MANFREDI, Bartolomeo
Pittore, nato a Ustiano presso Mantova circa il 1580, morto a Roma verso il 1620. Avviato in patria alla pittura dal Pomarancio, venne a Roma nei primi anni del Seicento, dove fu attratto completamente nell'orbita caravaggesca. Il M. è ricordato anche per certi suoi segreti di vernice e colori a olio impastati, che riuscivano di grande freschezza. Egli non dipinse che quadri di cavalletto; ne sono ricordati alcuni in casa Verospi a Roma, e altri nelle gallerie del granduca di Toscana. La mancanza di opere sicure del M., poiché nessuna egli ne lasciò firmata, e il fatto che continuamente è stato confuso con il Caravaggio, rendono non facili lo studio e la determinazione della sua arte. Delle opere più note attribuite al M. ricordiamo: i Suonatori delle Gallerie fiorentine, di chiara derivazione caravaggesca nell'illuminare; la Buona Ventura di Palazzo Pitti, forse la cosa più conosciuta, che ha vivaci elementi di luce e di colore, soprattutto nei panni smaltati e accesi; Bacco e un Bevitore della Galleria Corsini di Roma, in cui, pur indugiando il pittore nei particolari, contrariamente al Caravaggio, ottiene volumi ben definiti; S. Sebastiano medicato, di cui si conoscono tre repliche, delle quali la migliore sembra quella di Villa Albani a Roma; la Cattura di Cristo nell'orto (Roma, Galleria Borghese) a vivi smalti di colore aranciato, con tumulto di figure mosse e vivaci, di contro all'ombra del fondo; come una pittura di genere della Galleria Colonna di Roma, opera vivacissima di colori e di luci; due quadretti di Soldati che bevono (Pinacoteca di Modena), attribuiti ancora al Caravaggio, e i Suonatori della Corsini di Roma, di bella composizione che si svolge in profondità su due linee diagonali.
Continuatore delle forme caravaggesche, sebbene spesso in maniera esteriore; soprattutto vivace, appariscente colorista, e in questo contrario al maestro, il M. ebbe, secondo il Sandrart, una grande influenza su Gherardo Honthorst, e in genere sui pittori olandesi del Seicento.
Bibl.: B. Henrich, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIV, Lipsia 1930; A. Gauffin, Claudius Civilis, in Gaz. des beaux-arts, 1929, II, p. 146 segg.; G. Delogu, La pittura italiana del '600, Firenze 1930, pp. 30-31.