di Maria, in Respice stellam. Maria in San Bernardo e nella tradizione cistercense. Atti del convegno internazionale… 1991, Roma 1993, pp. 393-408; F.A. Dal Pino, La “Lectio divina” del recluso in una lettera del venerabile fra Angelo Maria Montorsoli, in Id., Spazi e figure lungo la storia dei Servi di santa Maria (secoli XIII-XX), Roma 1997, pp. 579-586; Fonti storico-spirituali dei Servi di santa Maria, III, 1, Dal 1496 al 1623, a cura di F.A. Dal Pino, Padova 2008; R. Rusconi, La preparazione culturale dell’Ordine dei Servi: libri e biblioteche alla fine del XVI secolo, in Studi storici dell’Ordine dei Servi di Maria, LXI-LXII (2011-12), I, pp. 307-339; B. Ulianich, Contributo alla delineazione della teologia e della pietà mariana dei Servi di Maria nel ‘500, ibid., II, pp. 361-451; O.J. Dias, La documentazione dell’archivio generale OSM su Paolo Sarpi frate tra il 1565 e il 1606. Il priore provinciale (1579-1582), ibid., pp. 541-582.