BARTOLOMEO da Cremona
Attivo in Venezia negli anni 1472-1474. Di lui - come di tanti altri tipografi editori del '400 - non si hanno notizie d'archivio, e il suo nome e la sua attività ci sono note solamente attraverso le sue produzioni. L'Arisi lo nomina, ma non altro conosce che il nome e la professione; il Lancetti dice di ignorame il cognome e aggiunge che fu tra i primi ad imparare l'arte tipografica che andò ad esercitare a Venezia. Allo stato attuale delle ricerche bibliografiche, di questo B. si conoscono, stampate da lui solo, nove edizioni; un'edizione pubblicata in società con Bartolomeo Caroli (o de Carlo) da Vercelli; ed un'altra con il solo nome del Caroli, ma impressa indubbiamente con i suoi caratteri. Quelle che egli stampò da solo sono tutte degli anni 1472-1473, da quella che si considera prima: Opus restitutionum, usurarum et excommunicationum di Francesco Piazza (Franciscus de Platea), la quale non ha note tipografiche, ed è l'edizione originale dell'opera; essa sarà riprodotta - con molte aggiunte - mesi dopo, con questo colophon: "Phidiacum hinc superat Bartholomaeus ebur. Cedite calcographi: millesima nostra figura est archetypas fingit solus at iste notas". Queste due edizioni non sono rare. Si osservi come l'esastico in lode del tipografo sia piaciuto all'Achates da Basilea, che lo riprodusse - sostituendo "Leonardus" a "Bartholomaeus" - nella sua ristampa dell'Opus restitutionum (Padova 1473). Ed ancora tal quale si ritrova nell'edizione di Lubecca, per Johann Koelhoff. B. pubblicò poi - e per la prima volta - i settantadue sermoni del celebre predicatore francescano Roberto Caracciolo di Lecce pronunciati durante il pontificato di Paolo II e noti come Sermones quadragesimales de poenitentia (1473), opera che ebbe voga grande e fu ristampata circa venti volte nel sec. XV. Così in questa, come in tutte le stampe che si succedono, è sempre aggiunto l'esastico laudativo. Nel 1473 terminano le edizioni prodotte da Bartolomeo da Cremona solo. Nel 1474, indubbiamente stampato con i suoi caratteri, in società con Bartolomeo di Carlo da Vercelli, si ha: Il fiore delle canzonette del nobil Leonardo Iustiniano,con il colophon: "Meum nomen non pono, quia me laudare non volo. / Si vultis tantum eum scire / Bartholomaeus de Vercellis fuit ille". Datato 27 maggio 1474 è un Modestus, De re militari (con altri opuscoli di varii), che fu "Impressum opera et impensis Bartholomaei Cremonensis ac Bartholomaei de Carlo Vercellensis eius consocii". Potrebbe questa essere l'editio princeps del Modestus, giacché quella romana di Johann Schurener non ha note tipografiche, e - sebben sia certo di questo tomo di tempo - non ha elementi che ne mostrino la precedenza, tuttavia i più recenti bibliografi la fanno precedere da quella del cremonese. Per qual motivo la ben avviata azienda di B. non abbia proseguito è del tutto ignoto.
Bibl.: F. Arisi, Cremona literata,Cremona 1712-1741, 11, p. 178; V. Lancetti, Biografia cremonese, II, Milano 1820, p. 103; V. Finzi, Di Bartolomeo da Cremona, in Bollett. stor. cremonese, VII (1937), pp. 123 ss.; K. Burger, The printers and Publishers of the XV century, Milano 1950, p. 385.