BARTOLOMEO di Giovanni, detto Bartolomeo del Tintore
Di origine ferrarese, se si accoglie l'indicazione di un documento del 1461, fu a lungo operoso in Bologna dove presumibilmente morì attomo al 1495. Da una voce del "Giornale della fabbrica di San Petronio" (22 apr. 1479), in cui è citato come "Don Bartolomeo de mo Zoane tintore", si può dedurre col Frati (1896) oltre all'origine del soprannome, evidentemente derivato dalla professione patema, che avesse preso gli ordini religiosi. Mentre non mancano notizie documentarie sull'attività di miniatore di B., dei suoi lavori non restano che i due fogli, peraltro molto guasti, degli "Statuti della Società dei Notai" conservati nell'Archivio di Stato di Bologna, riferibili al 1459, come si ricava dai libri "Spese dei Notai" (Archivio di Stato, 1458-60, C. 3 r).
Il codice, compilato da Niccolò Mamelini e Bartolomeo di Cesare Panzacchi, presenta nella prima carta, al principio del proemio, una figura di notaio entro una ricca cornice con putti, conigli e uccelli intrecciati con fiori e fogliami su fondo oro; in basso è lo stemma della Società retto da due angioli. Alla carta 3 r, entro la C di "Cum universa" da cui si diramano fogliami, fiori e uccelli, un altro notaio mostra il libro aperto degli "Statuti". Nel margine superiore un terzo personaggio, pure in vesti notaio, è forse, come voleva l'uso, lo stesso Rolandino de' Passeggeri. Lo stile di B. appare qui m evidente rapporto con le forme della tradizione locale ormai cristallizzata (gusto per gli ornati pesanti di tipo araldico a larghi fogliami rossi e blu), espresse, come notava il Malaguzzi-Valeri (1898), con correttezza di disegno secondo i modi degli artisti fiorentini.
Procedendo nell'excursus dei documenti, tutti riguardanti l'attività bolognese di B., si apprende che nel 1460 egli era rettore dell'altare o cappellania di S. Michele, nella chiesa di S. Maria Maggiore, e in discordia con certo Servideo de' Tuttoloni per la cura di detta cappellania (Bologna, Arch. notarile, rog. di Bartolomeo e Cesare Panzacchi, fil. 26, n. 217 e fil. 27, n. 22); che il 19 apr. 1464 veniva citato da Iacopo di Filippo da Ferrara, pittore, a pagare lire quattro per la pigione di una bottega di proprietà della fabbrica di S. Petronio, avuta in subaffitto (ibid., rog. di Lodovico Panzacchi, fil. 10) e il 14 maggio 1465 presentava una supplica riguardante la sentenza della causa. Nel 1476 miniava un salterio per i canonici di S. Salvatore e un messale e un crocifisso per S. Petronio (Arch. della chiesa, Mastro 13, 1473-90, C. 572; Mastro 15, 1488-96, c. 157 r); il 6 novembre dello stesso anno riceveva dalla fabbrica di S. Petronio un mandato di lire due, senza indicazione del lavoro eseguito.
Nelle vacchette dell'Archivio petroniano, alla data 22 apr. 1479, si legge: "Da Don Bartolomeo de mo Zoane tintore lire dodexe de quattrini li faziani buoni per legatura e miniatura de uno salterio, breviario, messari, uno Inario e uno Evangelistario". Tutti i libri di cui fa menzione il mandato sono perduti.
Sotto l'anno 1491 negli stessi "Giornali" si annota che "Bartolomeo del Tintore e suoi eredi deve avere lire 57 per miniatura di un inario novo... e manoalle novo".
Nel 1494 è ancora ricordato fra i miniatori (Bemardino da Siena, Taddeo Crivelli, Martino da Modena, Domenico Pagliarolo) che erano intenti alla decorazione',dei corali della chiesa di S. Petronio.
Bibl.: F. Malaguzzi-Valeri, La collezione delle miniature nell'Archivio di Stato di Bologna, in Arch. stor. d. arte, VII (1894), pp. 12-14; L. Frati. I corali della basilica di S. Petronio in Bologna, Bologna 1896, pp. 25, 93; F. Malaguzzi-Valeri, La miniatura in Bologna dal XIII al XVIII secolo, in Arch. stor. ital., s.s, XVIII (1896), p. 282; Id., Catalogo dei codici e pergamene dei R. Archivio di Stato di Bologna, Bologna 1898, p. 46; L. Frati, Miniatori bolognesi del Quattrocento, in L'Arte, XXII(1919), p. 122; P. D'Ancona, La miniature italienne du X au XVI siècle, Paris-Bruxelles 1925, p. 72; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, II, p. 577 (sub voce B. del Tintore); XXXIII, p. 188 (sub voce Tintore, Bartolomeo del); E. Aeschlimann, Dict. des miniaturistes..., Milano 1940, p. 19.