BASTIANI, Giuseppe (non Girolamo), detto Giuseppino da Macerata
Nato a Macerata nella seconda metà del sec. XVI, scolaro di Gaspare Gasparini maceratese, il B. fu attivo per le chiese delle maggiori città marchigiane e soprattutto per quelle della città natia. Ricordato per la prima volta dal Lanzi e riconosciuto dallo storico in opere certe, risale tuttavia a questo la curiosa scissione dell'unica personalità del B. in due diverse persone: G. B. (convertito poi da Amico Ricci in Girolamo B.) e Giuseppino da Macerata, nome sotto il quale, oltre quello più solito di B., è dato ritrovarlo in repertori come il Thieme-Becker e il Galetti-Camesasca, con la conseguente spartizione dei piccolo corpus del B. in due gruppi distinti. Tuttavia appare evidente che non possa trattarsi altro che di una sola personalità, come del resto attestato dal Benigni fin da circa il 1728 (cfr. V. Benigni), che riferiva a "Giuseppino, Bastiani da Macerata, fatte nell'anno 1620" le pitture dei due ciappelloni nel S. Venanzo di Fabriano. Il B. morì dopo il 1630, (?), ultima data che compaia su una sua opera (ma già il Lanzi non distingueva bene la cifra che appariva dopo quella delle decine).
Il Lanzi per primo stese un giudizio sul B. - sia pure volto alla definizione delle due diverse personalità - che appare ancora oggi valido. Il Lanzi riferiva a lui affreschi in una cappella in S. Biagio di Ascoli Piceno, da altri riferiti al Gasparini e che A. Ricci rammenta come già del tutto rovinati, e altri nella chiesa dei carmelitani a Macerata, da lui datati al 1594; a Giuseppino riferiva, invece, due opere (la Madonna ai carmelitani e la Consegna delle chiavi ai cappuccini, entrambe a Macerata). Del 1600 è la prima opera certa del B., un'Estasi di s. Francesco nellachiesa di S. Maria delle Vergini a Macerata (cappella a destra della maggiore), per la quale G. M. Vigo pubblica la documentazione: commissionata il 14 maggio 1593 da certo Giovan Battista Ciccolini di Macerata, perché fosse finita entro il settembre dell'anno dopo, la tela fu compiuta solo a sei anni di distanza, come documenta la data apposta al quadro assieme alla firma dell'artista: "Gioseph. Bast.ni faciebat 1600". Sempre del B. sono gli affreschi delle pareti e della volta della cappella che ospita il quadro suddetto, secondo l'esatta indicazione del Lanzi. Si può presumere che a ragione della più estesa decorazione il B. abbia ritardato l'esecuzione del quadro d'altare. Di sei anni posteriore è un'altra opera pervenutaci, una Madonna col Bambino, già sul mercato antiquario di Roma, firmata e datata: "Gioseph Maceratensis faciebat, 1606". Firmata e datata 1610 è la pala d'altare con la Decollazione di s. Giovanni Battista nella cappella dedicata al santo nel S. Giovarmi Decollato di Stroncone (Terni). La volta della cappella è dipinta a fresco con cinque storie del santo, il Battesimo al centro rammenta quello nella cappella di S. Giovanni Battista a San Venanzo di Fabriano che, ritenuto dal Marcoaldi (1873) del 1594, è da ricondurre a dopo il 22 nov. 1611, dato che in quella data la cappella fu concessa all'Arte della lana che provvide alla sua decorazione. La decorazione di questa cappella, come quella simmetrica del SS. Sacramento, è riportata da F. Graziosi (Memorie storiche di Fabriano, ms. nella Biblioteca Ramelli. di Fabriano) al 1614. Queste opere sono ricordate dal Lanzi e da A. Ricci come del Gasparini.
Al 1630, o anche a qualche anno più tardì, per la poca chiarezza della data, come anche affermato dal Lanzi, deve risalire una Consegna delle chiavi a Pietro nella chiesa dei cappuccini di Macerata, firmata e datata "Ioseph Ma. faciebat 163...". Di questo quadro il Lanzi dice che è desunzione diretta dall'analoga composizione dipinta dal Reni attorno al 1618 per la chiesa di S. Pietro in Valle (dei filippini) di Fano (oggi nel Museo di Perpignano). Sempre a Macerata è un'altra opera del B. menzionata dal Lanzi (come di Giuseppino) nella chiesa dei carmelitani- la Madonna in gloria con i ss. Nicola e Girolamo, chiaramente di altra mano. Dal Ricci è invece menzionata la tela con l'Estasi di s. Francesco - che sembra dipendere da quella già ricordata del 1600 nella chiesa di S. Maria delle Vergini a Macerata - ma di incerta datazione, esistente nella collegiata di S. Vittoria in Matenano (Ascoli Piceno). Sempre il Ricci attribuisce al B. l'Assunzione della Vergine nella quarta cappella a sinistra in S. Nicolò a Fabriano (cfr. anche Molajoli, 1936).
La definizione più esatta della personalità minore del B. nell'ambito della cultura provinciale manieristico-carraccesca la dette il Lanzi, quando definiva "Giuseppino da Macerata" "carraccesco d'incerta scuola... al quale una dubbia fama dà per maestro Agostin Caracci"; e, parlando delle opere ai Carmelitani e ai Cappuccini di Macerata, accenna alla loro qualità carraccesca, mista, almeno per quanto riguarda la seconda in maniera diretta, a elementi tratti da G. Reni. Pur accettandosi la tradizione del più che probabile alunnato del B. presso il Gasparini anch'egli, del resto, carraccesco di provincia bisogna tuttavia dar ragione alle acute osservazioni del Lanzi e vedere nell'opera del B. una fusione di diversi accenti non solo derivati dai Carracci e dalla loro scuola, nonché dal Reni attivo per le Marche, ma anche riecheggiamenti luministici caravaggeschi (Madonna del 1606) che si fondono a manierismi di eco romana (Pomarancio).
Fonti e Bibl.: V. Benigni, Compendioso ragguaglio delle cose più notabili di Fabriano [circa 1728], Tolentino 1924, p. 96; G. M. Vigo, Descrizione... di Santa Maria delle Vergini..., Macerata 1790, p. 71; L. Lanzi. Storia pittorica della Italia, I, Bassano 1795-96, pp. 464, 498; A. Ricci, Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona, Macerata 1834, II, pp. 150, 161, 264 s., 279; O. Marcoaldi, Guida... della città... di Fabriano, Fabriano 1873, p. 91; R. Foglietti, Guida di Macerata, Macerata 1905, p. 43; Inventario degli oggetti d'arte d'Italia, VIII, Provincie di Ancona e Ascoli Piceno, Roma 1936, pp. 78, 343; B. Molaioli, Guida artistica di Fabriano, Fabriano 1936, pp. 96, 101, 141; A. Cordoni, Macerata e provincia, Macerata 19501 p. 83; U. Galetti-E. Camesasca, Encicl. della pittura italiana, I, p. 243; 11, p. 1187 (sub voce Giuseppino da Macerata); U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, p. 20; XXIII, p. 511 (sub voce Macerata, Giuseppino da).