BASSO DELLA ROVERE, Girolamo
Nacque intorno alla metà del sec. XV dal notaio Giovanni Basso e da Luchina della Rovere, sorella di Francesco, poi papa Sisto IV, il quale concesse alla famiglia Basso di aggiungere al proprio il cognome della Rovere.
Appena eletto, Sisto IV chiamò il B. presso di sé, provvedendolo, assieme con i suoi fratelli, di una pensione annua di 3250 ducati e assegnandogli un canonicato nella cattedrale di Savona. Il 14 febbr. 1472 il B., che non aveva ancora l'età necessaria, fu creato vescovo di Albenga, succedendo, a V. Calderini. Il 5 ott. 1476 ottenne anche un secondo vescovato, essendogli stata assegnata da Sisto IV anche la diocesi di Recanati, alla quale in questa occasione il pontefice unì nuovamente la diocesi di Loreto, che da lui stesso ne era stata separata. Eletto protettore della Santa Casa di Loreto, il B. provvide all'ingrandimento della basilica e fece eseguire da Melozzo da Forlì gli affreschi della cappella del Tesoro. Il 10 dic. 1477 fu compreso nella promozione di sette cardinali, dei quali tre erano nipoti del pontefice. Come cardinale prete, assunse il titolo di S. Balbina, mutato il 17 sett. 1479 con quello di S. Crisogono. Gli fu assegnata la direzione della fabbrica di S. Pietro, e il 23 sett. 1482 ottenne anche l'amministrazione del vescovato di Gubbio. Il 31 ag. 1492 rinunziò al titolo di S. Crisogono, passando alla sede suburbicarla di Palestrina.
Alla morte di Innocenzo VIII fu, insieme con Giuliano della Rovere, tra i più ostinati oppositori all'elezione del cardinale Borgia.
Secondo il Cardella, il B. sarebbe stato "scarso di rendite ecclesiastiche e, poco ancora provveduto di beni patrimoniali", ma la tassazione per la crociata imposta al cardinali da Alessandro VI nel 1500 dimostra il contrario:, in questa occasione le rendite del B. furonoinfatti calcolate in 1.100 ducati, inferiori solo a quelle dei card. Giuliano della Rovere, Battista Zeno, Giovanni Michiel.
Nel conclave del 1503, successivo alla morte di Pio III, il B. sostenne naturalmente l'elezione di Giuliano della Rovere, dal quale ottenne poi, il 22 dicembre dello stesso anno, il trasferimento dalla sede di Palestrina a quella di Sabina. Con Giulio II, partecipò nel 1506 alla spedizione contro Giovanni Bentivoglio.
Il B. morì a Fabrica, presso Città di Castello, il 1° sett. 1507. Giulio II ordinò che il corpo fosse trasportato a Roma e seppellito nella chiesa di S. Maria del Popolo, cara alla famiglia della Rovere, e commissionò poi ad Andrea Sansovino un grande monumento sepolcrale, terminato nel 1509 e situato nel coro, accanto a quello, opera dello stesso artista, del cardinale Ascanio Sforza.
Bibl.: Palazzi, Gesta pontificum Romanorum, III, Verietiis 1688, col. 675; L. Cardella, Memorie de' cardinali della Santa Romana Chiesa, III, Roma 1793, pp. 203 s.; F. Cristofori, Storia dei cardinali di Santa Romana Chiesa, Roma 1888, pp. 21, 35, 93, 124, 335, 338, 340; L. v. Pastor, Storia dei papi, II, Roma 1911, pp. 455, 460; III, ibid. 1912, pp. 283, 445, 581, 749, 752, 839, 846, 856; E. Rodocanachi, Rome au temps de Jules II et Léon X, Paris 1912, pp. 192, 233 n.; Id., Une cour princière au Vatican pendant la Renaissance, Paris 1925, p. 34; J. Delumeau, Vie économ. et sociale de Rome dans la seconde moitié du XVI siècle, I, Paris 1957, p. 451; C. Eubel, Hierarchia catholica..., II, Monasterii 1914, pp. 18, 84, 220; P. Litta, Famiglie celebri ital., Della Rovere. tav. I.