MONARI, Bartolomeo ( Monarino)
– Nacque a Bologna il 21 ag. 1662, da Francesco e da Anna Maria Sermani, nella parrocchia di S. Giovanni Battista dei Celestini. Per ragioni cronologiche, meno verosimile è il suo riconoscimento nell’omonimo figlio di Rinaldo e di Antonia Fratta, nato a Bologna il 23 ag. 1664 nella parrocchia di S. Cecilia (Registri battesimali della cattedrale).
Contrariamente a quanto si è supposto, non fu fratello del violonista e compositore Clemente Monari, come del resto è suffragato dall’indipendenza delle due carriere. Il soprannome di «Monarino» non aveva lo scopo di distinguerlo da un parente più anziano, ma rientrava nell’uso della forma diminutiva con valore vezzeggiativo, frequente a quel tempo a Bologna, città alla quale il M. legò per intero la propria attività.
Secondo le memorie tramandate dal campioniere Olivo Penna, il M. «sotto la direzzione di Agostino Filippucci sacerdote, e celebre compositore, […] apprese i primi precetti della musica» e «divenne primieramente organista così raro, che pochi se ne contarono a’ suoi tempi: fu poi nel comporre dotato d’una naturalezza, e d’una bizarria così rara, che meritò l’applauso universale» (p. 179). Il 20 apr. 1679 fu aggregato alla locale Accademia filarmonica nella classe dei suonatori, indi in quella dei compositori, dopo aver presentato come lavoro d’esame una Missa brevis a quattro voci tuttora conservata nell’Archivio di quell’istituzione (capsa I, n. 10). Nello stesso periodo, i registri delle spese straordinarie sostenute per la festa di s. Petronio, patrono della città, lo annoverano tra i musicisti soprannumerari, con probabile ruolo di cantore in registro di tenore o basso e con una paga occasionale – pari a quella assegnata ai colleghi – di 3 lire bolognesi (Vanscheeuwijck, pp. 259, 263).
L’esecuzione dei primi oratori per musica del M. ebbe luogo, di lì a poco, nella chiesa dell’arciconfraternita bolognese dei Ss. Sebastiano e Rocco, il 10 dic. 1681, con La Giuditte e, un anno dopo – nel medesimo giorno votivo dedicato alla Beata Vergine del Rosario –, con La Costanza trionfante nel martirio di s. Sebastiano (libretti di G.V. Snodelli). Il libretto a stampa del secondo lavoro indica già il M. come maestro di cappella della chiesa monumentale di S. Giovanni in Monte, per quanto tale ruolo fosse in quel momento ancora regolarmente esercitato da Filippucci. Secondo Penna, il M. assunse infatti il ruolo di organista in quella chiesa solo nel 1685, per poi succedere nel medesimo anno al maestro di cappella defunto. Tuttavia, «doppo un anno le convenne alienarsi da tale impiego per vari di lui fini» (Penna, p. 179), o piuttosto poiché tale incarico era da intendersi ad interim (Vanscheeuwijck, p. 36). Una volta avvicendatisi Giuseppe Felice Tosi, Giovanni Bononcini e Giovanni Paolo Colonna, il M. assunse di nuovo il ruolo direttivo dal 1° luglio 1691 sino alla morte.
Rilevante fu al contempo la sua funzione nella vicina Accademia filarmonica, dove il 31 marzo 1689 ricevette per sorteggio il principato accademico. Nell’anno di carica favorì la riforma degli statuti in aspetti devozionali, archivistici, filantropici, economici e comportamentali (Ricordi per li signori compositori / cantori e sonatori dell’Accademia de’ signori Filarmonici, Bologna 1689: 500 copie stampate e distribuite il 21 aprile; Penna, p. 189); esercitò inoltre per nomina l’ufficio di consigliere negli anni 1683, 1693 e 1694 (o 1695), quello di collettore dei compositori nel 1689 e quello di censore nel 1690 e nel 1695.
Fin dal 1680 fu invitato a comporre musiche per l’annuale festa accademica nella chiesa di S. Giovanni in Monte: il 9 luglio 1680 presentò un mottetto per l’elevazione e una Salve Regina; il 15 giugno 1681, un secondo mottetto per l’elevazione e una seconda Salve Regina; il 13 luglio 1682, un terzo mottetto per l’elevazione e un Magnificat; nel giugno o luglio 1683, un Credo e un Dixit Dominus; il 23 giugno 1684, un Introitus e un Laudate pueri; il 3 luglio 1685, un secondo Credo e un Confitebor; il 26 luglio 1687, un Beatus vir e un secondo Laudate pueri; il 7 luglio 1688, un terzo Credo; il 7 luglio 1689, una coppia di Kyrie e Gloria e un terzo Laudate pueri; il 4 luglio 1690, una sinfonia dopo l’epistola; il 6 luglio 1691, un Domine ad adiuvandum; il 10 luglio 1692, un secondo Introitus e un secondo Confitebor; il 7 luglio 1693, un quarto Credo; il 26 luglio 1694, un secondo Beatus vir; il 15 luglio 1695, un secondo Magnificat; il 25 giugno 1696, un secondo Dixit Dominus; il 28 giugno 1697, un secondo Domine ad adiuvandum. Secondo la cronologia dell’Accademia, la festa del 26 giugno 1703 comprese inoltre l’esecuzione postuma di un Beatus vir. Le partiture di tali lavori sono tutte perdute; irrelata è con probabilità l’origine di un Laudate pueri a tre voci sole tramandato apografo con data del 14 luglio 1707 (Bologna, Museo internazionale e Biblioteca della musica, AA.366). Con la cantata per alto solo e basso continuo La Popea («Correa con piè superbo»), il M. contribuì infine a Melpomene coronata da Felsina (Bologna 1685), antologia concepita dal fior fiore dei musicisti bolognesi aggregati o vicini all’Accademia filarmonica.
Quanto alla sua attività extraccademica, il M. perseverò nella composizione di oratori con Agare, eseguito nella chiesa filippina di S. Maria di Galliera il 1° nov. 1685 (libretto di S. Gualchieri), e con L’enigma di Sansone, eseguito nel palazzo del marchese Filippo Amatore Spada durante il 1690 (libretto di A.A. Sacco). Per contro, egli lambì appena la produzione teatrale con il dramma per musica Catone il Giovane, rappresentato nel teatro Formagliari durante il 1688 (libretto di G.B. Neri; l’avvertimento al lettore recita: «nell’elocuzione del verso ammira solo l’armonia del sig. Bartolomeo Monari provetto ormai nella finezza di tali materie, benche queste siano le primizie teatrali della sua penna»).
All’agosto 1687 risale un violento scontro tra la fazione del conte Filippo Bentivogli e quella del conte Pietro Malvezzi, protettori rispettivamente del M. e di Giacomo Antonio Perti, dovuto a una richiesta di musiche che le monache di S. Lorenzo, per la festa del loro patrono, avevano rivolto al primo dei due compositori scontentando i sostenitori del secondo (Ricci, p. 362).
Il 6 sett. 1693 il M. fu eletto organista della Confraternita de’ Poveri della Regina de’ Cieli, con preferenza su Giuseppe Antonio Vincenzo Aldrovandini, Pietro degli Antoni e Giuseppe Antonio Silvani; mantenne l’impiego sino alla morte (Fanti). Di un qualche rilievo fu altresì la sua attività di didatta per lo strumento, avendo egli perfezionato, tra gli altri allievi, Giuseppe Monteventi (Penna, p. 324). Da accantonare è invece l’ipotesi che sia stato maestro di canto di virtuosi celebri, tra i quali Francesco Antonio Mamiliano Pistocchi.
Il M., dopo aver presentato supplica alla Fabbriceria della basilica di S. Petronio, il 30 giugno 1692, con raccomandazione del cardinale legato Benedetto Pamphili, tale istituzione lo assunse il 14 dic. 1693 a decorrere dal giorno successivo, con primo pagamento il 19 dicembre, e gli assegnò come richiesto il ruolo di secondo organista nella propria cappella musicale, facendolo subentrare a Tosi, defunto, e affiancandolo a Giulio Cesare Arresti (Vanscheeuwijck, pp. 160, 265). Tale prestigiosa assunzione determinò l’assetto finale della carriera del M.: sotto la direzione di Colonna e fino a tutto il 1695, il M. percepì una paga mensile di 20 lire bolognesi; poche settimane dopo la morte del maestro di cappella, il 16 genn. 1696 di fatto e il 3 febbraio in modo formale, la Fabbriceria sciolse pro tempore l’istituzione musicale, salvo conservare in servizio i due organisti e procedere il 30 agosto successivo alla nomina di Perti come successore di Colonna; l’ultimo mandato di pagamento in favore del M. reca la data del 29 dic. 1696.
Il M. morì a Bologna il 7 genn. 1697 e fu sepolto nella chiesa di S. Martino della Croce de’ Sardi (Martini, 1971, p. 57). Dopo la sua scomparsa, la Fabbriceria di S. Petronio estinse il ruolo stabile di secondo organista, a un secolo esatto di distanza dalla sua istituzione.
La produzione compositiva del M. è tramandata in parte esigua. La raccolta a stampa Sonate da organo di varii autori (Bologna 1697 circa), curata da Arresti, comprende tre suoi lavori; altri 17 dello stesso genere – ma non tutti di sicura attribuzione – si trovano nella raccolta manoscritta Intavolatura di sonate e pezzi per organo (Bologna, Museo internazionale e Biblioteca della musica, CC.232) e un ulteriore, forse coincidente con uno dei predetti, in una miscellanea di sonate per tastiera (Roma, Biblioteca di Archeologia e storia dell’arte, Mss. Vessella, 207). Oltre la Missa brevis e il Laudate pueri citati, appartengono al genere sacro un Benedictus a quattro voci con basso continuo (Torino, Archivio capitolare del duomo) e un Miserere a quattro voci concertato con violini e «ripieni» (Vienna, Österreichische Nationalbibliothek, Mus.Hs., 19056). Una cantata per soprano e basso continuo (Amor, tu ch’hai per uso) è accolta in un lussuoso manoscritto offerto in dono da Colonna al duca Francesco II d’Este nel 1689 (Modena, Biblioteca Estense universitaria, Mus., C.312); altre otto cantate con lo stesso organico (Se in amor cerco lo scampo; Oh come strane, o Cinzia; Parto, dell’alma mia foco cocente; Fortuna, e dormi?; Tanti raggi il sol non spande; Tutto il bel che gl’occhi mirano; Quando penso a quel tuo labro; Risolvo adorarvi) sono in una seconda antologia anch’essa di origine emiliana (Napoli, Biblioteca del Conservatorio di musica di S. Pietro a Majella, Cantate, 33). Un ritratto del M. con stemma e in abito talare – privilegio legato in tal caso al ruolo nelle cappelle musicali e non allo stato ecclesiastico – appartenne a Giambattista Martini ed è attualmente conservato nel Museo internazionale e Biblioteca della musica di Bologna.
Fonti e Bibl.: Bologna, Archivio dell’Accademia filarmonica, O. Penna, Cronologia, o sia Istoria generale di questa Accademia ... MDCCXXXVI, I, pp. 29, 43, 53, 55, 65, 68, 73, 96-98, 106, 110, 165, 174, 179-193, 196, 198, 200, 235, 324; Bologna, Archivio generale arcivescovile, Registri battesimali della cattedrale, 115, c. 168v; 117, c. 204r; G.B. Martini, Serie cronologica de’ principi dell’Accademia de’ Filarmonici di Bologna, Bologna 1776, pp. 15 s.; Id., Catalogo degli aggregati della Accademia filarmonica di Bologna, a cura di A. Schnoebelen, Bologna 1971, pp. 56 s.; C. Ricci, I teatri di Bologna nei secoli XVII e XVIII: storia aneddotica, Bologna 1888, pp. 358, 362 s., 367; O. Mischiati - L.F. Tagliavini, L’arte organistica in Italia, in Chigiana: Musicisti lombardi ed emiliani, XV (1958), pp. 111 s.; M. Fanti, La chiesa e la Compagnia dei poveri in Bologna. Una istituzione di mutuo soccorso nella società bolognese fra il Cinquecento e il Seicento, Bologna 1977, p. 109; O. Gambassi, La cappella musicale di S. Petronio. Maestri, organisti, cantori e strumentisti dal 1436 al 1920, Firenze 1987, pp. 154-156, 486 s.; L. Callegari Hill, L’Accademia filarmonica di Bologna, 1666-1800: statuti, indici degli aggregati e catalogo degli esperimenti d’esame nell’archivio, con un’introduzione storica, Bologna 1991, pp. 95, 248, 264, 321, 328, 333; O. Gambassi, L’Accademia filarmonica di Bologna. Fondazione, statuti e aggregazioni, Firenze 1992, pp. 284-286, 301; J. Riepe, Die Arciconfraternita di S. Maria della Morte in Bologna: Beiträge zur Geschichte des italienischen Oratoriums im 17. und 18. Jahrhundert, Paderborn 1998, pp. 61, 85, 105, 201; V. Crowther, The oratorio in Bologna 1650-1730, Oxford 1999, pp. 31, 33, 72, 140, 149, 151; M. Vanscheeuwijck, The cappella musicale of S. Petronio in Bologna under Giovanni Paolo Colonna (1674-95), Bruxelles-Roma 2003, pp. 36, 38, 87, 91, 93, 114, 155, 159 s., 199, 213, 259, 263, 265; D. Masarati, Da Banchieri a padre Martini: sulla tradizione organistica bolognese, in Magnificat Dominum musica nostra. Atti della Giornata di studio sulla musica sacra nella Bologna d’un tempo dedicata alla memoria di Oscar Mischiati (1936-2004) … 2006, a cura di P. Mioli, Bologna 2007, pp. 34 s.; C. Vitali, L’oratorio alla Madonna di Galliera: aspetti storico-istituzionali, ibid., pp. 44 s.; Diz. encicl. universale della musica e dei musicisti, Le biografie, V, p. 142; The New Grove Dict. of music and musicians, XVI, p. 915.
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