Montefeltro, Battista da
Figlia (1384-1448) di Antonio, conte di Urbino, e di Agnesina dei Prefetti di Vico, sposò nel 1405 l'ultimo dei Malatesta di Pesaro, Galeazzo. Donna coltissima, tra le più celebrate del suo tempo, amica di umanisti, come L. Bruni che scrisse per lei e a lei dedicò il trattatello De Studiis et litteris, umanista ella stessa, era capace d'improvvisare orazioni in latino. Cresciuta alla corte di Urbino, frequentata ai suoi anni anche da poeti in volgare, quali il Serdini e Buonaccorso da Montemagno, derivò dal padre una vivissima ammirazione per Dante.
Scrisse anche rime in volgare: in quei versi, invero alquanto mediocri, appare evidente l'influsso del Petrarca, ma, specialmente in un capitolo in lode di s. Girolamo, si sentono anche qua e là echi danteschi. Nel 1447, dopo che l'inetto marito aveva venduto Pesaro ad Alessandro Sforza e si era ritirato a vivere a Firenze, ella si fece suora nel monastero delle Clarisse di Foligno, dove l'anno dopo morì.
Bibl. - A. Degli Abati Olivieri, Notizie di Battista di M. moglie di Galeazzo Malatesta signor di Pesaro, Pesaro 1782; A. Fattori, Rime inedite di Battista di M., in " Picenum Seraphicum " III (1917) 337-351; L. Michelini Tocci, Introduzione a Il D. Urbinate della Biblioteca Vaticana (Codice Urbinate latino 365), Città del Vaticano 1965, 17 ss.