BARTOLOMEO da Roma
Figlio di Pietro, nacque a Roma, in Campo de' Fiori, intorno alla metà del sec. XIV, dalle famiglie Fiorimonte e Colonna, secondo la notizia data nell'elogio (edito solo parzialmente dal Tassi) composto subito dopo la sua morte da Teofilo Michiel, priore di S. Benedetto Polirone; il cognome Colonna appare anche nell'iscrizione sepolcrale. Forse, specie se si tiene conto che i Colonna non abitavano in Campo de' Fiori, si dovrà pensare ad un errore di lettura; "Colonna" per "Coronensis" (di Coron, in Grecia, delle cui chiese, secondo il Rosini, sarebbe stato canonico).
Divenuto sacerdote, negli ultimi anni del sec. XIV (probabilmente a partire dal 1396) prese a viaggiare, dedicandosi alla predicazione, soprattutto nella regione lombardo-veneta. Ebbe cosi larghi contatti ed esercitò influenza su diverse vocazioni religiose. Strinse rapporti con Lodovico Barbo, priore di S. Giorgio in Alga presso Venezia, successivamente promotore della riforma di S. Giustina a Padova e vescovo di Treviso; con Gabriele Condulmer (il futuro pontefice Eugenio IV) e Antonio Correr, i quali furono fra i canonici fondatori a S. Giorgio in Alga. Converti alla vita religiosa Alberico de Advocatis (Avogadro) da Bergamo, che insegnava diritto nello Studio di Padova. Nel 1399-1400 era priore della chiesa di S. Agostino a Vicenza; e sempre nella diocesi di Vicenza, più tardi (1409), sarà arciprete di S. Maria di Bassano.
Da B. partì l'iniziativa della restaurazione della vita canonicale nel priorato di S. Maria di Fregionaia presso Lucca., che si trovava in piena decadenza. Avendo conosciuto a Pavia D. Leone Gherardini da Carate, priore dei canonici regolari di S. Pietro in Ciel d'Oro, che aspirava a condurre una vita più integralmente conforme alla regola, egli lo indirizzò a S. Maria di Fregionaia, di cui conosceva la deplorevole condizione. Insieme con Taddeo di Bagnasco, anch'egli canonico di S. Pietro in Ciel d'Oro, e con altri pochi compagni, D. Leone formò così, nel 1401, il piccolo nucleo che diede origine alla congregazione di canonici regolari che appunto da S. Maria di Fregionaia prese nome, e che in seguito si chiamerà Lateranense. Lo stesso B. si unì ben presto al piccolo gruppo dei riformatori, di cui nel 1402-1403 era eletto priore. E di nuovo priore sarà eletto per il periodo dall'agosto 1407 al 1408.
Riprese in seguito la sua missione di predicatore, prendendo per compagno di viaggio Alberico da Bergamo, che dopo essere, in un primo tempo, entrato come converso nell'Ord ne domenicano, nella chiesa dei SS. Giovanni e Paolo a Venezia, mutando il suo nome in Giacomo, si era trasferito a S. Maria di Fregionaia. Nel 1410 lo troviamo a Padova, nel palazzo arcivescovile, dove alla presenza, fra gli altri, di Lodovico Barbo, nomina un procuratore per S. Maria di Bassano. Nel 1416 era commendatario della chiesa di S. Giustina di Teolo, ed il 17 agosto di quell'anno era presente ad una riunione del capitolo di S. Giustina di Padova, presieduta dal Barbo.
Nel maggio 1420 appare, insieme al priore di S. Maria di Casoreto presso Allano, al capitolo generale tenuto in Venezia per l'elezione del priore di S. Leonardo presso Verona. Nello stesso anno era riconosciuto ufficialmente quale predicatore dal capitolo generale. Che la sua attività apostolica continuasse ad essere indirizzata verso la nuova comunità è confermato anche dal fatto che proprio dalla regione veneto-lombarda, dove egli predicava, provengono molti dei canonici della nuova congregazione.
Avanzato in età, continuava i suoi viaggi, con il valido aiuto di Alberico da Bergamo, cui veniva cedendo il compito di predicare, per dedicarsi all'amministrazione dei sacramenti. Morì in fama di santità, più che ottuagenario, il 22 sett. 1430, a S. Benedetto Polirone presso Mantova (monastero passato alla Congregazione di S. Giustina), dove aveva avuto rapporti di amicizia col beato Niccolò di Prussia, ed ivi fu sepolto. Nell'elogio funebre, il priore Teofilo Michiel metteva in rilievo, oltre alla sua pietà, l'instancabile volontà di riforma degli ambienti religiosi, le persecuzioni ricevute, la franchezza del suo apostolato, per cui non si era astenuto dal denunciare pubblicamente neppure gli errori del papa (e si trattava degli anni dello scisma d'Occidente).
Il Rosini afferma di aver visto, durante un soggiorno a Venezia, presso Giuseppe Delfìno, vescovo designato di Vicenza, il manoscritto di un'opera di B. - cinquanta Meditationes in Christi Domini passionem - conservato come una reliquia, e proveniente dalla chiesa di S. Maddalena di Treviso.
Fonti e Bibl.: Theophilus Venetus de Michaelis, Epistola super obitu et mirandis virtutibus Bartholomei Presbyteri, Biblioteca Alessandrina, ms. 99, Constantini Caietani Miscellanea Sacra t. III, ff. 571-577 (Cfr. f su l'epistola dedicatori, del Caetani al cardinale Gerolamo Colonna, datata 3 febbr. 1630); Iulianus Ianuensis, Vita Beati Nicolai de Prussia,in B. Pez, Thesaurus anecdotorum, t. 11, 3, Augustae Vindelicorum 1721, Coll. 319 ss.; Augustinus Ticinensis, Elucidariun: Christianarum Religionum, s. d. (ma, probabilmente, Brixiae 1511), f. 35; Iacobus Philippus Bergomas, Supplementun: supplementi chronicarum, Venetiis 1513, pp. 169 ss.; P. Ricordati, Historia Monastica, Romae 1575, E 317; I. Donesmondi, Dell'istoria ecclesiastica di Mantova, Mantova 1612, pp. 371 ss.; G. Pennotti, Generalis totius sacri Ordinis clericorun: canom-corum historia tripartita, Romae 1624, pp. 572 ss.; Celso de Rosinis, Lycei Lateranensis illustrium Scriptorum... elogia, I, Cesenae 1649, pp. 99 ss.; T. Tomassetti, Bartolomeo Colonna, in Fanfulla della Domenica, 9 ag. 1903; R. Befiodi, Il monastero di S. Benedetto Polirone, Mantova 1905, p. 58; N. Widloecher, La Congregazione dei Canonici regolari Lateranensi, Gubbio 1929, pp. 29 ss., passim; I.Tassi, Ludovico Barbo, Roma 1952, pp. 23 ss., 110, 121 s., 156; P. Sambin, Marginalia su Ludovico Barbo, in Riv. di storia della Chiesa in Italia, IX (1955), pp. 251, 253; Id., Ricerche di storia monastica, Padova 1959, p. 81; G. Mantese, Correnti riformistiche a Vicenza nel primo quattrocento, in Studi in onore di Federico Mistrorigo, Vicenza 1958, pp. 85s, 876 ss. (nn. s, 6); G. Cracco, La fondazione dei canonici secolari di S. Giorgio in Alga, in Riv. di storia della Chiesa in Italia, XIII, I(1959), pp. 70-88 e spec. doc. n. 2, pp. 84 ss.; Id., Riforma e decadenza nel monastero di S. Agostino di Vicenza, ibid., XIV (1960), pp. 214 ss., 230 doc. 2; Enciclopedia Cattolica, II, col. 928.