BROLLO, Basilio (al sec. Mattia Andrea; in cinese Yeh Ch'ung-hsiao e Tsunhsiao)
Nato a Gemona (Udine) il 25 marzo 1648 da Valerio e Giovanna Rodisea, entrò nel convento dei frati minori di Bassano il 10 giugno 1666; nel 1674 prese gli ordini sacri a Venezia. Dopo avere insegnato per sei anni filosofia ad Asolo e teologia a Padova, il 6 ag. 1680 chiese di essere aggregato al gruppo dei missionari francescani italiani in partenza per l'Estremo Oriente e di cui facevano parte B. Della Chiesa, G. F. Nicolai, G. B. Morelli e A. d'Albano.
Il viaggio, cominciato il 25 ott. 1680 a Venezia, fu particolarmente lungo e travagliato. Giunti soltanto il 27 giugno 1681 a Tripoli di Siria, i cinque francescani proseguirono di lì fino a Surat (22 febbr. 1682), dove si divisero. Il B., insieme al Della Chiesa ed al Nicolai, si imbarcò sulla nave inglese "The Oliphant", che fece però naufragio nei pressi di Batavia. Ripreso il viaggio e fatta una lunga sosta nel Siam, finalmente il B. arrivò a Canton il 27 ag. 1684, dopo quasi quattro anni dalla sua partenza da Venezia.
A Canton il B. si dedicò intensamente allo studio del cinese, assistendo nel contempo il Della Chiesa, nominato vicario apostolico per la provincia del Fukien e amministratore generale di tutte le missioni della Cina. In qualità di provicario egli lo accompagnò nelle frequenti visite che questi faceva alle regioni affidategli. Si recò così a più riprese tra il 1686 ed il 1690 nelle provincie del Kiangsi, del Fukìen, del Kwangtung, del Chekiang e nelle città di Nanchino e di Shanghai. Dopo altri due anni di permanenza a Canton, il B., sempre insieme al Della Chiesa, si stabilì il 29 nov. 1692 a Nanchino, dove rimase otto anni, durante i quali, benché in cattive condizioni di salute, attese a compilare un dizionario cinese-latino, ordinato secondo il numero delle chiavi o radicali. Mentre si trovava in vella città, ricevette nel novembre 1698 il breve di Innocenzo XII, datato 20 ott. 1696, che lo nominava primo vicario della provincia dello Shensi; ma a causa della mancanza dei fondi necessari e non essendo riuscito a trovare un valido compagno per il viaggio, dovette rinviare la partenza di qualche tempo. Questo ritardo gli permise così di attendere ad una nuova e più ampia versione del dizionario cinese-latino, questa volta ordinato secondo la pronuncia dei caratteri.
Il 25 giugno 1700il B. partì da Nanchino insieme a Bernardino Della Chiesa, nominato vescovo di Pechino, e il 25 luglio giunse a Tsinan per attendere ivi l'arrivo del religioso che lo avrebbe accompagnato nel viaggio. Durante questo periodo di attesa effettuò una visita a Pechino, dove si trovò impegnato in una spiacevole controversia con i religiosi portoghesi della città, che pretendevano di continuare ad esercitare una specie di controllo su tutti i missionari operanti in Cina. Il B. si oppose nettamente alla pretesa dei Portoghesi di escludere dalla Cina i missionari francesi. L'11 apr. 1701 partì da Tsinan insieme al nuovo compagno, Antonio Laghi, diretto a Sian, dove giunse il 2maggio, accolto dall'unico missionario della città, un gesuita portoghese.
Quando questi poco dopo venne richiamato a Pechino, i due francescani italiani rimasero soli ad avere cura dei fedeli di tutta l'immensa regione. Nelle lettere scritte durante questo periodo il B. diede interessanti notizie dei suoi viaggi e descrisse lo stato della missione, da lui qualificato come deplorevole. Nel corso delle visite da lui effettuate alle comunità cattoliche, sparse in località sperdute e da tempo prive di assistenza religiosa, si spinse fino ad Han-chung (ora Nancheng), nella estremità occidentale della provincia. Il 22 ag. 1703 venne finalmente raggiunto da altri due religiosi, ma le fatiche cui si era sottoposto avevano minato la sua salute e il 16 luglio 1704 morì a Sanyüan, dove si era recato insieme al Laghi.
La fama del B. è affidata ai due dizionari cinese-latino che egli compose a Nanchino nel 1694 e nel 1699e nei quali descrisse e tradusse rispettivamente circa 7.000e 9.000 ideogrammi. Per molto tempo questi dizionari, che costituirono l'indispensabile strumento di lavoro dei primi sinologhi europei, circolarono in copie manoscritte: sono considerate autografe quelle del primo dizionario, conservate nella Biblioteca Mediceo-Laurenziana di, Firenze, Rinuccini 22e nella Biblioteca Apostolica Vaticana, Borgia cinese 475(altre copie dipendenti da queste in Biblioteca Apostolica Vaticana, Estr. Or. 7 e Borgia cinese 466;Londra, British Museum, Oriental Dept. Add. 11709, e India Office, Eur. C. 26;Castelverde, Bibl. Guido Comaggia Medici). Mentre si ignora se e dove sia conservato il manoscritto autografo del B. del dizionario del 1699, manoscritti derivati da esso si trovano a Roma, sempre nella Bibl. Apost. Vaticana (Estr. Or. 2; Estr. Or. 3; Estr. Or. 8e Borgia cinese 423)e nella Biblioteca Corsiniana (44 A-2, 903);a Napoli, nella Biblioteca del Seminario Arcivescovile (Mss. LXVII-9-32);a Firenze, nella Biblioteca Mediceo-Laurenziana (Mss. S.Marco 309)e a Parigi, nella Biblioteca Nazionale (Chinois 9280).
Per altri manoscritti dei due gruppi vedi l'elenco riportato in H. Cordier, Bibliotheca Sinica, III, Paris 1906-07, coll. 1589-1592e V, Paris 1922-24, coll. 3906-07.
Durante il sec. XVIII vennero effettuati dei tentativi per pubblicare il dizionario, falliti a causa della difficoltà e dell'alto costo rappresentato dalla incisione dei caratteri cinesi. Fin dal 1706il futuro card. C. T. Maillard de Tournon aveva dato ordine al segretario S. Mariani di portare il manoscritto a Roma al fine di curarne la stampa; ma la cosa non ebbe seguito (v. lettera del Tournon a Bernardino Mercado O.F.M., datata Pechino 25 febbr. 1706, conservata a Roma nella Bibl. Casanatense, 1649, 88-89).Successivamente se ne interessarono, ma senza costrutto, Matteo Ripa nel 1731 e Carlo Orazi nel 1734.Come testimonianza di questi tentativi resta una striscia di carta su cui sono stampati xilograficamente alcuni ideogrammi e che si trova inserita nel ms. conservato a Roma nella Bibl. Corsiniana. Purtroppo non è stato possibile rinvenire nella stessa biblioteca le tavolette di legno, che avrebbero dovuto servire per la stampa xilografica dei caratteri, alle quali fa cenno G. Vacca, Catalogo delle opere giapponesi e cinesi manoscritte e stampate conservate nella Biblioteca della R. Accademia dei Lincei, Roma 1912, p. 11.
All'inizio del XIX secolo il governo francese decise la pubblicazione del dizionario e con decreto del 22 ott. 1808 diede, incarico a C. L. Joseph de Guignes (1759-1845), già console di Francia a Canton, di curarne la stampa. Il Guignes, che si basò, modificandolo arbitrariamente, sul testo del ms. conservato nella Biblioteca Vaticana, portò a termine l'opera nel 1813, appropriandosi della paternità del dizionario, come risulta dal titolo: Dictionnaire chinois,français et latin,publiè d'après l'ordre de S. M. l'empereur et roi Napoléon le Grand,par M. de Guignes,résident de France à la Chine,attaché au ministère des relations extérieures,correspondant de la première et troisième classe de l'Institut, Paris 1813, pp. LVI-1114. Il plagio del Guignes venne però rivelato da J. P. Abel-Rémusat, Plan d'un dictionnaire chinois, Paris 1814, e da J. Klaproth, Supplément au dictionnaire chinois-latin du p. Basile de Glemona (imprimé,en 1813,par les soins de M. de Guignes),Publiè d'après l'ordre de S. M. le roi de Prusse Frédéric-Guillaume III, Paris 1819.Il Rémusat e il Klaproth misero in giusta luce i meriti del modesto missionario italiano e costituirono inoltre un comitato per la pubblicazione di una seconda e più corretta edizione del suo dizionario (Nouveau Journal Asiatique, III [1829], pp. 313-320), ma la loro iniziativa non ebbe seguito per mancanza di un numero sufficiente di sottoscrittori. Durante il secolo scorso il dizionario pubblicato dal Guignes venne ristampato, per la sola parte cinese-latina e sempre senza che nel titolo fosse menzionato il nome del B., ad opera di missionari a Nanchino nel 1847, a Hongkong nel 1853 e a Hokienfu nel 1877.
Oltre al dizionario, il B. ha lasciato altre opere minori in lingua cinese: T'ien-chu-chiao yao chu lüeh (Compendio della parte essenziale della dottrina cattolica), libro a stampa, s.l. né d.; Chien-chen sheng-shih kuei-i (Dottrina e rito della conferma del sacramento), ms. conservato a Roma nella Biblioteca Apostolica Vaticana, Raccolta Gen. Or.,III-248; Brevis methodus confessionis instituendae, pubblicato, nel testo cinese trascritto in caratteri latini, come appendice dell'opera del p. Francisco Varo, Arte de la lengua mandarina, Canton 1703.
Fonti e Bibl.: Le lettere ed altri scritti del B. sono stati pubblicati dai pp. G. Mensaert, F. Margiotti e A. S. Rosso, in Sinica Franciscana, VI (1961), parte II, passim. G. P.della Stua, Memorie del Rev.mo P. Fr. Basilio da Gemona M.O.R. di San Francesco,missionario e vicario apostolico della provincia di Xensi nell'imperio della Cina, Udine 1775; L. Fabris, Vita breve del P. B. B. da Gemona,francescano riformato,missionario apostolico del Xensi nella Cina, Udine 1871; P. Amat di San Filippo, Gli illustri viaggiatori italiani, Roma 1885, pp. 295-297; M. da Civezza, De lingua sinensi, in Le Missioni francoscane in Palestina ed in altre regioni della Terra, I, Roma, 1891, pp. 331-45; H. Cordier, L'Imprimerie sino-européenne en Chine, Paris 1901, p. 7; L. Tinti, Vita e missioni nell'Indocina del p. B. B. da Gemona, Udine 1904; E. Patriarca, Il p. B. B. da Gemona, S. Daniele del Friuli 1945; E. Fox, Father B. B. O.F.M.,missionary and first vicar apostolic of Shensi, New York 1946; A. S. Rosso, Apostolic Legations to China of the Eighteenth Century, South Pasadena, Calif., 1948, p. 152; D. Cresi, Mons. Antonio Laghi da Castrocaro (1668-1727), Firenze 1957, passim; F.Margiotti, Il cattolicismo nello Shensi dalle origini al 1738, Roma 1958, pp. 75 s., 198-212, 334-340, 403-06; Enc. Ital., VII, pp. 917 s.; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., X, coll.834 s.; Encicl. cattol., III, col. 118; New Catholic Encycl. II, p. 812.