BATRES Y MONTUFAR, José de
Poeta sudamericano, nato a San Salvador il 18 marzo 1809, morto nel luglio 1845. Da piccolo visse nel Guatemala donde era originaria la famiglia, e sempre rimase al servizio di quella repubblica prima come ufficiale dell'esercito, poi come ingegnere nella costruzione del canale di Nicaragua (1836): nell'assemblea del 1844 fu deputato per il distretto di San Marcos. Possedeva una larga cultura e aveva buone conoscenze di letteratura italiana, francese ed inglese. Le sue scarse poesie liriche, mediocri, furono raccolte e pubblicate postume. Invece i racconti in versi, che egli ironicamente chiamava Tradiciones de Guatemala, sono il più riuscito saggio di narrazioni satirico-giocose che possegga la letteratura ispano-americana. La raccolta comprende tre parti: Las falsas apariencias, Don Pablo e El reloj, che erano già prima apparse separatamente. Sono racconti scritti in ottave alla maniera de Gli animali parlanti di Giovanni Battista Casti, secondo dichiara lo stesso autore: "Non credendomi capace di fare la traduzione completa, e neppure volendo, per la libertà del suo stile, attirar su di me la qualifica di licenzioso che gode quel poeta, mi limitai a copiare qualcuna delle sue grazie". In El reloj, che rimase incompleto, il B. cerca d'imitare le sarcastiche digressioni del Byron nel Don Juan ed anche forse dello Espronceda in El Diablo Mundo. E forse ha avuto influenza su di lui anche Giuseppe Gioachino de Mora, l'ispano-americano autore delle Leyendas espańolas (1840). Malgrado ciò, i suoi racconti hanno un accento di cosa personalmente sentita e schietta; l'ispirazione poetica e l'umoristica vi scorrono parallelamente con fluida spontaneità, suscitando amene e pittoresche visioni della vita coloniale degli ultimi tempi della dominazione spagnola.
Bibl.: Fernando Cruz, Biografías de literatos nacionales, Academia Guatemalteca, s. a.; M. Menendez y Pelayo, Historia de la poesía hispano-americana, I, Madrid 1911.