BARTOLOMEO della Pugliola
Le notizie relative alla vita di questo francescano e cronista bolognese, nato poco dopo la metà del sec. XIV, sono pochissime, e tutte desunte da un libro di entrate e spese dei convento di S. Francesco in Bologna cui apparteneva: il 25 ott. 1378 fu mandato dal superiore del convento a studiare teologia a Firenze; il 17 genn. 1397 era vicario del convento bolognese; il 24 dic. 1422 versò allo stesso convento la somma di lire 151,io, frutto di elemosine; il 10 febbr. 1425 il convento vendette una coperta ed un Dante che erano già stati suoi. La morte di B. della Pugliola è quindi ovviamente da porsi fra queste due ultime date.
Il nome di B. della Pugliola venne riesumato nel 1731 dal Muratori, che, pure con qualche riserva, gli attribuì in modo precipuo la paternità della Historia miscella Bononiensis ab a. MCIV usque ad a MCCCXGII 7 auctore praesertim fratre Bartholomaeo della Pugliola ord. min., edita appunto in quell'anno nel XVIII volume (Coll. 237-792) dei Rerum Italicarum Scriptores. Nella breve introduzione premessa alla sua edizione, il Muratori, dopo un rapido accenno alla situazione delle cronache bolognesi fino ad allora edite (Memoriale historicum di Matteo Griffoni nello stesso volume XVIII dei Rerum), illustrava l'importanza della Historia miscella dichiarandola desunta da due codici estensi e attribuendola a B. della Pugliola fino al 1394 e quindi a diversi continuatori.
Già il Fantuzzi, scrivendo nel 1789 con l'ausilio dei pochi dati biografici raccolti su B., aveva mosso critiche al Muratori facendo rilevare da un lato come una testimonianza diretta del cronista dell'anno 1347 si potesse adattare difficilmente a B. della Pugliola e dall'altro come, sempre sulla base di un analogo riferimento diretto, la sua attività si dovesse intendere protratta oltre il 1394; il Fantuzzi segnalava inoltre l'esistenza di un altro codice della cronaca in esame, allora conservato presso la Biblioteca dell'Istituto delle scienze di Bologna, e fissava l'ambito effettivo della attività cronistica di B. dal 1362 al 1407.
Il problema venne preso nuovamente in esame nella seconda metà del sec. XIX quando l'Istituto storico italiano pose mano alla revisione e alla continuazione della edizione muratoriana dei Rerum. Nell'ambito di questa iniziativa si pone la relazione presentata, per incarico della Deputazione bolognese, da Vittorio Fiorini nel 1888: in essa si faceva rilevare come i due codici estensi alla base della edizione muratoriana, entrambi del secolo XVII, fossero derivati da due distinte cronache bolognesi, la Rampona e la Varignana, l'una e l'altra conservate presso la Biblioteca Universitaria di Bologna in codici della fine del sec. XV; tanto la Rampona quanto la Varignana, secondo il Fiorini, derivavano dalla fusione di diverse cronache, fusione nella quale l'apporto di B. era posto in evidenza, nei codici della Rampona, dal passaggio della forma latina a quella volgare; il Fiorini concludeva proponendo l'edizione separata della Rampona e della Varignana, in quanto l'identificazione e l'edizione, individuahnente separata, delle singole cronache componenti gli appariva da un lato troppo ardua e malsicura e dall'altro troppo lontana dalla prima edizione muratoriana.
Le cose stavano a questo punto e sembrava che le proposte del Fiorini dovessero venire accettate, quando, il 23 nov. 1888, il Monaci presentò all'Istituto una nota del Gaudenzi sulla cronaca bolognese del Villola che rimise nuovamente in discussione tutto il problema. La relazione Calvi-Vischi, effettuata per incarico della presidenza dell'Istituto e letta nella seduta del 24 nov. 1888, non mancò di mettere in rilievo le perplessità suscitate dalle osservazioni del Gaudenzi che dichiarava che tanto la Rampona quanto la Varignana erano derivate da altra cronaca del Villola conservata autografa nel manoscritto 1456 della Biblioteca Universitaria di Bologna. Da qui la discussione rischiò di degenerare nella polemica in quanto il Gaudenzi, membro della Deputazione di storia patria per le provincie di Romagna, si era rivolto all'Istituto in via privata e di propria iniziativa. Alle richieste di chiarimenti da parte della presidenza dell'Istituto, la Deputazione rispose con una relazione Fiorini-Ricci che ribadì i criteri editoriali proposti dal Fiorini; l'Istituto replicò, e la discussione si protrasse fino al 1898 in dibattiti che possono essere seguiti nei verbali delle sedute dell'Istituto storico, editi nei Bullettini, ed in quelli della Deputazione.
La risoluzione della controversia, animata in quanto riguardava testi prevalentemente in volgare, incominciò a proffiarsi quando A. Sorbellì pubblicò nel 1900 uno studio in cui esaminava la problematica concernente le cronache bolognesi del sec. XIV, formulando proposte conciliatrici delle tesi e delle esigenze prospettate dagli studiosi che si erano interessati della questione. La riedizione del XVIII vol. dei Rerum fu affidata allo stesso Sorbelli; l'opera prese il titolo di Corpus chronic. Bononiensium e, incominciata nel 1905, venne portata avanti fino al 1940. I criteri del Sorbellli, non sempre rispondenti a quelli prospettati nel suo studio, furono: testi affrontati su due coll. della Rampona (cronaca A: in tondo) e della Varignana (cronaca B: in corsivo), dai codici della Universitaria di Bologna; a piè di pagina, testo delle cronache già indicate dalla critica come sicuro fondamento dei testi precedenti: quelle dei Villola (Pietro, Floriano e Leonardo) e del Bolognetti.
B. viene ad essere un riduttore e, forse, volgarizzatore di quella parte della Rampona che dipenderebbe da una cronaca probabilmente latina, non trovata, di jacopo Bianchetti (m. 1405), governatore della Camera degli Atti del Comune di Bologna. A tale riduzione B. avrebbe aggiunto forse fino alla morte note proprie o desunte da cronisti coevi. Da questo rifacimento dipenderebbero i codici della Rampona delle biblioteche Universitaria di Bologna, Estense di Modena e Riccardiana di Firenze. Il passo della Rampona su cui è fondata questa opinione è il seguente, inserito nella cosiddetta "cronaca A" tra la fine del 1394 ed il principio del 1395: "Infrascripte sono antichità de Bologna, che ò reducte io frà Bartolomio della Pugliola, de l'ordine de' frà Menuri tracte delle scripture de ser Iacomo de' Bianchitti, che fu veridicho et notevole cittadino, et ancho d'altri notevoli homini, a complacentia de Ridolfa fiolo di Filippo Ramponi honorevole cittadino di Bologna".
Bibl.: G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, VII, Bologna 1789, pp. 138-141; V. Fiorini, Relazione sulla stampa delle Cronache Bolognesi, in Bullett. d. Ist. stor. ital., IV (1888), pp. 61-63; F. Calvi-L. Vischi, Relazione sulla Proposta di edizione della Cronaca bolognese del Villola presentata da A. Gaudenzi, ibid., VII (1889), pp. 31 s.; V. Fiorini-C. Ricci, Relazione in data 14 giugno 1889 sulla riedizione della Miscella Bononiensis muratoriana, manoscritta nell'Arch. d. Deput. di storia patria per le prov. di Romagna, busta I, tit. I, n. 76 888-89); A. Gaudenzi, I suoni le forme e le Parole del dialetto della città di Bologna, Torino 1889, pp. XLVIII s.; Id., La cronaca bolognese di Floriano da Villola e le fonti della Storia Miscella del Muratori, in Atti e Mem. d. R. Deputaz. di storia patria per le prov. di Romagna, s. 3, X (1892), pp. 352-384; F. Bertolini, Chiarimenti della Deputazione bolognese, sulla questione della stampa del Villola nella seduta plenaria dell'Ist. storico del 4 giugno 1890, in Bullett. d. Ist. stor. ital., X (1891), pp. XXVI s.; G. Carducci, Intervento nella seduta plenaria dell'Istituto storico del M dic. 1892 e presentazione della Proposta di Pubblicazione di cronache bolognesi, ibid., XIII (1893), pp. XVI s., XXIII-XXV; A. Sorbefli, La cronache bolognesi del secolo XIV, Bologna 1900, passim; L. Signinolfi, Notizie su Giacomo Bianchetti cronista bolognese, in Atti e Mem. d. Deputaz. di storia Patria Per le prov. di Romagna, s. 4, XI.