BARTOLOMEO di Carlo da Vercelli
Tipografo in Venezia e Brescia durante il sec. XV. Gli archivi della città di Vercelli, per il periodo che qui interessa, non posseggono documenti concementi i privati cittadini; è quindi impossibile avere da fonte certa notizie sulla data di nascita e sulla famiglia di questo B., che si dichiara figlio di un Carlo. Nulla si sa sulla sua vita prima del 1474. Solo dalle sottoscrizioni delle opere messe da lui a stampa si può desumere qualche dato, assai generico dei resto, circa la sua attività. Certo è che a Vercelli non vi fu stamperia (o quanto meno non se ne conosce prodotto) durante il sec. XV, benché in Piemonte la stampa sia stata introdotta (a Savigliano) sin dal 1470. Non pochi invece furono i Vercellesi che, tra il cadere del sec. XV ed il principio del successivo, si trasferirono a Venezia ad apprendere e, poi, ad esercitare la tipografia. B. imparò certamente l'arte a Venezia e presto iniziò la sua attività di editore-tipografo - in società con Bartolomeo da Cremona - stampando un Modestus, De re militari, licenziato il 27 maggio del 1474 (H. 11443). In Italia ne esistono 13 copie. Non è un'edizione "princeps", perché sembra accertato che in Roma Johann Schurener già avesse pubblicato l'opera: l'edizione romana non è datata, tuttavia vi sono motivi per ritenere la veneziana posteriore, seppur di poco, alla romana. Nello stesso anno 1474 - sempre in società con il Cremonese - B. pubblicò le Laude del Giustiniani con il titolo Il fiore delle canzonette del nobil Leonardo Iustiniano, e vi appose questo colophon: "Meum nomen non pono, quia me laudare non volo. / Si vultis tantum eum scire / Bartholomacus de Vercellis fuit ille". là questa l'edizione originale delle notissime Laude del Giustiniani.
Non si conoscono altre sue edizioni datate da Venezia; sembra probabile che egli, più che stampatore attivo, fosse libraio, probabilmente "in confinio Sancti Paterniani" ove abitò. Otto anni dopo (1482) lo si trova a Brescia, anche qui certamente libraio e occasionalmente tipografo. Il suo primo prodotto noto in questa città è l'edizione (1482) della Roma triumphans di Flavio Biondo, copia della precedente di Mantova attribuita a Pietro Adani de Micheli, Giorgio e Paolo tedeschi, circa 1472. Il colophon è cosi: "Vrbs antiqua tulit Vercellae Bartholomaeum: / Hoc qui impressit opus: Brixia nosce virum". Quel "Brixia nosce virum" lascia congetturare che da poco il B. si fosse trasferito in quella città. I caratteri con i quali è stampato il Biondo provengono sicuramente da Venezia: sono quei 112 R usati già in quella città da Luca di Domenico nel 1481. Anche la bella iniziale xilografica che apre il testo è tratta da un legno sicuramente veneziano, inciso per il Cremonese (1472). Non si hanno altre notizie.
Bibl.: G. A. Degregori, Storia della letter. vercellese ed arti, I, Torino 1819, p. 50; C. Dionisotti, Notizie biogr. dei Vercellesi illustri, Biella 1862, p. 326; G. C. Faccio, I tipografi vercellesi dei secoli XV e XVI, Vercelli 1910, p. 83; V. Scholderer, Catal. of Books printed in the XV Cent. now in the British Museum, Part V, London 1929, pp. XIII, 209; Part VII, London 1938, pp. LII, 96n .