CARLETTI, Bastiano
Discendente da una famiglia originaria di Firenze, nacque alla fine del sec. XV, a Lucca, da Carlo (forse lo stesso che nel 1487 aveva sposato Lucrezia Ugolini). Di modesta estrazione sociale ha lasciato scarse notizie di sé; lo troviamo ricordato soprattutto per esser stato, insieme con il fratello Giovanni Battista, fra i pochi partecipi del piano eversivo concepito da Francesco Burlamacchi.
Il C. lavorò per qualche tempo come calzaiolo nella bottega del Burlamacchi. In seguito, abbandonata Lucca, e dedicatosi alla vita militare, servì sulle galere del priore di Capua, Leone Strozzi, "quando quest'ultimo conduceva in Levante l'armata del Turco" (Poligrafo Gargani, 501), guadagnandosene la fiducia. Nel 1544 le navi dello Strozzi erano alla fonda a Marsiglia e appunto da questa città il C. partì per far ritorno a Lucca. Giunto nella Repubblica "plein des hauts faits de son général, de scs exploits, de sa bravoure, il se plaisait à en faire des récits à ceux qui voulaient l'écouter" (Eynard, p. 118). L'arrivo del C. forniva l'occasione ai congiurati di stabilire un contatto con Leone Strozzi e forse anche col fratello di questo, Piero. Il C. senza difficoltà acconsentì a servire da tramite e accettò anche una somma di denaro dal Burlamacchi.
Alla fine del novembre 1544 il C. lasciò Lucca per raggiungere il priore a Marsiglia, dove apprese che questi era partito.
Solo a Parigi, qualche tempo dopo, riuscì a stabilire contatti con lo Strozzi e da questa città scriveva per rassicurare il Burlamacchi. Costretto a seguire di nuovo il priore, poté far ritorno a Lucca solo nel dicembre 1545. Era latore di un messaggio nel quale lo Strozzi sollecitava un abboccamento col Burlamacchi a Venezia. Il compito di organizzare l'incontro era affidato al C., che precedette il Burlamacchi a Venezia. Durante il soggiorno in questa città, il C., nell'aprile 1546, tramite il mercante Nicola Petri de' Vani, inviò alcune lettere al fratello Giovanni Battista, che risiedeva a Lucca.
Alla scoperta della congiura, il 26 ag. 1546, il C., che era fuori Lucca al seguito di Roberto Strozzi, riuscì a fuggire ed in seguito a trovare scampo in Francia. Non si hanno altre notizie su di lui.
Giovanni Battista, invece, non lasciò la città e di lì a poco fu arrestato sotto l'accusa di aver professato opinioni eretiche. Sebbene venisse messo alla tortura, sembrava deciso a non ritrattare e nel 1556 fu consegnato alle autorità romane, perché fosse da queste giudicato. Morì fra il 1556 ed il 1559, dopo esser stato costretto alla pubblica abiura.
Fonti e Bibl.:Arch. di Stato di Firenze, Carte dell'Ancisa, n. HH, c.134; Firenze, Bibl. nazionale, Poligrafo Gargani, 501; Arch. di Stato di Lucca, Cause delegate, n. 11; Lucca, Bibl. governativa, ms. 2945: L. Trenta, Libro di memorie, cc. 222 s.; Ibid., Arch. arcivescovile, Hereticorum;Ibid., Biblioteca capitolare, B. Beverini, Annali lucchesi, pars posterior; Dichiarazione autografa di F. Burlamacchi, a cura di L. DelPrete, in Giorn. stor. degli archivi toscani, IV(1860), p. 311; G. Tommasi, Sommario della storia di Lucca, in Arch. stor. ital., X(1847), pp. 149-152, 155, 157 s., 160; C. Eynard, Lucques et les Burlamacchi, Paris 1848, pp. 118 s., 123 s., 133 s., 143, 156; F. D. Guerrazzi, Vita del Burlamacchi, Milano 1868, passim;A.Mancini, Storia di Lucca, Firenze 1949, pp. 246 s.; M. Luzzati, F. Burlamacchi, in Diz. biogr. degli Italiani, XV, Roma 1972, pp. 440-446.