BASCHIRI (o Baškiri)
Popolazione della famiglia uralo-altaica, del gruppo turco-tartaro, stanziata sui pendii e sulle colline occidentali e orientali della parte meridionale della catena degli Urali, nonché sulle pianure adiacenti e in particolare nel bacino del fiume Bielaia, affluente del Cama. I Baschiri costituiscono il nucleo più importante di popolazione della Repubblica socialista sovietica autonoma baschira (A.B.S.R.), la quale fa parte della R.S.F.S.R. Il loro numero ammonta (censimento 1923), a 734.454.
Dal punto di vista somatico si distinguono i Baschiri delle steppe, di statura media (166 cm.), con viso largo e piatto e naso largo, e i Baschiri della foresta, di statura più alta, con naso aquilino e viso allungato. Tratti comuni a entrambi i tipi sono il colore smorto del viso, occhi di color grigio e bruno, ad apertura palpebrale stretta, orecchi sporgenti; scarsa pelosità sul viso. Per la forma del cranio essi sono in moderata prevalenza brachicefali (indice cefalico medio 82). Sembrano risultare, nel complesso, da una fusione di elementi mongoloidi e caucasoidi.
I Baschiri si dedicano all'agricoltura e all'apicoltura, nella zona montana, e all'allevamento del bestiame nelle steppe. La maggior parte di essi ha sedi fisse invernali, ma d'estate diventa nomade. La superficie del territorio che era in loro possesso è andata rapidamente diminuendo, per passare in mano ai coloni russi. E gli stessi costumi tradizionali si vanno in parte perdendo.
L'abitazione stabile (o invernale) è formata da case costruite con tronchi d'albero, nelle quali le finestre, prive talvolta di vetri, sono protette da pezzi di scorze d'albero. D'estate, invece, i Baschiri montanari usano capanne primitive, mentre quelli orientali, ossia delle steppe, dimorano sotto le loro tende costituite da tre grandi graticci e da una vòlta. A quest'ultima è appesa la porta. La vòlta prima si copre di paglia, poi di pesanti drappi felpati; in essa è praticata una piccola apertura per la luce. L'arredamento della tenda è comunemente costituito da due lettini coperti di tappeti, da un baule posto tra i letti e da una stufa collocata nel centro. L'abbigliamento degli uomini è composto di una camicia, di pantaloni larghi, di una giubba e di un kaftano (beshmet). Il camice largo è portato solo dai preti. D'inverno i Baschiri vestono una pelliccia (tulup), e portano stivali di panno, con suole di pelle. Il cappello di feltro è a forma di cono. Le donne vestono una camicetta, pantaloni, una specie di kaftano (ziulen), e un copripetto di monete. Usano largamente braccialetti ed orecchini.
I Baschiri si nutrono soprattutto di carne (agnello, bue, cavallo) e di latticinî (kumys, preparato dal latte della cavalla, e ajran, latte acido con crema); da tempi recenti è largamente diffuso il tè.
Il Baschiro è pigro, sospettoso, dissimulatore e dispettoso; ma al tempo stesso coraggioso, buono, onesto e ospitale.
La vita familiare è conformata ai dettami del codice musulmano, tuttavia i casi di poligamia sono molto rari per ragioni economiche. Il divorzio, anche prima dell'introduzione delle leggi sovietiche, si effettuava semplicemente per volontà di una delle parti. Motivi di divorzio erano considerati la disubbidienza, l'incapacità di amministrare il patrimonio domestico, l'infedeltà constatata più di tre volte.
Le feste popolari dei Baschiri sono per la maggior parte legate all'islamismo (Ramadan, Bajran); risale all'epoca del paganesimo solo la festa dedicata alla primavera (Sabantui), che ha luogo prima che la popolazione inizî il periodo della vita nomade. Questa festa è accompagnata da gare a cavallo. Fino a poco tempo fa tutti i Baschiri, senza eccezione, erano musulmani-sunniti, ma senza alcuna traccia di fanatismo religioso. Le funzioni sacre vengono celebrate con scarsa regolarità e nelle credenze si son conservate tracce di paganesimo. Quasi in ogni villaggio esiste una moschea; ai mullah la tradizione aveva affidato il compito d'insegnare l'arte del leggere e dello scrivere in arabo.
L'insegnamento laico era, prima della rivoluzione, poco diffuso. Attualmente più di 50.000 giovani frequentano le scuole di primo e di secondo grado (comprese 14 scuole baschire sociali con circa 5000 alunni) e più di 600 sono iscritti agl'istituti di pedagogia e di economia rurale. Fino a questi ultimi anni non esisteva una letteratura baschira scritta; esiste invece fin da tempi remoti una ricchissima letteratura popolare tramandata a voce, che è stata finora poco raccolta e studiata. Un posto considerevole occupano in tale letteratura popolare le narrazioni epiche (l'eroe principale dei numerosi canti è Salavat Julailv, un Baschiro che prese parte alla insurrezione capitanata da Pugačev nel sec. XVIII), nonché le leggende e gl'indovinelli.
Bibl.: S. Sommier, Un'estate in Siberia, Firenze 1885; D. P. Nikolski, I Baschiri (in russo), Pietrogrado 1899; S. Rondenko, Traditions et contes Bachkirs, in Revue des traditions populaires, XXIII (1908); id., I Baschiri (in russo), 1926; J. J. Zarubin, Elenco delle popolazioni dell'U. R. S. S. (in russo), Accademia delle Scienze, Leningrado 1927.
Lingua. - Il dialetto baschiro è parlato da circa 1.300.000 individui in una regione della Russia Europea intermedia fra il Volga e l'Ural nei distretti di Ufim, Orenburg, Vjatka, Perm e Samar (tuttavia non c'è da fidarsi molto delle statistiche che spesso mescolano ai Baschiri anche altri Tartari del Volga). Si distinguono due varietà dialettali, il baschiro montano e il baschiro delle steppe, conforme alla divisione etnografica. Il baschiro è un dialetto turco del ramo occidentale (v. turco-tartare, lingue) e presenta forti somiglianze con i vicini dialetti del Volga. Ha 7 vocali: 3 gutturali a, y, u, 4 palatali ä, i, i???, ü che corrispondono perfettamente a quelle dei dialetti del Volga (salvo basch. ü = Volga Θ, ü e basch. u = Volga Θ, u). In luogo dell's prelinguale sordo dei dialetti del Volga il baschiro delle steppe ha l'interdentale š, il baschiro montano un semplice h. In luogo di č il baschiro presenta un s palatalizzato, in luogo di j iniziale dell'altaico il baschiro presenta ž. L'armonia vocalica è osservata assai bene.
Bibl.: Ilminskij in Učenyja zapiski Kazanskago Univesriteta, 1861, p. 55 segg.; V. Katarinskij, Baškirsko-russkij slovar', Orenburg 1899; Práhle in Keleti Szemle, IV e V; N. K. Dmitriev, Étude sur la phonétique Bachkire, in Journal Asiatique, CCX (1927).
Storia. - Nel sec. XIII i Baschiri furono soggiogati dai Mongoli, ma di fatto, nei primi tempi, conservarono integra la loro organizzazione politica (principi con potere molto limitato; assemblea popolare o džiin). Quando l'islamismo fu adottato dall'Orda d'oro (sotto il Chan Izbek, sec. XIV), i Baschiri si convertirono anch'essi. Dopo la dissoluzione dell'Orda d'oro (metà del sec. XV) i B. andarono divisi fra diversi stati tartari (Kazan′, Astrachan' e Siberia); nelle steppe della Baschiria si stabilirono anche i Nogai. Poi sopravvennero i Russi, i quali penetrarono nella Baschiria (campagna del 1468); nel 1552 dopo lunga lotta occuparono Kazan′ e s'impadronirono di tutto il regno denominato da quella città. I Baschiri, che per di più erano stretti a sud-est dai Kirghisi, si sottomisero spontaneamente al potere russo. Molti Baschiri furono liberati dal pagamento del tributo a Mosca (jasak), ma in compenso furono tenuti a prestar servizio militare. Nel 1586 i Russi, su richiesta degli stessi B., costruirono le città di Ufa e di Samara, allo scopo di liberare i B. delle steppe dal giogo dei Nogai. Con l'estendersi del potere moscovita cominciò la colonizzazione della Baschiria; i colonizzatori provenivano dalla popolazione tartara della regione del Volga e da quella finno-tartara (Tartari, Meserjaki, Tepteri, Čeremisy). La maggior parte dei colonizzatori era data da disgraziati che venivano accolti come servi o come fittaioli dai proprietarî indigeni. Insieme a questi cominciarono ad apparire anche dei colonizzatori russi che acquistavano, e talvolta anche semplicemente s'impadronivano delle terre dei Baschiri, provocando così, al principio del sec. XVII, un vivo malcontento contro il governo russo. Il governo dello zar Alessio Michajlovič cercò da un lato di eliminare le cause di questo malcontento e con un'ordinanza del 1649 proibì la compera o l'affitto a lunga scadenza delle terre baschire; dall'altro, di rafforzare la difesa militare del paese; e a questo scopo fece costruire la linea fortificata di Zakan, le cui città furono popolate con prigionieri polacchi. Dalla seconda metà del sec. XVII fino agli ultimi decennî del sec. XVIII, i B. si ribellarono parecchie volte al governo russo. Causa delle rivolte, il malcontento, e più spesso l'agitazione del clero musulmano, proveniente da Kazan′ e strumento negl'intrighi politici dei Chan di Crimea, che cercavano fra i B. degli alleati nella lotta contro le autorità russe. Le principali sollevazioni dei B. avvennero negli anni 1662-63, 1705-8, 1735-36, 1738-40, 1754-55; essi parteciparono anche alla rivolta di Pugačev nel 1771-74. Tutte queste rivolte furono crudelmente soffocate dal governo russo, soprattutto con l'aiuto dei Calmucchi, dei Kirghisi e dei colonizzatori, ai quali furono date in compenso le terre che avevano in affitto. Così le rivolte non arrestarono la colonizzazione russa, ma al contrario la rafforzarono. Particolare importanza per la colonizzazione della regione dei B. ebbe nel 1740-50 l'attività di I. I. Nepljuev, primo governatore di Orenburg. Gli abusi durante il popolamento delle terre baschire provocarono un'ordinanza governativa, con la quale fu di nuovo proibito l'acquisto delle terre (1818). Quest'ordinanza fu abolita nel 1832, quando la confusa questione dei diritti sulla terra in Baschiria, fu decisa col riconoscimento dei B. come proprietarî di tutte le terre "loro appartenenti senza contestazioni" e fu disposto che si procedesse alla delimitazione dei confini. All'epoca di Alessandro II il governo mirò ad eguagliare i B. al resto della popolazione dell'Impero. Nel 1865 i B. passarono dall'amministrazione militare a quella civile e l'obbligo del servizio militare generale introdotto nel 1874 fu esteso anche ai B. Nel 1869 furono pubblicate le norme per l'assegnazione dei lotti di terra agli antichi colonizzatori nelle terre di proprietà dei Baschiri. Gli abusi da cui fu accompagnata l'applicazione di queste norme, portò ad una vera "epopea di spogliazione" delle terre dei Baschiri, finita con un'ispezione senatoriale nel 1881. Dopo la rivoluzione russa del 1917 con i territorî abitati dai Baschiri fu formata la Repubblica socialista sovietica autonoma dei Baschiri (v. baschiria).
Bibl.: S. Sommier, Fra i Baschiri, in Arch. p. l'antropol. e l'etn., Firenze, XI; D. P. Nikolskij, Baškiry, 1899; Rossija, raccolta diretta da Semenov-Tjanxaskij, V: La regione degli Urali, 1914; S. I. Rudenko, Baškiry, 1926.