ZORZI, Bartolomeo
Poeta italiano che scrisse in lingua provenzale, del quale sappiamo soltanto che era nativo di Venezia, forse mercante. Fiorì nella seconda metà del sec. XIII, e insieme con altri suoi concittadini fra il 1264 e il 1266 fu, in una nave, catturato dai Genovesi e condotto nella loro città. Nelle carceri di Genova languì alcuni anni e certo vi era ancora nel 1270.
Si hanno di lui 18 poesie: alcune canzoni d'amore, due alla Vergine e tre politiche. Lo Z. non rivela grandi qualità di poeta, ma tuttavia dimostra una certa sincerità di sentimento e anche di espressione che non è priva talvolta di forza e di efficacia. Le poesie più belle sono appunto i sirventesi politici scritti nelle carceri: uno in risposta al trovatore genovese Bonifazio Calvo che in un suo sirventese aveva assalito i Veneziani, e lo Z., pur nei ceppi dei nemici, difende i suoi concittadini; un altro ch'è un caldo appello al re di Francia Luigi IX alla vigilia della sua partenza (maggio 1270) per la crociata, affinché ottenga dai Genovesi la liberazione dei Veneziani prigionieri, trattenuti nelle carceri nonostante i patti conclusi fra le due repubbliche; e un terzo, il bellissimo e commosso Pianto "pien di pietà e di sdegno" per la morte di Corradino (1268) e del duca Federico d'Austria, giustiziato lo stesso giorno dello svevo.
Bibl.: E. Levy, Der Troubadour B. Z., Halle 1883; G. Bertoni, I Trovatori d'Italia, Modena 1915, pp. 114-118, 157, 446-456; V. De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all'Italia, Roma 1931, passim.