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BATAKI

di Renato Biasutti - Enciclopedia Italiana (1930)
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BATAKI (Batta, Batacchi)

Renato Biasutti

Una delle più importanti e numerose popolazioni pagane di Sumatra (750.000 ind.), abitante l'alta boscosa conca del lago Toba, divisa nelle due nazioni principali dei Karo, a N. e NO. del lago, e dei Toba a sud dello stesso, e in varie tribù minori (Dairi o Pakpak, Timur, Angkola, Mandailing musulmani). Alla loro conoscenza hanno molto contribuito l'esplorazione e le raccolte portate in patria da Elio Modigliani.

La civiltà è assai elevata, con numerose tracce d' influssi indiani, ma conserva anche molti elementi tipici della cultura indonesiana. La coltivazione del riso, nella quale s' impiega anche l'aratro tirato a mano, fornisce il prodotto principale per l'alimentazione; l'allevamento del bufalo e del cavallo ha pure notevole importanza. La masticazione del betel e l'uso del vino di palma sono generali. I villaggi sono costituiti da un certo numero di case collettive (che albergano sino a una decina di famiglie) costruite su pali, e disposte in due file (presso i Toba) o a semicerchio (presso i Karo), con grandi tetti di paglia a due spioventi aggettanti in avanti. Le case dei capi e la casa dei celibi e delle riunioni sono adorne d'intagli e sculture di legno. Le armi sono assai numerose, in relazione con le abitudini bellicose di un popolo che praticava sino a tempi recenti anche la caccia alle teste, i sacrifici umani e l'antropofagia: lance, spade, sciabole e pugnali, mostrano, come in genere la lavorazione del ferro e dell'acciaio, l'influenza della civiltà indiana. In decadenza sono l'arco, lo scudo di cuoio e la cerbottana, ancora usata per la caccia agli uccelli. L'abbigliamento è dato da ampie vesti di cotone fermate alla cintura e scendenti sino ai piedi, completate da pesanti orecchini, anelli e braccialetti di metalli varî. La fabbricazione e la lavorazione del bronzo era un'arte indigena assai sviluppata, come la scultura in legno, la tessitura del cotone, la ceramica. Il tatuaggio, così diffuso nell'Indonesia, è ignoto, mentre sono assai usate la pittura del corpo e del viso e le mutilazioni dentarie, segno della maturità virile.

La società è patriarcale, divisa in clan (marga) esogamici, uno dei quali dominante fornisce i capi. La religione mostra, anche nei nomi degli dèi, influssi indiani. Accanto agli dèi maggiori è però una gran quantità di spiriti della natura (del bosco, dell'acqua, della casa, ecc.) e dei morti, e grande importanza hanno gli stregoni, i quali posseggono anche libri di magia, i pustaka, di corteccia d'albero battuta con disegni e formule scritte in uno speciale alfabeto d'origine indiana. I morti vengono inumati, o deposti sotto tumuli piramidali (presso i Karo): talora anche in urne di pietra o in ceste sospese all'aperto. Era pure in uso l'incinerazione secondaria dello scheletro, il cranio veniva decorato e tenuto in apposite custodie, le ceneri delle altre ossa erano poste su piccole barche e lasciate in balia della corrente.

Bibl.: E. Modigliani, Fra i Batacchi indipendenti, Roma 1892; E. H. Giglioli, The ethnogr. Collections by E. Modigliani, in Internat. Archiv für Ethnogr., VI, Leida 1893; J. von Brenner, Besuch bei den Kannibalen Sumatras. Erste Durchquerg. der unabhäng. Batakländer, Würzburg 1894; J. Warneck, Die Religion der Batak, Lipsia 1909; W. Volz, Die Batakländer, Berlino 1909; A. Krämer, Westindonesien, Stoccarda 1927.

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