FAVERETTO (Favaretto, Favretti, Fabretto), Bartolomeo
Non si hanno notizie certe sulla data di nascita di questo musicista vissuto tra il XVI e il XVII secolo. Fu trombonista, corista, maestro di cappella presso la basilica di S. Antonio e la cattedrale di Padova e compositore. Come risulta da diversi documenti degli archivi di queste chiese il F. fu "prete", o "pre' sacerdote" (Padova, Arch. capit., Acta capitularia, Liber partium, vol. XI). Il 7 marzo 1595 venne assunto come trombonista presso la cappella della basilica del Santo.
Il ruolo di strumentista era molto richiesto nelle chiese di Padova: quando il F. ottenne (dal 1º maggio 1595) un incarico triennale, sempre come trombonista, nella cappella della cattedrale di Padova, Costanzo Porta, maestro di cappella della basilica del Santo, scrisse una lettera alla presidenza della basilica supplicando vivamente di rimpiazzarlo (cfr. Arch. antico... del Santo, Atti e lettere ai presidenti, 1º nov. 1595).
Era all'epoca abbastanza abituale nel Veneto l'uso degli strumenti nelle chiese; le sinfonie di G. Gabrieli, ad esempio, venivano eseguite nella basilica ducale di Venezia con cornetti, violini e tromboni. Questi ultimi, in particolare, erano adoperati per lo più allo scopo di rafforzare le parti vocali nelle composizioni sacre. Nella cattedrale di Padova il trombonista aveva spesso il duplice ruolo sia di strumentista sia di cantante, secondo il gusto del maestro di cappella (Garbelotto, 1965, p. 10).
L'incarico venne rinnovato al F. per altri tre anni a partire dal 1598. Il 13 ott. 1600 egli tentò con esito negativo di farsi assumere come maestro di cappella a Montagnano nella provincia di Padova, mentre il 6 agosto dell'anno seguente, insieme con la maggior parte dei membri della cappella, lasciò Padova probabilmente per difficoltà con il capitolo; successivamente, il 21 febbr. 1602 ritornò al servizio della cattedrale in qualità di corista. Il 21 novembre dello stesso anno un breve papale lo autorizzò, in via del tutto eccezionale rispetto alle norme del 1599 che imponevano la residenza dei cappellani cantori, a ricevere il salario mentre era fuori sede.
Nel 1604 Lelio Bertani, bresciano, si dimise da maestro della cappella della cattedrale e il 6 luglio dello stesso anno il F. gli successe con la qualifica di promaestro. Tale incarico doveva avere la durata di sei anni durante i quali non era previsto alcun tipo di aumento salariale e poteva inoltre essere interrotto qualora i canonici della cattedrale avessero individuato un maestro migliore. Tenendo conto, però, che l'8 ag. 1609 al F. venne rinnovato per altri sei anni (a partire dal 6 luglio 1610), si presume che la sua attività fosse stata giudicata soddisfacente.
Il F. morì probabilmente a Padova, forse nella seconda decade del luglio 1616 poiché il 26 luglio dello stesso anno il capitolo, facendo espresso riferimento alla sua morte, decise di cercare un nuovo maestro.
Nel periodo successivo la cappella musicale della cattedrale di Padova attraversò una fase di decadenza per la mancanza di maestri all'altezza dei precedenti. La sensibilità dei nuovi talenti, infatti, si avvicinava sempre di più alle ultime forme musicali del '600 basate sulla monodia accompagnata.
Opere: Laude spirituali a quattro voci nella Assontione della gloriosa Vergine Maria, Venezia, G. Vincenti, 1604 (canto solo) con lettera dedicatoria a suor Serafina Filomena "abbadessa del monasterio di S. Maria Mater Domini di Conegliano": Scendon dal ciel, prima parte; Ecco Regina omai, seconda parte; Sovra nube di rose, terza parte; Raddoppia il sol, quarta parte; Con allegro dolor, quinta parte; Ahi che ne lasci, sesta parte; Io vo rispose, settima e ultima parte su testo di G. Pagnini; Quae est ista; Assumpta est Maria, su testo di F. Tarriera. Questa raccolta di laudi si trova a Parigi presso la collezione André Meyer.
Alla Stadtbibliothek di Lipsia esiste una copia che è l'unica finora conosciuta di una raccolta di brani vocali cinquecenteschi Laudi d'amore. - Madrigali a cinque voci de diversi - eccellenti musici di Padoua. Nuovamente posti in luce. All'ill.re Signor Guglielmo - Adorne Boruso, Venezia, Ricciardo Amadino, MDXCVIII. La dedicatoria è firmata da Girolamo Boni che è uno degli autori di questa raccolta. In quest'ultima figurano del F. i madrigali Amor se leghi e sciogli (prima parte), Ma desio ben ch'accenda (seconda parte). Il Garbelotto avanza l'ipotesi che tale raccolta possa classificarsi come una "gara musicale di Autori padovani". Nel Cinquecento, infatti, in varie città d'Italia compaiono già altre raccolte di queste "gare" come alcune di autori siciliani raccolte a Ferrara, Brescia e Palerino e quelle di autori padovani raccolte da A. Barbato, da G. B. Mosto, da G. M. Radino e altri (cfr. Garbelotto, 1965, p. 8).
Fonti e Bibl.: Padova, Archivio capitolare, Acta capitularia, 1º maggio 1595, Registro "Canipe" (1596-1600) f. 45rv, 46; Ibid., Bibl. Antoniana, Liber Partium et actorum Ven. Arce S. Antonij Confessoris, vol. XI, (1594-1600), 7 marzo 1595; Ibid., Archivio antico della Venerabile Arca del Santo, Atti e lettere ai presidenti, fasc. VII (1573-1610), b. 65, 1º nov. 1595; Indice di tutte le opere di musica che si trovano nella stampa della pagina [sic] di Alessandro Vincenti, Venezia (M.D.XVIIII [sic?] 1619) in Monatshefte für Musik-Geschichte, 1882, Suppl. IV, 8; N. Bridgmann-F. Lesure, Collection musicale André Meyer, Abbeville 1960, p. 32; R. C. Casimiri, Musica e musicisti nella cattedrale di Padova nei secoli XIV, XV, XVI, in Note d'Archivio per la storia musicale, XVIII (1941), p. 134; XIX (1942), pp. 83-89; N. Bridgmann, Musique profane italienne des 16º et 17º siècles dans les Bibliothèques françaises, in Fontes artis musicae, II (1955), pp. 40, 55; A. Garbelotto, Singolare raccolta di musiche di autori padovani nel '500, in Padova e la sua provincia, (1965), pp. 8-12; Profilo storico-documentario dagli inizi a tutto il 1500, in Il Santo, n.s., VI (1966), p. 104; A. Sartori, Documenti per la storia della musica al Santo e nel Veneto, Vicenza 1977, pp. 35 s.; Bibliografia della musica italiana vocale profana pubblicata dal 1500 al 1700, I, Pomezia 1977, p. 603; A. Lovato, Gli organisti della cattedrale di Padova nel sec. XVII, in Rivista italiana di musicologia, XVII (1982), pp. 32 ss.; P. P. Scattolin, in New Grove Dict. of music and musicians, London 1980, VI, p. 440 e sub voce; Diz. encicl. univ. della musica e dei mucisisti, Appendice, p. 271.