BÁTHORY
. Antica famiglia ungherese ora estinta. La sua origine si perde nella leggenda, nell'epoca degli Arpad. Capostipite accertato della famiglia è Andrea, uno dei figli del quale, Bereczk (Briccius, 1279-1321) incomincia a portare il nome di Báthory dal possedimento di Bátor. Dei quattro figli di lui, uno, Andrea, divenne vescovo di Várad, un altro morì senza prole, il terzo e il quarto, Giovanni e Lökös (Lenkus) dettero origine ai due rami principali della famiglia: ai Báthory di Somlyó e ai Báthory di Ecsed. Un'altra divisione avvenne all'epoca del re Carlo Roberto. Dal ramo di Somlyó derivarono le maggiori figure della famiglia, che meritano d'essere ricordate non soltanto per la loro importanza storica, ma anche perché si possono definire altrettanti misteri psicologici.
Un pronipote di Giovanni, Stefano, fu vicevoivoda di Transilvania (1405-1452), e così pure un nipote di lui (1523-1534). Dei suoi figli, Stefano (v. Stefano B. re di Polonia) fu principe di Transilvania, e quando nel 1575 divenne re di Polonia, il fratello Cristoforo lo sostituì in Transilvania, riportando la calma in quel travagliato paese. Gli successe il figlio Sigismondo; il terzo fratello, Andrea, continua la progenie con i figli Baldassare e Andrea. Baldassare, educato alla corte di Polonia e passato più tardi in Transilvania, divenne il fido ma inascoltato consigliere del cugino Sigismondo, che finì col farlo decapitare. Il fratello Andrea divenne vescovo di Weimar e più tardi cardinale, e allorché Sigismondo rinunciò al trono di Transilvania, il cardinale, per desiderio dei sudditi, lo sostitui nel governo della Transilvania, ma non seppe sostenersi contro il voivoda Michele appoggiato da Vienna e cadde vittima dei Szecheli; un loro fratello, Stefano, fu eroico soldato; prese parte alle battaglie contro i Russi al fianco dello zio re di Polonia. Dei suoi due figli di primo letto, Gabriele (1608-1613) salì al trono di Transilvania, e con lui si estingue il ramo maschile dei B. di Somlyó, perché il fratello Andrea non ebbe prole maschile.
Dei B. del ramo di Ecsed, Stefano ebbe importanti cariche; a fianco di re Vladislao I, morì nella battaglia di Varna impugnando la bandiera nazionale. Suo figlio Stefano morì senza figlioli e fu in quell'epoca uno dei più strenui combattenti contro i Turchi. La sua fama fu consacrata nella battaglia di Kenyérmezö (1479) vinta contro i Turchi insieme a Paolo Kinizsi. La famiglia continuò nei figli del fratello Andrea, uno dei quali, Stefano, nel 1519 divenne palatino d'Ungheria ed ebbe gran parte nelle lotte di partito che precedettero la catastrofe di Mohács; l'altro figlio, Andrea, coprì importanti cariche. Fra i suoi discendenti Andrea fu voivoda di Transilvania, e Stefano lottò dapprima dalla parte di Ferdinando I d'Asburgo, e poi di Zapolya. Cultore della scienza e pieno di zelo religioso, promosse a sue spese la stampa della prima Bibbia in ungherese uscita per cura di Gaspare Károly nel 1590. Con lui si spense il ramo maschile dei Báthory di Ecsed.
Bibl.: I. Nagy, Famiglie d'Ungheria (in ung.), I, pp. 216-232; M. Wertner, Generazioni magiare (in ung.), I, p. 281; M. Wertner, Storia della famiglia Báthory (contributo; in ungh.), 1900; F. Salomon, Ungarn im Zeitalter der Türkenherrschaft, Lipsia 1887.