basalto
La pavimentazione degli oceani
La lava basaltica, protagonista di imponenti fenomeni vulcanici sia sulla terra emersa sia in ambiente subacqueo, costituisce, una volta che si è solidificata, l'elemento caratteristico della crosta oceanica, cioè la regione superficiale più estesa della parte solida della Terra
Il basalto è la roccia magmatica (dal latino magma "impasto") o ignea (dal latino igneus, derivato di ignis "fuoco") effusiva in assoluto più diffusa. Con l'andesite, altro tipo di roccia vulcanica, costituisce la quasi totalità, circa il 98%, delle rocce formate da lave eruttate sulla superficie terrestre e poi soggette a un processo di cristallizzazione, cioè alla riduzione a uno stato in cui le molecole sono ordinate nello spazio con regolare periodicità. Generalmente, quando non è molto alterato dagli agenti atmosferici, il basalto ha colorazioni che dal grigio scuro possono tendere al nero. I minerali fondamentali che definiscono la sua composizione media sono il plagioclasio, ricco di calcio, il pirosseno, che oltre al calcio presenta ferro e magnesio, e l'olivina, più ricca di ferro e magnesio.
Le rocce basaltiche hanno origine da lave molto fluide caratterizzate da temperature elevate (intorno ai 1.200 °C) e associate a manifestazioni vulcaniche non esplosive. I fenomeni effusivi, che conducono alla fuoriuscita e alla consolidazione delle lave che producono queste rocce, si realizzano sia in zone emerse sia in ambiente subacqueo; essi determinano coperture laviche estese su vaste superfici, che sono spesso interessate da notevoli fessurazioni, ossia spaccature, prismatiche o colonnari.
Nel passato geologico, imponenti estensioni basaltiche perlopiù orizzontali e di poco spessore si formarono in aree continentali interessate da sistemi di fratture di considerevole estensione. Un notevole esempio si trova nella regione del Deccan in India, dove 65 milioni di anni fa furono eruttati complessivamente 2 milioni di km3 di materiale. Sempre in zone emerse, notevoli eruzioni effusive di basalti hanno luogo anche in edifici vulcanici di tipo centrale, come l'Etna, il più grande vulcano basaltico continentale in attività, o come i giganteschi vulcani a scudo delle Isole Hawaii, che in realtà si elevano dal fondo degli oceani. I vulcani a scudo sono quelli che emettono lave fluide che si disperdono su aree assai vaste e che hanno perciò diametri alla base molto grandi rispetto all'altezza, come gli scudi.
Tuttavia, la manifestazione di vulcanismo basaltico più imponente si realizza alle profondità dei fondali oceanici, in particolare nelle dorsali oceaniche. Infatti, da queste complesse e imponenti strutture che solcano tutti gli oceani, tipicamente nelle zone centrali, fuoriescono in continuità volumi ingenti di magma basaltico che nel corso degli ultimi 200 milioni di anni hanno costruito l'attuale pavimentazione della crosta oceanica. Le dorsali oceaniche hanno un significato assai rilevante nella teoria delle tettonica a placche e, in modo schematico, sono assimilabili a cordigliere il cui asse centrale costituisce una profonda spaccatura che attraversa tutta la crosta terrestre.
Il basalto è caratterizzato da quantità di materia variabili tra 2.700 e 3.100 kg/m3; ha, quindi, una densità relativamente alta rispetto ad altre rocce. Inoltre, possiede elevata resistenza all'usura e alla compressione. Pertanto esso è utilizzato spesso nelle pavimentazioni stradali e negli arredi urbani, ma è anche frequente come pietra di rivestimento delle parti esterne di edifici. Per le stesse ragioni, il rapporto tra l'uomo e la roccia basaltica è storia antica. Si conoscono opere in basalto attribuite a culture megalitiche, come quelle della Sardegna (tombe dei giganti, nuraghi) risalenti al periodo nuragico (circa 1500÷500 a.C.). La sua ampia diffusione ne decretò il successo come materia prima per la scultura, spesso in contrasto cromatico con il marmo, presso tutte le maggiori civiltà antiche.