BARTOLOMEO di Pietro
Orvietano, fece parte del gruppo di artisti che iniziarono a lavorare nel duomo di Orvieto dal 1417 per il restauro del mosaico della facciata. Tuttavia il suo nome è già citato per la prima volta nel 1410, quando, "per lire quattro e soldi dieci", eseguì un crocefisso su un grande messale miniato da Angelo di Pietro. Della sua attività nel duomo, consistentei nella coloritura dei parapetti del coro, non è rimasta traccia al di sotto delle successive dipinture di Angelo da Iglianello e Antonio Pastura (1490). Dipinse inoltre, verso il 1419, dei tabernacoli pet la conservazione delle reliquie dei santi. Nel 1422 era fra gli artisti scelti dal camerlengo per l'esecuzione delle pitture votive nelle cappelle laterali. Nel 1423 subì un processo per diffamazione nei confronti di un tale Paolo Cecchi che egli aveva insultato. Nel 1425, anno che segna la sua massima operosità, fu incaricato di istoriare la leggenda di s. Caterina sull'altare di S. Antonio nella parete dietro il coro, lasciando però intatta una preesistente Madonna col Bambino;fu inoltre chiamato a decorare la cappella nuova o dell'Assunta ed ebbe l'incarico di cancellare gli stemmi che stavano al di sotto della Madonna di Gentile da Fabriano. Il suo nome è ancora citato nel 1426 per una provvista di pietre vitree da mosaico. Frequentemente legato nella sua attività a maestro Giovenale, con lui dipinse, fino al 1428, nella cappella nuova dei duomo e certo con tali lavori ottenne notevole stima, se nel 1431 ebbe il permesso dal camerario di poter lavorare anche su richiesta di privati. Morì probabilmente intorno al 1437, poiché il suo nome non ricorre più nelle cronache dopo tale data.
Le sue opere non sono oggi visibili, sia perché in gran parte distrutte, sia perché, pur mostrando diligenza e serietà, egli non rivela caratteri stilistici personali, che lo distinguano dagli altfi artisti umbri che numerosi lavorarono nel duomo olvietano agli inizi del Quattrocento.
Bibl.: P. Zani, Enciclop. metodica... delle Belle Arti, 1,15, Parma 1823, p. 134 (sub voce Pietro, Maestro Bartolommeo di); Matteo da Orvieto, Cronaca, in Arch. stor. Per le Marche e per l'Umbria, III (1886), p. 643; L. Fumi, Il duomo di Orvieto e i suoi restauri,Roma 1891, vp. 109, 140-142, 279-279, 370, 379, 392; P. Perali, Orvieto: note stor. di topogr., note stor. di arte dalle origini al 1800, Orvieto 1919, p. 108; Ephèmerides Urbevetanae,in Rer. Italic. Script.,2 ediz., XV, s, a cura di L. Fumi, P. soi; U. Gnoli, Pittori e miniatori nell'umbria,Spoleto 1923, p. 53.