BASILIO da Strasburgo
Il nome di B. oriundo di Strasburgo, editore e tipografo in Napoli durante il sec. XV, si trova, e solo per questo si conosce, in due edizioni napoletane del 1478 l'una e del 1482 l'altra. Gli archivi napoletani hanno conservato non pochi documenti relativi a stampatori, librai, legatori che operarono in quella città durante il sec. XV e dopo il '500, ma in nessuno di essi si legge il nome di B., il quale dovette seguire il conterraneo Sixtus Riessinger - introduttore della stampa in Napoli - insieme con Berthold Rihing, Conrad Guldenmund, Jodocus Hohenstein, Heinrich Alding e diversi altri. Verso il 1478 il B. si trovava in rapporti col Guldenmund del quale si conoscono due sole edizioni, ma che dimorò in Napoli e vi esercitò il commercio librario sin dopo il '500: il 13 marzo 1478 furono licenziate infatti dalla stamperia del Guldenmund, con la collaborazione di B., le Elegiae ad Iuliam et epistolae de amore dell'umanista di Fano Francesco Ottavio detto Cleofilo, unica edizione dell'opera, oggi rarissima. Il Guldenmund aveva già pubblicato il 3 genn. 1478 una ristampa del Mesue: Opera cumadditionibus Petri de Abano, nella quale il nome di B. non compare. Lo Haebler è propenso a ritenere che "motore" della stamperia del Guldenmund sia stato B.; ma è ipotesi assolutamente gratuita e non confortata da nessun documento, sia pur indirettamente, probatorio. Neppure è da credere che egli abbia rilevato la piccola stamperia del Guldenmund, poiché il carattere da lui adoperato è un rom. con una A caratteristica che nel complesso non è molto dissimile da quello usato da Florenzio da Strasburgo, ma che è tutto diverso dal carattere rom. del Guldenmund, che assomiglia invece al tipo II del Moravo, ed ancor più a quello usato da Francesco di Dino. Il nome di B. riappare - e questa volta in funzione di stampatore, oltreché di editore - in una ristampa del De versuum scansione, operetta molto diffusa del grammatico Giovanni Sulpizio da Veroli: l'edizione datata 1482 non porta indicazione del luogo di stampa, che è certamente Napoli. Nessun'altra edizione ci è nota col suo nome, né si può congetturare dove siano stati trasferiti i caratteri di B. dopo il 1482.
Fonti e Bibl.: Napoli, Arch. Not., Atti C. Malfitano, 1481, c. 72 a; Ibid., Not. Aniello Summonte, prot. 1500/1504, c. 23; Arch. di Stato di Napoli, Ced. Ter., vol. 123, c. 152; L. Hain, Repertorium bibliographicum..., I, 1, Stuttgardiae et Lutetiae Paris. 1826, n. 5457, p. 170; II, 1, ibid. 1831, p. 535; W. A. Copinger, Supplement to Hain's Repertorium bibliographicum, II, Berlin 1926, p. 427; M. Fava-G. Brasciano, La stampa in Napoli nel secolo XV, Leipzig 1916, p. 86; K. Haebler, Die deutschen Buchdrucker des XV. Jahrhunderts im Auslande, München 1924, p. 144.