DOTTI, Bartolomeo
Nato in Valcamonica nel 1651, morto a Venezia nel 1713, ebbe un'eccellente educazione; ma, di carattere caustico e di lingua mordace, esercitò la vena satirica con tale sfrenata libertà da tirarsi addosso innumerevoli guai e infine tre pugnalate che gli tolsero la vita. Per certi sonetti satirici contro nobili famiglie milanesi era stato condannato e chiuso in carcere a Tortona ma nel 1692 evase, riparando a Venezia ove entrò a prestar servizio nell'esercito della Repubblica e partecipò a varie azioni di guerra contro i Turchi. I suoi versi, dice egli stesso, erano nudi e crudi; nudi perché non adorni d'abbigliamenti, di lodi e di bugie; crudi perché gli stomachi nostrani provavano difficoltà a digerirli. Si hanno di lui due raccolte di versi: Rime e sonetti (Venezia 1689) e Satire (Venezia 1757).
Bibl.: E. Levi, in Nuovo archivio veneto, VI (1923), pp. 1-77.