BARTOLOMEO da Pratovecchio
Nacque probabilmente verso la metà del sec. XV da ser Felice, a Pratovecchio. Compiuti gli studi forse a Firenze, dal 1470 al 1473 lesse retorica, poesia e lettere greche nello Studio di Bologna.
È Lorenzo de' Medici, che nel 1472 aveva riorganizzato lo "Studio di Pisa, l'anno seguente lo chiamò, insieme con Lorenzo Lippi da Colle, alla cattedra di poetica e oratoria - posto che invano il Filelfa aveva sollecitato per sé -, con lo stipendio di 150 fiorini. A Pisa non dovette però avere molto successo, poiché, dopo un triennio, i prefetti dell'Accademia non gli rinnovarono l'incarico. Allora ricorse a Lorenzo, con una lettera del 13 maggio 1476, lamentandosi del trattamento subito: e l'intervento di Lorenzo valse infatti a conservargli il posto. Nel 1478 fu incaricato di insegnare a Firenze, ma gli studenti pìsani - e soprattutto gli ultramontani - ottennero di trattenerlo. B. continuò dunque ininterrottamente l'insegnamento nello Studio pisano, che fra il 1479 e il 1486 fu trasferito più volte -a Pistoia e a Prato - per timore della pestilenza, e, morto di peste nell'ottobre del 1485 Lorenzo Lippi, egli rimase unico maestro di lettere. La sua situazione non era però molto brillante, poiché dal luglio 1487 il compenso gli venne ridotto da 200 a 150 fiorini, e nel 1489, pur venendo confermato provvisoriamente nella cattedra, B. ebbe un rivale: gli ufficiali dello Studio si erano infatti rivolti a Francesco di Cosimo di Puccio, che poi, però, rifiutò l'invito; B., punto sul vivo, si ritirò dall'insegnamento pubblico, per dedicarsi esclusivamente a lezioni private (fra gli altri allievi ebbe Giulio de' Medici, il futuro Clemente VII), e soltanto a seguito dì insistenze riprese l'insegnamento nello Studio.
Alle lezioni di B. assistette forse il figlio di Lorenzo, Giovanni, già cardinale, che frequentò l'università di Pisa per il triennio dal novembre 1489 al 1492.
Quando Pisa, in occasione della discesa di Carlo VIII, si sollevò contro Firenze, rendendosi da essa indipendente, lo Studio si trasferi con i suoi docenti, dall'ottobre 1495, a Prato. Qui B. morì, il 7 giugno 1497, senza lasciare opere scritte.
Fonti e Bibl.: I rotuli dei lettori.. dello Studio bolognese,a cura di U. Dallari, I, Bologna 1888, pp. 84 ss.; S. M. Fabbrucci, Recensio notabilium conductionum..., in Raccolta d'opuscoli scientifici e fdologici, a cura di A. Calogerà, XXXVII, Venezia 1747, pp. 62 ss.; A. Fabroni, Laurentii Medicis Magnifici vita, Pisis 1784, 1, pp. 49 SS.; II, pp. 93 ss.; Id., Historiae Academiae Pisanae, Pisis 1791, pp. 368 ss.; G. B. Picotti, La giovinezza di Leone X, Milano 1927, pp. 242, 277 SS.; Id., Lo Studio di Pisa, in Bollett. stor. pisano, XI-XIII (1942-44), p. 52.