FIESCHI, Battista (Giambattista)
Nacque, probabilmente a Genova, tra il 1460 e il 1471 da Luca dei conti di Lavagna, e da Caterina Di Negro Saliceti. Dottore utrisque legis, sposato con Battina Lomellini, prese parte alle iniziative caritativo-riformatrici del gruppo di laici genovesi che gravitava intorno alla mistica Caterina Fieschi Adorno. Nel 1499 il nome del F. compare tra quelli dei fondatori del Ridotto degli incurabili.
Visti gli strettissimi rapporti fra l'iniziativa caritativo-assistenziale del Ridotto e la Compagnia del Divino Amore, sembra quasi certo che il F. fosse membro di quest'ultima, anche se di lui non si fa menzione nei due elenchi dei confratelli genovesi pervenutici. Nel 1524, del resto, il F., pur non residente in Roma, compare fra gli ascritti alla sede romana della Compagnia.
La formazione giuridica e gli illustri natali dovevano naturalmente portare il F. alla vita pubblica. Nel 1502 fu inviato ambasciatore in Francia insieme con altri membri del Collegio dei giurisperiti della Repubblica. Il 27 apr. 1504 Giulio Il gli affidò, probabilmente grazie all'intervento del congiunto cardinal Niccolò Fieschi, la carica di podestà di Bologna, che il F. esercitò per due semestri. Tornato a Genova, fu eletto nel 1513 savio del Consiglio e nel 1515 avvocato dei carcerati.
Uomo di vasta dottrina giuridica, autore secondo l'Oldoini di diversi opuscula di diritto successivamente smarriti, il F. possedeva anche una notevole preparazione filologico-umanistica, come dimostra la sua collaborazione a quel grande monumento dell'"umanesimo cristiano" che è l'Ociaplum psalterium di Agostino Giustiniani, stampato a Genova nel 1516.
Nel 1517 il F. fu inviato ambasciatore a Roma per intercedere in favore del cardinale genovese B. Sauli, coinvolto nella congiura di A. Petrucci contro Leone X. Il F. era ancora a Roma nel 1518, incaricato di ragguagliare la Repubblica sull'evolversi della situazione politica; ma soprattutto doveva condurre a buon termine, grazie anche ai buoni uffici del cardinale Niccolò, alcune cause, di natura successorio-patrimoniale, pendenti fra Genova e la corte di Roma.
Gli interessi umanistici e la sempre viva sensibilità religiosa portarono il F. ad intrattenere, alla fine del 1521, uno scambio epistolare con G. Budé e a richiedere allo studioso francese informazioni sulla protesta luterana. Personaggio di spicco del mondo culturale genovese, fornito di una ricca biblioteca, entrò anche in rapporto con G. Cortese, durante il soggiorno di questo a Genova.
Iscritto nel 1528 al Liber nobilitatis Genuensis, nel 1529 il F. fu processato per eresia dall'Inquisizione genovese.
Quasi sicuramente a lui allude Battistina, figlia di Ettore Vernazza, nel parlare, in una lettera, del "Dottore", suo padrino, uomo di "grande dottrina e favore per essere nobilissimo" e che "aveva fama di spirituale", ma che, divenuto poi eretico, "fu preso e esaminato, come si suole fare in simili casi, e si ritrattò". Dalla testimonianza della Vernazza risulta anche che l'eretico, "esponendo la scrittura a suo modo", affermava "che tutto ciò che è ordine e costume la chiesa è contro gli ordini di Christo e degli apostoli", sostenendo, come sembrerebbe anche dal resto della lettera, oltre al libero esame, una concezione assai radicale dei sacramenti (Savelli, pp. 186 s.).
In una lettera da Strasburgo del 6 marzo 1535 G. A. Odoni fa menzione del F. ad Erasmo, annoverandolo fra i seguaci di questo. Secondo un'ipotesi avanzata dalla Seidel Menchi (Sulla fortuna..., pp. 630 ss.), è ancora al F., sotto lo pseudonimo di Eusebio Romano, che lo stesso Odoni avrebbe fatto riferimento scrivendo, l'anno prima, a M. Butzer di un "vir sexagenarius, reruni peritissimus", autore di Omelie sui Vangeli di tutto l'anno, opera non pervenuta, che il Butzer era esortato a far pubblicare. Allo stesso personaggio ed ai suoi giovani amici sarebbe anche da attribuire una lettera del, 13 genn. 1533 all'ambasciatore sassone H. von der Planitz, che doveva incontrare Carlo V a Bologna; in essa il diplomatico era invitato a farsi sostenitore anche della causa dei protestanti italiani e a ottenere dall'imperatore la convocazione del concilio o almeno l'universale libertà di lettura dei testi sacri.
Dopo il 1535 le tracce del F. si perdono definitivamente.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Bologna, Comune Governo, Consigli e ufficiali, Podestà e capitani del popolo, b. 2, anni 1481-1512; Ibid., Curia del podestà, Giudici ad maleficia sententiae, anni 1327-1511, b. 42; Archivio di Stato di Genova, Archivio segreto, Litterarum, 1959; 55/1831, f. 54r; Ibid., ms. 652: Informazioni date dalla Repubblica ai suoi ambasciatori..., p. 1050; Psalterium Hebraeum, Graecum, Arabicum et Chaldeum, cum tribus Latinis interpretationibus et glossis, a cura di A. Giustiniani, Genuae 1516, errata corrige in calce; G. Budaeus, Omnia opera ..., Basileae 1557, pp. 349 ss.; Gr. Cortesi, ... Epistolarum familiarum libri, Venetiis 1577, pp. 93 ss., 97; D. Erasmi Opus epistolarum ..., a cura di P. S. Allen, XI, Oxonii 1947, p. 96; G. Guelfi Camaiani, Il "Liber nobilitatis Genuensis"..., Firenze 1965, p. 185; A. Oldoini, Athenaeum Ligusticum ..., Perusiae 1680, pp. 84 s.; M. Maittaire Annales typographici ..., II, 1, Hagae-Comitum 1722, p. 121; N. Battilana, Genealogia delle famiglie nobili di Genova, III, Genova 1833, pp. 10 s.; V. Vitale, Diplomatici e consoli della Repubblica di Genova, in Atti della Soc. ligure di storia patria, LXIII (1934), p. 133; Cassiano di Langasco [A. Carpaneto], Gli ospedali degli incurabili, Genova 1938, pp. 64, 67 ss., 214-219; A. Cistellini, Figure della riforma pretridentina, Brescia 1948, p. 282; S. Seidel Menchi, Sulla fortuna di Erasmo in Italia, in Riv. stor. svizzera, XXIV (1974), pp. 630 ss.; Id., Passione civile e aneliti erasmiani di riforma nel patriziato genovese del primo Cinquecento: Ludovico Spinola, in Rinascimento, XVIII (1978), pp. 113 s., 119 ss.; Cassiano da Langasco [A. Carpaneto], Il Giustiniani e le tensioni ecclesiali del suo tempo, in Agostino Giustiniani annalista genovese ed i suoi tempi, Genova 1984, pp. 114 ss., 118; R. Savelli, Dalle Confraternite allo Stato: il sistema assistenziale genovese nel Cinquecento, in Atti della Soc. ligure di storia patria, n.s., XXIV (1984), 1, pp. 179 s., 182, 184, 186 s.; G. G. Musso, La cultura genovese nell'età dell'Umanesimo, Genova 1985, p. 44; S. Seidel Menchi, Fieschi Battista, in Contemporaries of Erasmus, a cura di P. Bietenholz-T. B. Deutscher, II, Toronto-Buffalo-London 1986, p. 30; Id., Erasmo in Italia 1520-1580, Torino 1987, pp. 166, 180, 408, 412, 433.