BASILIO di Amasea, santo (meglio Basileo, perché nei documenti greci viene denominato Βασιλεύς, da βασιλεύς "re")
Fiorì negli anni 250-322 circa; fu vescovo di Amasea (Ponto) fino dai tempi di Diocleziano (284-305), catturato per ordine dell'imperatore Licinio (313-23) per aver accolto nella sua diocesi una vergine Glafira, damigella di Costanza sorella dell'imperatore Costantino e moglie di Licinio stesso, che insidiava alla pudicizia di lei; quindi, condotto in Nicomedia, venne invitato dal principe ad apostatare. Si rifiutò, e perciò fu decapitato e gettato in mare il 28 di marzo. Il suo corpo, ritrovato dai fedeli, fu sepolto in Amasea il 26 aprile da Costantino (323-37). La vita e il martirio di lui furono narrati, forse dopo il 325 (concilio di Nicea), da un Giovanni prete di Nicomedia in parte testimonio oculare.
Bibl.: Acta Sanctorum, aprile, III, Anversa 1675, pp. 416-17 e l-lv; 3ª edizione, Parigi 1866, pp. 420-22 e xli-xlvi; H. Delehaye, Les origines du culte des martyrs, Bruxelles 1912, p. 199.