FALLAMONICA, Bartolomeo Gentile
Poeta genovese, fiorito nella seconda metà del Quattrocento. Era ancora in vita nel 1511. Certo una parte della sua vita trascorse in Spagna, il che spiega com'egli conoscesse profondamente il pensiero di Raimondo Lullo e come una corona di suoi sonetti italiani Sobre "Ecce homo" sia entrata nel Cancionero general impresso a Toledo nel 1520. Il suo poema di 42 canti in terzine, senza titolo e senza una chiara ripartizione, è un'imitazione della Divina commedia, scarsa di valore artistico, ma importante come documento della fortuna del filosofo di Maiorca, che il F. prende a guida nella sua mistica peregrinazione per tutto il regno della realtà. Il poema infatti si risolve in un'enciclopedia scientifica, filosofica, teologica, che si chiude negl ultimi nove canti con una descrizione dell'Inferno, del Purgatorio del Giudizio Finale e del Paradiso: i regni della pena e della purgazione sono sommariamente e genericamente abbozzati. L'influenza lulliana è manifesta specie nelle parti naturalistiche, moraleggianti e teologiche, mentre verso la fine del poema si accentua sempre più, nel contenuto, quell'influenza dantesca, che formalmente investe tutto il poema.
Scritti: Canti, a cura di G. Gazzino, Genova 1877.
Bibl.: G. B. Spotorno, Storia letteraria della Liguria, II, Genova 1824, p. 189 segg., S. Caramella, B. G. Fallamonica, in Dante e la Liguria, Milano 1925, pp. 127-176.