MALFATTI, Bartolommeo
Storico e geografo italiano, nato a Mori (Trento) il 23 febbraio 1828, morto a Firenze il 15 gennaio 1893. Compiuti a Trento gli studi secondarî, seguì quelli universitarî a Praga, dove ebbe occasione anche di prendere cognizione delle operazioni topografiche, seguendo i lavori di rilevamento che si compivano nella regione. Ciò valse ad acuire in lui il gusto e l'interessamento per la geografia, verso cui si sentiva attratto dall'opera che Carlo. Ritter andava svolgendo dalla cattedra in Germania. Da Praga passò poi a Vienna e quindi a Pisa, dove nel 1851 si laureò in giurisprudenza. Visse poi per qualche tempo a Firenze, dove coadiuvò Gaetano Milanesi a una nuova edizione delle Vite del Vasȧri. Ritornato a Trento, prese parte attiva al movimento nazionale, onde, caduto in sospetto della polizia, si trasferì a Milano: ivi si legò in grande amicizia con Carlo Tenca e divenne assiduo collaboratore del Crepuscolo (nel quale pubblicò, nel 1858, I cicli epici e la poesia narrativa del Medioevo) e del Politecnico di Carlo Cattaneo, pubblicandovi svariati scritti di carattere geografico e etnografico, che raccolti poi in un volume (Milano 1868) dovevano avere tanta influenza nel dare un nuovo indirizzo scientifico agli studî geografici in Italìa. Dopo la liberazione della Lombardia fu nel 1860 chiamato a insegnare storia nell'Accademia delle belle arti e poi in quella scientifica e letteraria di Milano, dove R. Bonghi istituì per lui la prima cattedra universitaria di geografia in Italia. Ammalatosi, fece ritomo nel Trentino, e nella villa di Povo occupò gli ozî della convalescenza a scrivere l'opera su Imperatori e papi al tempo della signoria dei Franchi in Italia: il primo volume apparve nel 1876, restando inedito, per vicende editoriali, il secondo già compiuto.
Quest'opera (che giunge fino al 792, ma abbraccia anche il periodo anteriore a quello propriamente franco) è una delle migliori della storiografia italiana nella seconda metà del sec. XIX: di ampio respiro e di solida inquadratura, avrebbe meritato fortuna migliore.
Dopo qualche tempo trascorso a Roma, dove tenne un corso universitario di etnografia, che riassunse poi in un volumetto (Milano 1879), il M. fu nel 1878 nominato professore di geografia e etnografia nel R. Istituto di studî superiori di Firenze e occupò questa cattedra sino alla sua morte. Tenuto in grande considerazione dai colleghi per la vastità e profondità del suo sapere, godette particolarmente la stima di P. Villari, che durante il tempo in cui fu ministro gli affidò il compito di proporre un nuovo ordinamento agli studî universitarî di geografia.
Per quanto riguarda la sua produzione letteraria, alle opere ricordate sono da aggiungere numerosi lavori di storia e di toponomastica trentina, pubblicati nell'Archivio storico per Trieste, l'Istria e il Trentino e in altri periodici (egli stesso era stato uno dei fondatori del Giornale del Trentino) e di geografia coloniale, della quale fu un precursore, inseriti nel bollettino della sezione fiorentina della Società africana d'Italia che il M. presiedette. I suoi scritti inediti si conservano nella Biblioteea universitaria di Firenze. Un suo ampio lavoro postumo di toponomastica trentina fu pubblicato da E. Tolomei nel suo Archivio per l'Alto Adige.
Bibl.: F. Ambrosi, Scrittori e artisti trentini, 2ª ed., Trento 1894, pp. 214, 340, 529 (con l'elenco di tutte le opere del M.); Att. Mori, Commemorazione di B. M., in Almanacco geografico italiano, Bergamo 1894.