BATALHA (A. T., 39-40)
Città del Portogallo, distretto di Léira (Estremadura), con 4082 ab. (1911). È famosa per la chiesa e il monastero di S. Maria della Vittoria, che furono cominciati nell'anno 1388, in adempimento d'un voto fatto da Giovanni I di Portogallo il 14 agosto 1385 sul campo di battaglia di Aljubarrota. Ad elementi di stile indigeno, come la pianta, la porta meridionale, gli archi trasversali del transetto e la copertura piana, se ne mescolano altri importati. All'arte francese Batalha deve il disegno della porta principale, e l'altezza della navata principale; altri particolari sembrano essere d'origine inglese, come ad esempio i pinnacoli, le modanature e le frastagliature; ma solamente in distanza l'edificio può rammentare lo stile perpendicolare britannico. Nell'insieme la chiesa è differente da qualunque altra dello stesso stile e della medesima epoca. La sua pianta si può attribuire con certezza ad un maestro portoghese, Afonso Domingues, cui successe Maestro Huguet, che, presumibilmente, avrà lavorato in Francia e in Inghilterra prima di recarsi nel Portogallo. Cominciata sullo scorcio del sec. XIV e ai primi del XV, la costruzione continuò, sempre accrescendosi, fino al sec. XVI, mentre nella direzione dei lavori si succedevano i migliori architetti che abbiano lavorato nel Portogallo; ed esercitò un influsso notevole su altri monumenti, quali la cattedrale di Guarda, sopravvivendo poi nelle forme dell'architettura "manuelina".
Un portale riccamente decorato, con archivolti a figure di santi e con apostoli scolpiti negli sguanci, e un finestrone finemente traforato al di sopra, occupano tutto il centro della facciata inquadrata da contrafforti. L'interno è a croce latina, in tre navate e transetto con alti pilastri polistili. Sul transetto si aprono quattro cappelle absidate, a fianco del coro, che è illuminato da due file di finestre. Sul lato destro si trova la "cappella del fondatore", dove riposano, in un sarcofago isolato, il re Giovanni I e la regina Filippa di Lancastre, e in edicole alle pareti gl'infanti dell'"inclita generazione", ossia il reggente Pietro, Enrico il Navigatore, Giovanni, maestro dell'ordine di Santiago, e Fernando, il martire di Fez.
Lungo tutto il fianco della navata di sinistra, si stende il chiostro reale, un po' più recente della chiesa e ampliato nel periodo manuelino, con arcate ogivali chiuse in alto da trafori delicati su colonnette; e con una graziosa fontana a tazze sovrapposte, che completa armoniosamente l'insieme. Su questo chiostro si apre, con la porta fiancheggiata da due bifore, la sala capitolare, ed è un ampio quadrato di 28 m. di lato, coperto dalla volta più ardita che esista nella penisola iberica; una gran cupola stellata poggiante sopra un ottagono su quattro raccordi conici. In essa sotto una liscia e nuda pietra sepolcrale riposano le ossa del Milite Ignoto portoghese.
Dietro il coro della chiesa si trovano le cosiddette Cappelle incompiute (capelas inperfetias), costruzione poligonale destinata a servire di cappella funebre a D. Duarte (1433-1438) ma interrotta nella prima metà del Cinquecento, epoca cui appartiene la porta d'accesso alla rotonda centrale, ch'è uno dei saggi più notevoli dell'architettura manuelina.
Oltre al chiostro reale v'erano in Batalha due altri chiostri ma uno è scomparso; l'altro, vasto, con arcate divise da pilastri di sostegno, è del tempo di Alfonso V, di cui porta il nome e del quale si vedono le armi nelle chiavi delle vòlte, è lavoro di maestro Fernão de Evora (seconda metà del sec. XV).
Bibl.: Luis de Soresa, Historia de S. Domingos; J. C. Murphy, Plans elevations, sections and views of the Church of Batalha, 1735; id., History and description of the Royal Convent of Batalha, Londra 1792; F. Francisco de S. Luis, Memoria historica sobre as obras da Batalha, Lisbona 1827; L. Monsinho de Albuquerque, Memoria inedita acerca do edificio monumental da Batalha; Visconde de Condeixa, O mosteiro de Batalha em Portugal, Parigi 1892; W. C. Watson, Portugues Architecture, 1908; Vergilio Correia, Mosteiro da Batalha, Porto 1929; A. Haupt, Die Baukunst der Renaissance in Portugal, Francoforte 1890-1895.