RUSPOLI, Bartolomeo
RUSPOLI, Bartolomeo. - Nacque a Toma il 25 agosto 1697 da Francesco Maria Ruspoli Marescotti, primo principe di Cerveteri, e da Isabella Cesi di Giuseppe Angelo, dei duchi di Acquasparta.
Apparteneva a una famiglia aristocratica che, tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, aveva conosciuto una rilevante ascesa, grazie a una oculata amministrazione patrimoniale e a una serie di incroci matrimoniali che avevano concentrato i beni delle famiglie Ruspoli, Marescotti e Capizucchi. Coronamento di tale ascesa fu l’acquisto, nel 1713, dell’imponente palazzo Caetani su via del Corso, dove Ruspoli poté disporre di un appartamento al secondo piano, affrescato da Michelangelo Cerruti.
Ebbe come maestro il letterato senese Girolamo Gigli, rifugiatosi a Roma e divenuto precettore in casa Ruspoli nel 1708. Completati gli studi a Siena, presso il collegio Tolomei, fu inizialmente destinato a entrare nell’Ordine dei cavalieri di Malta. La famiglia scelse poi di indirizzarlo alla carriera ecclesiastica, lasciando al più giovane fratello Alessandro (1708-79) il compito di continuare la famiglia.
Nominato protonotario apostolico partecipante, dal 1719 fu referendario di Segnatura, primo grado della carriera prelatizia. Dopo essere stato governatore del conclave nel 1721, l’anno successivo fu nominato da Innocenzo XIII segretario dei memoriali. Si trattava di una carica di grande confidenza, che poneva Ruspoli a diretto contatto con il pontefice. Più che per le sue capacità, egli fu assunto in quel ruolo a causa dei suoi legami familiari con la famiglia del pontefice. Sua madre era infatti figlia di Giacinta Conti (1652-1728), sorella di Innocenzo XIII.
Dopo la conclusione del breve pontificato del prozio e l’elezione, nel 1724, di Benedetto XIII, la carriera di Ruspoli proseguì lungo i binari tipici della prelatura. Nel 1724 fu nominato segretario della congregazione di Propaganda fide. La principale questione con cui dovette misurarsi fu quella dei cosiddetti riti cinesi. Quando il legato Mezzabarba giunse a Roma, nel maggio 1723, si cominciarono a regolare i conti con i gesuiti. Innocenzo XIII chiese spiegazioni al generale della Compagnia, Michelangelo Tamburini, ordinandogli di sospendere nel frattempo l’invio di altri gesuiti in Cina, ma il successore di Innocenzo XIII papa Benedetto XIII temperò queste disposizioni. Tamburini scrisse un Memoriale con Sommario per difendere l’operato dei gesuiti, e la congregazione di Propaganda incaricò Ruspoli, di aprire un’inchiesta sull’accaduto. L’inchiesta si protrasse dal 1724 al 1730 con più di quattrocento riunioni, ma si concluse con un nulla di fatto, lasciando tuttavia traccia documentaria in dodici volumi manoscritti, intitolati Riflessioni di monsignor segretario (Roma, Biblioteca dell’Accademia nazionale dei Lincei e Corsiniana, Mss., 40.F.7).
Nel 1725 ricevette gli ordini minori. Da alcune testimonianze dell’epoca sembra che in questa fase il cardinale Niccolò Coscia, favorito di Benedetto XIII, abbia prospettato la possibilità di una nomina cardinalizia di Ruspoli in cambio della corresponsione di una somma di denaro. La notizia, non verificabile, potrebbe essere messa in relazione a un periodo di ritiro nel feudo familiare di Vignanello, nel Viterbese, che dovrebbe collocarsi intorno al 1728. La nomina cardinalizia di Ruspoli giunse solo il 2 ottobre 1730, all’inizio del pontificato di Clemente XII Corsini. Secondo il diarista Francesco Valesio, derivò da ragioni di parentela – in quanto Ruspoli era nipote per parte di padre di una Corsini, Anna Maria – e dal rapporto personale che Ruspoli aveva stabilito con il cardinal Corsini nel corso degli anni Venti.
Clemente XII lo designò a far parte di una congregazione speciale sulla riforma dell’Università di Roma. Nel 1731 succedette nella lucrosa e prestigiosa carica di gran priore dell’Ordine di Malta al cardinal Camillo Cibo, che non poteva pagare una pensione di 2000 scudi imposta sulle rendite del priorato a beneficio dello stesso Ruspoli. Mantenne la carica di priore fino alla morte e, in questa veste, promosse alcuni restauri e abbellimenti nella sede dei cavalieri di Malta.
L’ascesa di Ruspoli avvenne in un contesto familiare non sereno. Si determinarono infatti contrasti piuttosto seri con il fratello Alessandro, che nel 1734 indussero Ruspoli a ritirarsi a vivere nel palazzo Savelli con la sorella Giacinta, che dal 1723 si era separata dal principe Filippo Orsini di Gravina, nipote del papa Benedetto XIII. Pur facendo parte di numerose congregazioni, appare una personalità piuttosto scolorita. Secondo il patrizio lucchese Bartolomeo Antonio Talenti (1710-79), Ruspoli, pur essendo assiduo ai suoi compiti, era «d’un naturale flemmatico e tardo, onde consumava un mese in un affare, che altri avrebbero spedito in una settimana» (Päpste und Kardinäle, 2007, p. 220).
Nel 1740 partecipò al conclave che elesse papa Benedetto XIV. Pur non essendo – anche per ragioni di età – tra i cardinali “papabili”, era tenuto d’occhio dai rappresentanti diplomatici e generalmente ritenuto capace. A esempio, nell’istruzione per i rappresentanti francesi lo si indicava tra i cardinali che, in un futuro pontificato, avrebbero potuto assumere la carica di Segretario di Stato.
Non risulta che Ruspoli, al contrario del fratello Alessandro, abbia esercitato significative forme di mecenatismo artistico o culturale. Fu membro dell’Arcadia col nome di Dalgiso Asterionio ed ebbe probabilmente rapporti con Georg Friedrich Händel, che dal 1707 al 1709 svolse funzioni di maestro di cappella presso il padre di Ruspoli.
Dopo alcuni mesi di malattia, morì a Vignanello il 21 maggio 1741, a soli quarantaquattro anni di età. Fu in seguito tumulato nella chiesa dell’Immacolata concezione dei cappuccini, a Roma.
Fonti e bibl.: M. Guarnacci, Vitae et res gestae pontificum romanorum et S.R.E. cardinalium a Clemente X usque ad Clementem XII, II, Romae, 1751, coll. 621-624; G.V. Marchesi Buonaccorsi, Antichità ed eccellenza del protonotariato apostolico partecipante, Faenza 1751, pp. 503 s.; P. Litta, Famiglie celebri italiane, XLIII, Marescotti di Bologna, Milano 1838; Recueil des instructions données aux ambassadeurs et ministres de France depuis les traités de Westphalie, XX, Rome, a cura di G. Hanotaux, III, Paris, 1913, ad ind.; L. von Pastor, Storia dei papi, XV, Roma 1933, ad ind.; J. Metzler, Die Kongregation im Zeitalter der Aufklärung…, in Sacrae Congregationis de Propaganda Fide memoria rerum. 350 anni al servizio delle missioni, 1622-1972, a cura di J. Metzler, II, 1700-1815, Rom-Freiburg-Wien 1973, p. 33 e ad ind.; F. Valesio, Diario di Roma, V-VI, a cura di G. Scano, Milano 1979, V, pp. 284 s., 310 s., 368, 376, 382, 404 s., 644, 653, 709, 730, 774; VI, 152, 245, 284, 291, 400, 408, 412, 423, 425, 433, 438, 472 s., 476; Palazzo Ruspoli, a cura di C. Pietrangeli, Roma 1992, pp. 112 s., 229, 302, 395; C. Weber, Die papstlichen Referendare, 1566-1809: chronologie und prosopographie, Stuttgart 2003, p. 866; Päpste und Kardinäle in der Mitte des XVIII Jahrhunderts (1730-1777): das biographische Werk des Patriziers von Lucca Bartolomeo Antonio Talenti, a cura di S.M. Seidler - C. Weber, Frankfurt am Main 2007, pp. 220 s.