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BARTOLOMEO da Faenza

di Cesare Vasoli - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 6 (1964)
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BARTOLOMEO da Faenza

Cesare Vasoli

Si ignora la data della nascita di B., ma era certo ancora assai giovane quando, il 27 giugno 1493, emise i voti solenni nelle mani del Savonarola nel convento domemcano di S. Marco a Firenze. Ardente seguace del frate ferrarese, gli fu sempre vicino negli anni della predicazione riformatrice e della lotta politica; dopo il suo supplizio (1498) continuò a salvaguardare nel convento di S. Marco la tradizione savonaroliana, di cui fu considerato il rappresentante più sicuro e genuino. Le sue narrazioni dei fatti, delle profezie e dei "miracoli" del Savonarola ebbero grande influenza sulla continuità degli ideali "piagnoni" e sulla formazione della "leggenda" savonaroliana; anzi è probabile che alle sue memorie si siano ispirati i più antichi biografi del frate ferrarese, come fra, Placido Cinozzi o l'ignoto autore della cosiddetta Vita latina.

Durante gli anni della seconda Repubblica fiorentina B. godé di altissima considerazione negli ambienti "piagnoni"; testimonianze contemporanee asseriscono che il gonfaloniere a vita della Repubblica, Pier Soderini, lo propose alla S. Sede come arcivescovo di Firenze, senza riuscire però ad ottenerne la nomina. Ma il suo impegno più costante fu rivolto a impedire la riunione della Congregazione domenicana di S. Marco alla Congregazione lombarda, che era invece perseguita dal generale Tommaso de Vio. A favorire la resistenza dei savonaroliani contribuì una serie di eventi dei quali B. ebbe parte notevole. In occasione del cosiddetto "conciliabolo pisano" (maggio 1511), che il cardinale Carvajal aveva organizzato con l'evidente intenzione di combattere la politica ecclesiastica di Giulio II, l'alto prelato spagnolo si rivolse a B. come al più autorevole seguace del Savonarola, per ottenere I, adesione al suo programma. Il Carvajal promise ai savonaroliani la dichiarazione dogmatica da parte del concilio che la Madonna non era stata concepita immacolata e l'avvio del processo di santificazione del Savonarola. B. non accettò però di unirsi ai cardinali che minacciavano lo scisma; ed anzi assunse una decisa posizione contro il loro tentativo conciliare. Così Giovanni Francesco Pico, che era in stretta relazione con i frati "piagnoni" e, in particolare, con B., poté ottenere facilmente da Giulio II che venisse ritirato il breve di riunione, permettendo così l'autonomia della Congregazione di S. Marco.

Fedele al Savonarola, B. rimase anche dopo il ritorno dei Medici, quando l'inquisitore fiorentino ordinò che venissero consegnate le reliquie, le effigi e gli scritti del frate (1515), e quando il de Vio ordinò formalmente che nessun piagnone fosse scelto e confermato a priore (1517). B., che nel 1501, 1507 e 1515 (e poi ancora nel 1519) era stato priore del convento di S. Romano di Lucca, aderente alla Congregazione marciana, rimase, anche sotto la persecuzione, saldamente legato agli ideali "piagnoni". E quando, nel 1527, Firenze tornò ancora al regime repubblicano, il domenicano faentino fu tra i più accesi sostenitori della nuova Repubblica. In particolare egli fu in stretti rapporti con il gonfaloniere Niccolò Valori, anch'egli fervente savonaroliano e autore della proposta, forse ispirata dallo stesso B., di proclamare nuovamente Cristo redentore come re di Firenze. Durante l'assedio delle milizie papali e imperiali partecipò, assieme ai suoi confratelli di S. Marco, alla resistenza della città. Non sappiamo se anche egli sia stato compreso tra i frati arrestati e perseguitati dopo la restaurazione medicea, così come ignoriamo la data della sua morte. Ma è probabile sia scomparso poco dopo il 1530.

Fonti e Bibl.: Firenze, Bibl. Med. Laur., San Marco 370, Annalia conventus S. Marci de Florentia... ab anno 1435; B. Varchi, Istorie fiorentine,Firenze 1858, II, IPIp. 21s-16; V. m. Fontana, Monumenta dominicana,Romae 1675, pp. 410 ss.; P. Vifiari, La storia di G. Savonarola e de' suoi tempi,Firenze 1898, 11, p. CXII; A. Amati, Cosimo I e i frati di S. Marco,in Arch. stor. ital.,LXXXI (1923), ]p. 238; C. Roth, The last Florentine Republic,London 1925, pp. 52, 62, 202-3; G. Schnitzer, Savonarola, Milano 1931, 1, pp. 118, 410; 11, pp. SO, 439, 446, 464, 465, 486, S18, 523; R. Ridoffl, Vita di G. Savonarola, Roma 1952, 1, p. 45; 11, p. 240.

Vedi anche
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