BARTOLOMEO da Brescia (Ulmus Lulmus)
Nacque a Brescia nel 1506. Si diede all'arte dell'incisione, trattando non solo il rame, ma anche, a servizio dell'editoria locale, il legno. Sono sue infatti le vignette xilografiche dei Carmina Academicorum Occultorum, stampati in Brescia nel 1570, e della raccolta, da essi derivata, delle Rime degli Accademici Occulti, data in luce nel 1588, quando cioè B. non era più in vita o, a causa della sua età, non poteva intagliar legni, dai successori del tipografo Vincenzo da Sabbío. Ci sono poi due rami incisi, un Lamento sul corpo di Gesù morto e un Cristo in croce vegliato da Maria, Giovanni, Nicodemo e Maddalena, firmati "Bart. Brix. 1. 65" e "Bartolomeus Lulmus Brix. 1576".
Stabilita già dal Bartsch l'identità di B. con "Bartolorneus Ulmus" o "Lulmus", e notato come il primo dei due rami datati sia stato eseguito quando B. aveva 60 anni e l'altro quando ne aveva 71, rimane il dubbio se quell'Ulmus o Lulmus sia da leggere Olmo o l'Olmo e vedere in esso la forma dialettale cinquecentesca dei cognome Ohni, vivo ancora ai nostri giorni in Brescia. Va ancora notato come il primo soggetto sia d'invenzione di B. (la "I" puntata significa invenit), mentre l'altro è derivato da un disegno di Giulio Clovio, riprodotto già nel 1568 da Comelio Cort e quindi, in parte, da Giov. Sadeler il Vecchio.
Lo Zanetti, occupandosi di B. da Brescia, dice che "l'oscurità in cui la storia lo ha lasciato gli conviene, essendo il suo stile così duro e poco gradevole che, senza le date, si sarebbe indotti a crederlo assai più antico di quanto effettivamente egli non sia". Chi invece non credette di dover relegare nell'ombra la figura di B. da Brescia fu Henri Delaborde, il quale nella sua opera La gravure en Italie avant Marc-Antoine riprodusse di lui a piena pagina il Lamento sul corpo di Gesù morto del 1565, senza preoccuparsi di verificare se fosse eseguito, secondo l'indirizzo prevalente nel sec. XVI, nel rispetto più o meno rigoroso del contesto dei tagli modellanti in curva.
Il Lamento riassume in sé lo spirito di tutta l'opera conosciuta di B. e ci persuade ad accettare più l'aperto apprezzamento del Delaborde che non il giudizio implicitamente negativo dello Zanetti. B. non segue i precetti dell'incisione classica, né forse se li è mai proposti: ineccepibile nella sua impostazione generale e nella definizione delle singole figure per contorni e moderati risalti volumetrici, il Lamento si distingue per una pervicace ombreggiatura interna a tratti e strappi prevalentemente diagonali, che non sempre riescono a mantenere il contatto reale ed ideale con lo schema contornante. Ma nonostante questa contraddizione grafica e la puerile venatura facsimilare del legno della Croce, il Lamento ha una sua elementare ma persuasiva monumentalità.
Viene attribuito a B. anche un San Girolamo;ma il tema che più lo colpisce e sembra tenere occupato di continuo il suo spirito è quello dell'ultimo atto della Passione di Gesù. Sono suoi infatti anche i rami di un Cristo in croce guardato da tre angeli e di un Cristo in croce su una moltitudine di figure. Collocatì anche questi, come ci lasciano supporre ìsoggetti e lo stile, fra il 1565 e il 1576, bisogna dire che tutta l'opera incisa di B. a noi giunta appartiene alla sua vecchiaia. E prima come impiegò il suo tempo? Che cosa produsse? Il fatto che alcuni dei legni incisi del fondo Soliani di Modena sono dovuti quasi certamente a lui, potrebbe forse aiutarci a trovare una risposta. Comunque, è da escludere in modo assoluto che le incisioni in rame del "Monogrammista B." dell'anno 1544 siano sue.
Morì tra il 1576 e il 1578.
Bibl.: A. Zanetti, Le premier siècle de la calcographie, Venice 1837, p. 526; G. Fenaroli, Dizionario degli artisti bresciani, Brescia 1877, ad vocem; H. Delaborde, La gravure en Italie avant Marc-Antoine, Paris 1883, tav. 139 (vedi Indice d. tavv., D. 286); A. Bartsch, Le peintre graveur, XV, Wúrzburg 1930, pp. 294-296 (sub voce Barthélerni Lulmus); M. Pittaluga, L'incisione italiana nel Cinquecento, Milano 1930, p. 128 nota 41; J. Meyer'Allgem.... Künstler-Lexikon, Ill, p. 74; U. Thieme-F. Becker, KünstlerLexikon, II, D. 567 (con ulteriore bibliografia).