battere
Non ha in D. frequenza molto alta; quando si eccettuino le opere di dubbia attribuzione, con 11 occorrenze complessive (2 nelle Rime dubbie, 6 nel Fiore, 3 nel Detto d'amore), si hanno altri 22 esempi pressoché tutti concentrati nel poema, due soli avendone la Vita Nuova, e nessuno il Convivio; mancano attestazioni dell'uso intransitivo. Se si pensa che, oltre a essere parola di notevole diffusione, è anche voce di significato generico, è lecito supporre che, ove non si tratti di locuzioni fisse e insostituibili (per es., ‛ b. l'ali '), il poeta preferisca ricorrere a sinonimi più efficaci e pregnanti, come ‛ percuotere ', che nella sola Commedia ha 32 esempi.
Nel significato di " colpire " con continuità o ripetutamente: lf XI 71 quei de la palude pingue, / che mena il vento, e che batte la pioggia, versi che con stringatissima sintesi richiamano tre categorie di incontinenti: iracondi e accidiosi, lussuriosi, golosi; Pg I 101 Questa isoletta intorno ad imo ad imo, / là giù colà dove la batte l'onda, l'orlo della spiaggia della montagna del Purgatorio, lambita dalle acque dell'Oceano; e Pd XXIV 102 La prova che 'l ver mi dischiude, / son l'opere seguite, a che natura / non scalda ferro mai né batte incude, dove il senso della frase batte incude è perspicuo nel suo valore proprio (riferito al fabbro), che cela però un significato metaforico: la prova che la Scrittura è ispirata direttamente da Dio è nelle opere stesse che ne sono seguite, opere soprannaturali che la natura (paragonata qui a un fabbro), di limitate forze e mezzi, non sarebbe capace di compiere.
Maggiore ricchezza di esempi ha il significato di " percuotere ", con le mani o con altro mezzo, per punire, per domare, o come sfogo d'ira: Vn XII 2 m'addormentai come un pargoletto battuto lagrimando; If III 111 Caron dimonio... / batte col remo qualunque s'adagia; XVIII 36 vidi demon cornuti con gran forze, / che li battien crudelmente di retro; ben quattro presenze nel Fiore: LXIX 9 Se tu lo sfidi o batti, e' griderà, / chéd egli è di natura di mastino (si accenna qui a Malabocca, allegoria della maldicenza); CLXXXVIII 13 che 'l su' marito n'è troppo geloso, / sì che dubita molto esser battuta; inoltre CXCII 8 e 13.
È incerto se si tratti di colpi dati con pugni o con uno strumento di lotta, in If XVI 24 Qual sogliono i campion far nudi e unti, / avvisando lor presa e lor vantaggio, / prima che sien tra lor battuti e punti; i commentatori sono infatti divisi nell'interpretazione se per campioni si debbano intendere gli atleti dellantichità, che facevano la lotta e il pugilato " nudi e unti " nelle palestre, oppure i gladiatori, i quali si colpivano " con le palle del piombo che pendevano da una correggia che portavano in mano " (così il Buti, e a gladiatori pensa anche, tra i moderni, il Venturi); ma altri, come il Lana tra gli antichi e, tra i moderni, Scartazzini-Vandelli e Casini-Barbi, ritengono trattarsi dei campioni che si affrontavano nei medievali giudizi di Dio.
Con normali estensioni di significato: " punire ", in Pg XIV 151 VI batte chi tutto discerne, Dio che tutto vede castiga gl'invidiosi i quali, anziché volgere gli occhi al cielo che li chiama e 'mostra loro le bellezze etterne, si ostinano a guardare in basso (e l'occhio vostro pur a terra mira); " colpire con calamità ", " opprimere ", " umiliare ", in Pd IX 45 E ciò non pensa la turba presente / che Tagliamento e Adice richiude, / né per esser battuta ancor si pente, chiara allusione alle oppressioni tiranniche cui gli abitanti della Marca Trivigiana erano stati sottomessi da Ezzelino, dagli Scaligeri, dai Caminesi (efficace la parafrasi di Benvenuto: " battuta, idest flagellata per Eccelinum, qui Marchiam, viridarium voluptatum, fecit quasi heremum solitudinis desertae "); incerta l'interpretazione tra " colpire " e " sconfiggere " in Detto 86 Amor blama e disfama / e dice ch'e' diffama, / ma non del mi', certano; / perch'i', per le', certan ho / che ciaschedun s'abatte: / me' ched Amor sa, batte.
" Percuotersi " è il significato del riflessivo in If IX 50 Con l'unghie si fendea ciascuna il petto; / battiensi a palme e gridavan sì alto, / ch'i' mi strinsi al poeta per sospetto, tutti atti e manifestazioni d'ira ben adatti alle tre Furie (per la frequenza dell'espressione ‛ b. a palme ', cioè " con le palme delle mani " nella lingua delle origini, e per l'uso convenzionale del gesto nelle esequie, si veda Barbi, Problemi I 267).
Riflessivo, non come coniugazione (il -si è un dativo), ma per l'azione del verbo che si esercita sulla propria persona, è nei tre passi seguenti della Commedia, in ognuno dei quali è rappresentato un atto diverso, espressione di un determinato sentimento: If XVIII 124 Ed elli allor, battendosi la zucca, efficacissima raffigurazione di Alessio Interminelli, che così manifesta il dolore e la vergogna per essere stato scoperto da D. attuffato nello sterco fino ad averne lordo il capo (che con popolaresco spregio il poeta qui chiama zucca); XXIV 9, dove il villanello, vedendo la campagna / biancheggiar tutta per la brina, ch'egli crede neve, si batte l'anca per esprimere il proprio sbigottimento; e Pg VII 106, dove incontriamo Filippo III di Francia che con l'atto esterno (guardate là come si batte il petto!) mostra dolore e avvilimento per la viziata e lorda vita (v. 110) del figlio Filippo il Bello.
Due particolari accezioni del verbo, che diverranno poi specifiche e tecniche, sono documentate in If XXX 89, dove b., nell'aperta confessione del falsario maestro Adamo, è sinonimo di " coniare ": e' m'indussero a batter li fiorini / ch'avevan tre carati di mondiglia; e Pd XIII 36, dove b. è in correlazione sinonimica con trita: Quando l'una paglia è trita, / quando la sua semenza è già riposta, / a batter l'altra dolce amor m'invita (il passo va interpretato metaforicamente: s. Tommaso, dopo aver chiarito a D. il dubbio circa il verso U' ben s'impingua se non si vaneggia [Pd XI 139], intende chiarirgli l'altro riguardo al verso a veder tanto non nurse il secondo, di Pd X 114; e, chiosa il Landino, " come non si trae il seme dalla paglia, cioè dalla spiga, se non si trita bene, così non si trae il vero ascoso tra molti falsi se con somma diligenza non si batte e scuote ").
Con mutamento di complemento oggetto, che non è più la cosa che viene colpita ma la parte del corpo che colpisce, in Pg XIX 61 Bastiti, e batti a terra le calcagne; / li occhi rivolgi al logoro che gira / lo rege etterno con le rote magne, che l'Ottimo (seguito da qualche altro dei commentatori antichi e moderni) spiega: " e calca con li piedi le cose terrene, e gli occhi dell'anima rivolgi al Cielo ed alle cose celestiali ", mentre altri commentatori (Lana, Buti, Giovanni da Serravalle, Tommaseo, Torraca, Scartazzini-Vandelli, Casini-Barbi) intendono ‛ b. le calcagne ' come " procedere oltre nell'opera, affrettare il passo, continuare risolutamente il cammino "; affacciano tutte e due le interpretazioni il Landino, il Lombardi, il Sapegno. Il senso di " sbattere ", " muovere velocemente in su e in giù ", ha attestazione in Pd XX 147, riferito agli occhi (pur come batter d'occhi si concorda, cioè avviene sincronicamente), mentre più esempi si hanno per l'espressione ‛ b. l'ali ', agitarle nel volo, e quindi " volare ": If XXII 115 Se tu ti cali, / io non ti verrò dietro di gualoppo, / ma batterò sovra la pece l'ali; se tenti di fuggire; non ti correrò dietro con i piedi, ma volerò sopra la pece; Fiore VI 1 Partes' Amore su'ale battendo; e con usi figurati, in If XXVI 2 Godi, Fiorenza, poi che se' sì grande / che per mare e per terra batti l'ali, la tua potenza e la tua fama si espandono in ogni parte del mondo; e Pd XI 3 O insensata cura de' mortali, / quanto son difettivi silogismi / quei che ti fanno in basso batter l'ali!, ti inducono a volgerti verso i beni materiali; mentre si sommano i due significati di " agitare " e di " colpire " (o, più esattamente, " toccare ") in Pg XII 98 quivi mi batté l'ali per la fronte: l'angelo guardiano della scala che porta al secondo girone, toccando con un battito d'ala la fronte del poeta, ne cancella il primo dei sette P che vi aveva incisi l'angelo portiere del Purgatorio.
Un'accezione speciale in Rime dubbie XV 2 il cor feriste in tanto / di grave colpo, ch'io non batto vena, espressione inconsueta per significare che il sangue del poeta non pulsa più.
Del participio passato usato come aggettivo si ha un esempio in Fiore CXXV 7 torte battute o tartere o fiadoni, dove le torte battute saranno da intendere (Parodi, Petronio) torte fatte di un battuto di carne o di carne e verdura; e un altro in Detto 167 Cape' d'oro battuto / paion, che m'han battuto, / quelli che porta in capo, in cui oro battuto, espressione tradizionale per indicare l'oro ridotto in lamine o foglie, sarà da spiegare piuttosto oro lavorato in fili (" sconfiggere ", " vincere " è invece il senso di b. nel v. 168).