MASSEI, Bartolomeo
– Nacque a Montepulciano il 2 genn. 1663, da Lorenzo, appartenente a una famiglia patrizia di antiche origini lucchesi.
Dopo essersi addottorato in utroque iure all’Università di Pisa il 29 maggio 1683, il M. entrò giovanissimo al servizio di Giovanni Francesco Albani, grazie alla mediazione dell’avvocato Pomponio De Vecchis. Da allora seguì la carriera dell’Albani nelle varie tappe che lo portarono al cardinalato nel 1690 e al soglio pontificio, nel 1700, con il nome di Clemente XI: fu dapprima coppiere, segretario e maestro di Camera, conclavista, e in seguito prelato domestico, coppiere e cameriere segreto del papa.
Ordinato suddiacono e diacono nel 1702 (23 settembre e 23 dicembre), il M. prese gli ordini sacri nell’aprile dell’anno successivo. Grazie all’intervento del pontefice ottenne un priorato nella chiesa collegiata di S. Maria in Via Lata, che poi permutò con un canonicato nella basilica di S. Maria Maggiore, per divenire, il 21 dic. 1712, canonico di S. Pietro. Ricevette numerosi incarichi diplomatici straordinari: nel 1712 fu ablegato pontificio a Milano per consegnare la berretta cardinalizia ad Agostino Cusani, vescovo di Pavia; nel 1714 accolse Violante Beatrice di Baviera, vedova del principe Ferdinando de’ Medici, che si recava in visita al santuario di Loreto; fu inviato nel 1715 a consegnare la berretta cardinalizia al cardinale H. Thiard de Bissy e a trattare della ricezione della bolla Unigenitus in Francia, trattativa poi interrotta per la morte di Luigi XIV. In quell’occasione entrò nelle grazie della corte di Versailles, circostanza che favorì successivi incarichi in territorio francese. Il 22 luglio 1717 fu nominato referendario delle due Segnature.
Nuovamente in Francia, latore della berretta cardinalizia al nunzio Cornelio Bentivoglio, il 4 febbr. 1721 fu nominato nunzio straordinario a Parigi, dove ricevette la notizia di essere stato preconizzato in concistoro arcivescovo di Atene in partibus. Nell’agosto del 1722, Innocenzo XIII (succeduto a Clemente XI nel maggio del 1721) lo nominò maestro di camera del papa e nunzio ordinario in Francia, e con questo incarico il M. rimase a Parigi fino al settembre 1730, impegnandosi nella riconciliazione con il clero francese e con l’arcivescovo di Parigi, cardinale Louis-Antoine de Noailles.
Rappresentò la S. Sede al congresso di pace di Cambrai il 15 sett. 1722, inoltrando, il 16 febbr. 1723, una protesta del papa per il mancato rispetto delle prerogative pontificie su Parma e Piacenza. Il 31 luglio 1724 fu deputato procuratore della S. Sede al nuovo congresso di pace di Cambrai e il 3 luglio 1728 a quello di Soissons.
Clemente XII lo promosse cardinale nel concistoro del 2 ott. 1730 con il titolo di S. Agostino. Rientrato a Roma il 5 dic. 1730, l’11 fu nominato legato della Romagna e il 18 ricevette il cappello cardinalizio nel concistoro solenne. Il 19 febbr. 1731 partì da Roma per prendere possesso della Legazione, che tenne fino al 28 febbr. 1735.
Il 12 genn. 1731 aveva ricevuto uno specifico incarico quale sovrintendente sulle Acque di Romagna. Dietro sua richiesta, gli idraulici Bernardino Zendrini ed Eustachio Manfredi redassero nel 1731 la relazione «per la diversione de’ fiumi Ronco e Montone dalla città di Ravenna» (in Raccolta d’autori italiani che trattano del moto dell’acque, VIII, Bologna 1823, pp. 375-422).
Il 21 maggio 1731 fu nominato vescovo di Ancona e Numana, sede vacante dopo la traslazione di Prospero Lambertini a Bologna. Partecipò al conclave del 1740, durante il quale il cardinale Neri Maria Corsini avanzò, insieme con altre, anche la candidatura del Massei.
La sua permanenza ad Ancona fu caratterizzata da intensa attività. Fece restaurare i palazzi vescovili, promosse la bonifica di alcune tenute della mensa episcopale e diede impulso a una serie di lavori in città: la decorazione della cattedrale di S. Cirillo, nella quale fu realizzato da Luigi Vanvitelli un nuovo altare per la cappella della Madonna; la pavimentazione della piazza principale; l’apertura di una nuova strada; l’ammodernamento del porto. Dal punto di vista dell’impegno religioso, compì numerose visite nella diocesi, promulgò editti per la riforma dei costumi del clero, dei religiosi, dei monasteri femminili, e introdusse in città le maestre pie Venerini, dedite all’insegnamento femminile. Nel 1738 celebrò un sinodo (26-28 ottobre) in cui confermò le costituzioni sinodali del 1708, emanate dal predecessore Marcello d’Aste. L’anno successivo chiamò a predicare in città Leonardo da Porto Maurizio. Nel corso del 1742 svolse un’azione a tutela della città di Ancona, attaccata da navi inglesi che contrastavano l’intervento spagnolo nei traffici inglesi.
Il M. morì ad Ancona il 20 nov. 1745.
Di lui lasciò una testimonianza papa Benedetto XIV, legato al M. da un’amicizia pluridecennale, che scrisse: «muore un cardinale che non era né nobile, né dotto, ma rispettabile per il suo contegno, per la eroica modestia e per la sua indicibile creanza» (Lettere di Benedetto XIV…, p. 154). Il M. fu prozio di Paolo Girolamo Massei che, nato a Montepulciano il 30 sett. 1712, ricoprì numerose cariche nell’amministrazione pontificia e divenne cardinale nel 1785.
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