BATTERIOSI
. Con questo nome s'indicano le malattie batteriche delle piante. Può dirsi che le batteriosi vadano di anno in anno aumentando, mentre un tempo si riteneva che fossero solo prerogativa degli animali, e le piante fossero anzi refrattarie all'azione di batteri parassiti (per acidità di succhi, insufficiente temperatura, ecc.). Le batteriosi quali esteriori manifestazioni patologiche, sono note da antico tempo, come talune forme di rogna o tubercolosi (v. batteriocecidî). Però la prima malattia accertata nella sua causa batterica, pare sia quella non comune alterazione delle cariossidi di frumento nota col nome di grano rosa (da Micrococcus tritici Prillieux 1878). Successivamente, le malattie delle piante descritte come di origine batterica, sono andate aumentando in modo impressionante, così che talune piante come la barbabietola, il tabacco, la patata, il fagiolo, ecc. son soggette a più d'una. I batterî provocano in generale nelle piante processi morbosi progressivi reattivi (batteriocecidî), oppure regressivi degenerativi (necrosi, degenerazioni, cancrene, putrefazioni, formazione di muchi gommosi, cioè batteriogommosi, distruzione o gelificazione di membrane, di amido, ecc.). Le batteriosi richiedono in generale, anche nelle piante, condizioni fisiologiche predisponenti, soluzioni di continuità nei tessuti tegumentali, o una penetrazione passiva a mezzo di altri parassiti (insetti ecc.) Tra le numerose entità specifiche, patogene per i vegetali, ascrivibili ai due generi Bacillus e Bacterium, possiamo ricordare quelle che seguono:
Bacillus amylobacter (van Tieghem 1877; Clostridium butyricum Prazm., Amylobacter navicula e Bacalus navicula Reinke et Berth.). - Microrganismo frequente nei fenomeni di putrefazione e cancrena patologica dei tessuti delle piante, conseguenti ad attacchi di parassiti diversi che ne favoriscono la penetrazione e lo sviluppo (ernia del cavolo da Plasmodiophora brassicae Wor., cancrena dei tuberi di patata da Phytophthora infestans ed insieme con Bacillus solaniperda). Il B. amylobacter fa fermentare la cellulosa, dissolve la caseina e contribuisce alla macerazione delle piante tessili.
B. amylovorvs (Burril 1881) Trev. - Provoca una necrosi dei rami di pero e melo, frequente nell'America settentrionale (fire-blight, pear-, apple-blight), solo di recente segnalata in Italia, se ad essa si può riferire il mal del secco che il Savastano (Annuario R. Stazione di Acireale, VII, 1923, p. 134) ci fa conoscere sull'albicocco e che egli attribuisce all'azione di questo batterio, mentre sul pero sarebbe stata osservata dal Montemartini (1925). La malattia interessa principalmente i tessuti corticali, e procedendo dai rami più giovani, talora dai fiori e peduncoli fiorali, si propaga alle parti più vecchie, accompagnata da progressivo e generale disseccamento ed emissione più o meno accentuata di muco batterico attraverso i tessuti necrosati. La cura consiste in potatura energica e distruzione delle parti ammalate, trattamento delle ferite con soluzioni di sublimato corrosivo.
B. apii (Brizi 1896) Mig. - Produce una malattia del sedano, nota nel Polesine e nell'Umbria, la quale s'inizia con macchie gialle o rugginose delle foglie, che finiscono col divenire marcescenti, specialmente alla base, in corrispondenza dei piccioli. Il batterio dal terreno passa probabilmente nei piccioli e dalla loro base interrata si diffonde alla lamina. La cura consiste nel distruggere le piante ammalate ed avvicendare la coltura del sedano con quella di altre piante ortensi; sono miglioci i trattamenti del terreno con calce e sansa di olive (Francolini 1928). Secondo il Francolini, gli agricoltori che maneggiano sedani ammalati possono contrarre infezioni cutanee (che si manifestano sotto forma di eruzioni, escoriazioni, ecc.) più o meno accentuate.
B. catulivorus (Prill. e Delacr. 1890). - Produce una forma di cancrena nei fusti della patata, del cavolobroccolo e di qualche pianta erbacea ornamentale, ed è ordinariamente preceduta da un avvizzimento più o meno rapido ed accentuato. Questo microrganismo è probabilmente da riferire a forme dei già noti bacilli di Flügge (B. fluorescens liquefaciens e B. fluorescens putridus), nonché del B. coli communis.
B. cubonianus (Macchiati 1892). - Sembra debba considerarsi sinonimo e valido in confronto di b. mori Voglino 1894 e Bacterium mori Boyer e Lambert 1894. È un parassita del gelso, di cui attacca principalmente le foglie, provocando la formazione di piccole macchie irregolari, nere lucenti, alle quali succede da ultimo una perforazione della lamina; questa ingiallisce, si accartoccia, e da ultimo cade. Sui ramoscelli erbacei si producono ulceri irregolari, più o meno profonde, ampie e confluenti, che ne determinano il disseccamento. L'uso di foglie ammalate per la nutrizione del filugello, può riuscire pregiudizievole. Malattia diffusa in tutta Italia, specialmente settentrionale e centrale, e su tutte le varietà di gelso. La cura consiste nel distruggere al fuoco le parti ammalate e trattare la pianta con poltiglia bordolese dopo la raccolta del fogliame.
B. hyacinthi-septicus (Heinz 1889). - Determina fenomeni di marciume e putrefazione nei bulbi di talune gigliacee, specialmente giacinti, ma probabilmente anche nelle cipolle e negli agli. La malattia procede dall'interno; i tessuti delle tuniche centrali si decompongono formando una sostanza mucillaginosa di odore ripugnante, e di conseguenza i germogli e le foglie avvizziscono e disseccano. Secondo Sorauer, nella cipolla il marciume sarebbe dovuto a B. amylobacter, e come per i tuberi di patata, potrebbe manifestarsi anche nei locali di conservazione. Il marciume poi dei bulbi di giacinto, non è da confondere con altro (marciume giallo) dovuto a Pseudomonas hyacinthi E. F. Smith.
B. solaniperdoa (Kram.-Mig.). - È tra gli agenti principali della cancrena umida o marciume dei tuberi di patata (v. B. Amylobacter) e probabilmente anche della cancrena secca, che alcuni attribuiscono invece all'azione di funghi (Fusarium). Si manifesta con macchie brune nella polpa del tubero, alle quali poi, persistendo condizioni favorevoli di umidità e temperatura, succede una più profonda alterazione, associata ad un marciume fluido, di odore ripugnante, dovuto a fermentazione butirrica. Condizioni predisponenti al marciume sono gli attacchi di peronospora, la conservazione in locali umidi e poco aereati.
B. tracheiphilus (E. F. Smith 1895). - Produce, negli Stati Uniti, un avvizzimento fogliare nelle cucurbitacee (meloni, zucche, ecc.), dovuto al localizzarsi di colonie batteriche, in masse mucillaginose, nell'interno dei vasi. La malattia non pare sino ad ora segnalata in Europa.
B. vascularum (Cobb. 1893) Mig. - Produce una forma di gommosi della canna da zucchero nell'Oceania, con manifestazioni patologiche negli apici vegetativi e sui teneri germogli, che presentano maculazioni giallo-brune o nere e poi disseccano; i tessuti sono infarciti d'una gomma di eguale colore.
Bacterium phaseoli (E. F. Smith, Pseudomonas phaseoli). - Produce nel fagiuolo una malattia la quale è comune negli Stati Uniti d'America, nota anche in Francia, ma di dubbia esistenza in Italia. Su tutti gli organi verdi, ma particolarmente sui baccelli, si formano macchie di forma ed estensione variabile, le quali si lacerano, si rammolliscono, essudando un liquido vischioso, ragion per la quale la malattia è anche conosciuta col nome di grasso o gra'sume dei fagioli (blight of bean). Essa è eminentemeute contagiosa (anche attraverso gli stomi) e difficile a combattersi, per cui conviene ricorrere a mezzi distruttivi.
B. savastonoi (E. F. Smith 1905). - È l'agente della tubercolosi o rogna dell'olivo (v. batteriocecidî) (fr. loupe de l'olivier; ted. Bakterienknoten des Olbaums, ecc.), un tempo attribuita al Bacillus oleae (Arc.) Trev., che invece studî posteriori hanno dimostrato non essere il vero agente della malattia. La penetrazione del microrganismo nella pianta è favorita da fatti traumatici e principalmente: gelate primaverili, grandine, abbacchiatura per la raccolta del frutto, subordinatamente ferite da insetti, umidità, che, come il gelo, può far screpolare le giovani cortecce, ecc. Esiste poi nella pianta una predisposizione di natura fisiologica, che può riguardare la razza, le condizioni colturali, il clima, ecc.
B. solanacearum (E. F. Smith, Pseudomonas solanacearum). - Produce il marciume nero della patata tanto negli organi aerei quanto nei sotterranei, la malattia si diffonde dagli elementi vascolari, che anneriscono, ai circostanti tessuti parenchimatici che finiscono per marcire, ed esteriormente si manifesta con un avvizzimento e scoloramento degli organi aerei. Pare che questo microrganismo, oltre che sulla patata, produca fenomeni patologici similari anche su altre solanacee, come melanzana, pomodoro, tabacco, e secondo alcuni anche su rappresentanti di altre famiglie. Sulla patata, la malattia si trasmette facilmente da un anno all'altro a mezzo dei tuberi.
B. tumefaciens (E. F. Smith et Towns., 1904-1906; detto anche Pseudomonas e Phytomonas tumefaciens). - Produce vistosi batteriocecidî in molte piante legnose od erbacee, e specialmente tumori al colletto radicale e alle radici, noti col nome, divulgato dai patologi nord-americani, di crown-gall. Allo stesso microrganismo sono anche attribuite, egualmente su molte piante legnose, vistose rizomanie (hairy root), cioè iperproduzioni di sottili radici affastellate, destinate successivamente a decomporsi.
Bibl.: Un'importante trattazione delle batteriosi vegetali è stata fatta da E. F. Smith, Bacteria in relation to Plant Diseases, voll. 3, Washington 1905-1914, e Bacterial Diseases of Plants, Philadelphia 1920.