BARTOLOMEO
Sappiamo che era figlio di Salomone, originario di Valmontone nel Lazio. Nel 1341 era uno dei due vicari generali del vescovo di Padova e arciprete di Santa Giustina a Monselice, nella stessa diocesi. Aveva anche il titolo di canonico costantinopolitano quando, il 14 luglio 1348, fu consacrato vescovo di Cattaro. Sei mesi più tardi, il 30 genn. 1349, fu traslato alla cattedra di Traù. Nel luglio del 1351 si trovava ad Avignone: di lì nominò un suo vicario nella chiesa di Santa Giustina, di cui aveva ottenuto di conservare l'arcipretura. Il pontefice Clemente VI, nel settembre dello stesso anno, affidò a lui e agli arcivescovi di Ragusa e Durazzo il compito di svolgere una missione in Serbia e in Albania al fine di dissipare gli scismi e riportare quelle regioni all'unità della Chiesa cattolica. B., lasciata Avignone, si soffermò dapprima a Padova, ove nell'aprile del 1352 confermò l'elezione della badessa del monastero di Santa Maria presso Monselice, quindi prese possesso della sede di Traù. Al termine della sua prima missione, ebbe dal papa l'incarico di compierne un'altra, assieme al carmelitano Pietro Tomasio, vescovo di Patti, presso il re di Serbia Stefano Du§an- Questi, nell'intento di ottenere un valido appoggio al suo ambizioso disegno di soppiantare i Paleologo dal trono di Bisanzio, aveva fatto intravvedere al pontefice la possibilità di ricondurre la Chiesa serba in seno alla cattolicità. L'esito della legazione fu negativo e B. rientrò a Traù: nel maggio del 1356, quando la morte i improvvisa di Stefano Du§an aveva già fattoA~ntare ogni speranza, il papa scrisse a B. invitandolo a recarsi presso la Sede apostolica per riferire più ampiamente sulla missione svolta.
Nel 1358 B. ottenne la conferma di due antichi privilegi della Chiesa di Traù da parte di Ludovico, re d'Ungheria, il quale proprio in quell'anno aveva esteso il suo dominio sulla Dalmazia. Nel 1359 una controversia tra B e il vescovo di Sebenico, riguardante le decime di alcuni villaggi, fu risolta in favore del primo dai giudici a ciò delegati da re Ludovico.
Negli ultimi anni del suo episcopato B. ebbe una grave lite con il suo capitolo, di cui i documenti ci forniscono ampi particolari. Il 4 apr. 1356 il vicario del legato apostolico Egidio Albornoz aveva fissato l'ammontare della decima della legazione da esigersi nella diocesi di Traù; ma B., dopo essersi fatto consegnare gli importi dovuti dal capitolo e dai monasteri, non aveva fatto alcun versamento al legato apostolico. Da ciò tutta una serie di proteste del capitolo, preoccupato della minaccia di interdetto che incombeva sulla Chiesa traurina. Le proteste culminarono nel 1359 con un appello al papa in cui si denunciava l'inadempienza e i "pharaonici mores" del vescovo, che era pure accusato di atti di violenza verso i canonici. Pochi mesi dopo B. fu scomunicato. Ma la lite continuò: nel settembre 1360 convennero ad Ancona davanti all'uditore generale del legato apostolico i procuratori del vescovo e del capitolo. Non si conosce l'esito della causa: ma è lecito supporre che B. sia stato sciolto dalla scomunica quando, qualche mese più tardi, ottenne in prestito dal vescovo ungherese di Nyitra i 128 fiorini, necessari a estinguere il suo debito nei confronti del legato apostolico. B. probabilmente morì nel corso del 1361; il 17 dicembre di quell'amo gli fu dato un successore.
Fonti e Bibl.: T. Smièiklas, Codex Diplomaticus Regni Dalmatiae, Croatiae, Slavoniae, XI,Zagabriae 1913, pp. 478 s., 499 S.; XII, ibid. 1914, pp. 33, 225, 299, 301, 337, 345, 386, 394, 5051 sii s., 518 s., 530-33, 558, 566, 569, 604, 607, 613, 615, 622, 625 s., 630, 633-3s, 640-42, 670; G. Lucio, Memorie istoriche di Tragurio,Venezia 1673, DI). 253, 269, 280: D. Farlati, Myricum Sacrum, IV, Venetiis 1679, pp. 381 ss.; P. B. Gams, Series Episcoporum,Ratisbonae 1873, p. 434; C. Eubel, Hierarchia catholica..., I, Monasterii 1913, pp. 177, 490; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., VI, col. 1032.