Bartolomeo da Bologna
Francescano del sec. XIII (morto intorno al 1294), presente a Bologna in un'epoca in cui si può porre il primo soggiorno dantesco.
Documenti notarili del tempo, infatti, ce ne assicurano una costante presenza in Bologna dal 1282 (7 ottobre) al 1294 (16 luglio). Dal 1285 al 1289 B. fu ministro provinciale dei francescani; prima autorità gerarchica, quindi, per l'intero mondo francescano gravitante attorno a Bologna. Per il resto del tempo ci verrà indicato come " magister ", " sacrae theologiae professor ", " doctor in theologia ", " sacrae scripturae professor ". Del resto anche altrove doveva essere piuttosto facile conoscerne l'insegnamento, se già circa il 1290 (la precisazione è di E. Longpré, cui risalgono le prime segnalazioni su B.) vari capitoli del Tractatus de luce vengono riprodotti dal francescano Servasanto nella sua opera De Exemplis naturalium (conservata nel Cod. Conv. Sopp. E 6, 1046 della Nazionale di Firenze).
In tal senso, con altrettanza evidenza, milita la derivazione oxfordiana - soprattutto in fatto di motivi luministici -, ravvisabile in B., come più naturale suffragio di un'eredità estetica che in D. è del tutto evidente; né, certo, è meglio giustificabile per altra via, a meno che non si voglia riprendere l'ipotesi del diretto contatto oxfordiano attribuito a D. dal Serravalle. Di tale derivazione oxfordiana in B. riscontrabile, il Tractatus de luce ci darà prova sia attraverso gli espliciti richiami a Roberto Grossatesta in esso leggibili, sia attraverso i palesi sintomi di una lezione interamente assorbita e da lì poi passata nel Convivio (come L. Olschki ha già da tempo puntualizzato). Ma per niente lungi dal vero andremo accostando a tal trattato la stessa concezione cristocentrica che è alla base dell'intera Commedia. Le Quaestiones disputatae (l'altra opera doverosamente ricordabile) a D. ci riporteranno soprattutto nella parte concernente Maria Vergine (ai ff. 119 r a-124 r a e ff. 124 r a-127 r a); parte da C. Piana già indicata come probabile base ispirativa della configurazione della candida rosa (di cui attraverso i " novem circulos " analizzati da B. è, forse, possibile definire la struttura numerica).
Pubblicato per intero è il Tractatus de luce in ediz. curata da I. Squadrani; quasi completamente inedite, invece (eccezion fatta per la parte De Fide, pubblicata da M. Mückshoff) sono le Quaestiones disputatae. Del tutto mancanti dai codici delle Quaestiones disputatae sono le " figurae " che servivano da commento ai vari asserti prospettici particolarmente interessanti (è dato presumere) come descrizione dei vari modi con cui in cielo i beati possono vedere Cristo.
Bibl. - E. Longpré, B. da Bologna, un maestro francescano del sec. XIII, in " Studi francescani " ne (1923) 365-384; Gualteri Canceli. et Bartholomaei de Bononia O.F.M. Quaestiones ineditae de Assumptione B. M. V., a c. di A. Deneffe S.J., in Opusc. et textus... Ser. Schol., IX, Münster 1930; Tractatus de luce Fr. B. da B., a c. di I. Squadrani, in " Antonianum " VII (1932) 201-238, 337-376, 465-494; Die Quaestiones disputatae de fide des Bartholomdus von Bologna O.F.M., a c. di M. Mückshoff, in " Beiträge zur Geschichte der Philosophie und Theologie des Mittelalters " XXIV (1940) 4. Per i possibili rapporti con D.: L. Olschki, Sacra dottrina e Theologia mystica, in " Giorn. d. " n.s., w (1933) 17; C. Piana, Le questioni inedite " De glorificatione Beate Mariae Virginis " di B. da Bologna O.F.M. e le concezioni del " Paradiso " dantesco, Bologna 1938; E. Guidubaldi, D. europeo, II, Firenze 1966, 411-430.