BARTOLOMITI
. Congregazione di religiosi armeni, stabilitasi a Genova nel 1307 e soppressa nel 1650. Una bolla di Clemente V (del 10 giugno 1307, da Poitiers) concedeva indulgenze a chi avrebbe aiutato dei monaci armeni, chiamati nella bolla basiliani, fuggiaschi dalla regione dell'Armenia detta Monte Nero, a fabbricare una chiesa in Genova. Poiché un ordine basiliano non è mai esistito in Oriente prima del sec. XVII (v. Basiliani), è evidente che Clemente V ha chiamato basiliani i monaci armeni di qualche convento indipendente, uniformandosi alla credenza allora diffusa in Occidente che tutti i monaci orientali vivessero sotto la regola di S. Basilio. La chiesa fu fabbricata sotto il titolo della Madonna e dell'apostolo S. Bartolomeo, ancora esiste ed è chiamata "degli Armeni". Sembra che altri monaci amieni vi si rifugiassero, e di là si propagassero altrove, poiché nel 1318 troviamo un altro convento a Parma, e poi altri a Siena, Pisa, Firenze e perfino a Roma. Nel 1350, morti gli Armeni, gl'Italiani che si erano messi sotto la loro direzione, presero l'abito e la regola dei domenicani e soppressero il rito armeno. Innocenzo X soppresse l'ordine con bolla del 29 ottobre 1650. La chiesa di S. Bartolomeo fu data nel 1656 ai barnabiti: vi si conservano circa quindici iscrizioni funebri in armeno, che ricordano i primi monaci venuti dall'Armenia.
Bibl.: La bolla di Clemente V si trova nel Regesto Vaticano 54, fol. 26; il sunto è stato dato nel Regestum stampato, II, Roma 1885, n. 1663. Quella della soppressione nel Bullarium del Mainardi, VI-3, Roma 1760, p. 216. Vedi poi Giorgio Bitio, Relatione del principio e stato continuato della sagra religione de' frati de san Basilio degl'Armeni in Italia, Pavia 1640 (rarissimo); P. Hélyot, Histoire des ordres monastiques, religieux et militaires, rist., Parigi 1721, I. Per la partenza dei primi monaci, dall'Armenia Minore v. H. F. Tournebize, Hist. polit. et relig. de l'Arménie, I, Parigi 1910, p. 227.