BOGGIERO, Basilio (al secolo Giovanni)
Nacque a Celle (Savona) il 5 apr. 1752. La sua famiglia (il padre esercitava il commercio) si trasferì in Spagna quando egli era ancora in tenera età.
Incominciati i suoi studi nei collegi tenuti dagli scolopi della Provincia aragonese, il B. decise di entrare in quell'Ordine religioso; vestì l'abito di chierico il 17 giugno del 1768 ed emise la solenne professione il 1º ott. 1769, prendendo il nome di padre Basilio da Santiago. Per la sua perizia nelle lingue classiche fu impiegato dal 1776, e per moltissimi anni, come professore di belle lettere: egli compose in quel periodo carmi, egloghe e cantiche anacreontiche, che furono poi pubblicate postume. Nel 1782 tradusse dal greco in lingua spagnola il trattato Del sublime; volse pure in lingua spagnola i Pensieri di Blaise Pascal (Pensamientos de Pascal sobre la religión traducidos, Zaragoza 1790); contemporaneamente esplicava attività giornalistiche, collaborando al Diario de Zaragoza.
Fin da allora il B. dimostrava eccellenti qualità di predicatore, ampolloso ed eccessivamente retorico forse, ma efficace nel trascinare alla commozione le grandi folle che accorrevano ad ascoltarlo specialmente durante la quaresima: tali doti risaltarono e gli diedero la fama e la morte durante la resistenza spagnola agli eserciti napoleonici. Il comando della difesa di Saragozza, che era cinta d'assedio dai Francesi, venne infatti affidato il 24 maggio 1808 a Don José Rebolledo de Palafox y Melzi, il quale volle come consigliere privato il B., che già era stato suo precettore e amico. Lo scolopio in breve divenne l'animatore della resistenza: fu lui a redigere i proclami del Palafox, a pronunciare discorsi veementi; intransigente nel sostenere la necessità di una difesa a oltranza, procurò di fanatizzare il popolo, unendo al motivo patriottico il motivo religioso. In seguito a una imprudente sortita dalla città, l'11 agosto, il B. fu fatto prigioniero dal nemico, che invano cercò di indurlo a consigliare il Palafox alla resa. Dopo pochi giorni, in seguito a trattative avvenute fra le due parti, l'assedio fu tolto e il B. liberato: non si mancò d'interpretare il fatto in chiave miracolosa. L'assedio riprese, però, il 21 dicembre e in breve la città fu ridotta in una situazione drammatica: si diffuse una epidemia e lo stesso Palafox si ammalò, trasferendo i poteri a una giunta di governo in cui entrò anche il B.; nonostante la sua opposizione intransigente, fu necessario intavolare trattative per la resa. Entrate le truppe francesi in città, il B., accusato di fomentare disordini, fu prelevato dalla sua abitazione la notte del 24 febbr. 1809, ucciso a colpi di baionetta, e il suo corpo gettato nell'Ebro.
Bibl.: P. Manuel Perez, Corona Calasancia, II, Madrid 1865, pp. 273-277; Mémoires du général Leieune. De Valmy à Wagram, Paris 1895, pp. 173, 197, 234, 239, 241, 245; Escolapios insignes por su piedad religiosa desde el origin de las escuelas pias hasta nuestros dias, IV, Madrid 1900, pp. 360-364; T. Viñas a S. Aloysio, Index biobibliographicus CC. RR. PP. Matris Dei Scholarum Piarum, I, Romae 1908, pp. 74 s.; P. Calasanz-Razaba, Historia de las escuelas pias en España, II, Valencia 1917, pp. 214-216, 259-261, 365, 3671 406-411; L. Picanyol, in L'Eco dei nostri centenari, 1946, nn. 3-4, pp. 28 s.; Angel Pastor Beltrán, Biografia del Padre B., Zaragoza 1959; Dictionnaire d'Hist. et de Géogr. Ecclés., IX, pp. 406 s.