BARTOLOMEO da Bisento
Nativo di Bisento in Abruzzo, B. studiò con tutta probabilità medicina all'università di Napoli, dove in seguito - dal 1333 al 1347 - fu professore di medicina.
Entrato in tale qualità negli ambienti della corte angioina, B. risulta nel 1336, insieme al professore di diritto civile Adenulfus Cuminus e al domenicano Iohannes de Regina, esecutore del testamento del famoso protonotaro e logoteta del Regno di Sicilia, Bartolomeo da Capua, morto nel 1328.
Diventò in seguito medico di fiducia della famiglia reale angioina e in particolare di re Roberto che assistette negli ultimi giorni di vita. B. risulta infatti anche fra i testimoni nel testamento del re, redatto pochi giorni prima della morte, il 16 genn. 1343.
Data la giovane età e l'inesperienza dell'erede al trono, Giovanna, Roberto per prevenire un intervento pontificio nel Regno di Sicilia aveva designato un piccolo gruppo di uomini fedeli alle direttive della sua politica e alla causa angioina per assistere nei primi anni di regno la giovane regina; tra i membri di questo consiglio figura anche B. che proprio nei giorni immediatamente successivi alla morte di Roberto viene menzionato varie volte nella cerchia più stretta dei consiglieri della regina.
Presto però gli intrighi della corte napoletana offrirono al papa Clemente VI la possibilità di intervenire direttamente nella politica interna del Regno: sconfessò il consiglio di governo istituito da re Roberto e mandò nel Regno il cardinal legato Aimeric de Chatelus, col compito di assumere le redini del governo. Fedelissimo alla causa angioina, B. presenziò alla solenne protesta lanciata da Giovanna il 5 sett. 1343, ma senza efficacia, contro la n-ùssione del cardinale Aimeric. Il 28 ag. 1344, divenuto maestro razionale del Regno, partecipò con tutta la corte alla solenne cerimonia svoltasi nella chiesa di S. Chiara, nel corso della quale la regina Giovanna prestò al cardinal legato Aimeric il giuramento feudale per il Regno di Sicilia.
Il vecchio medico di fiducia di re Roberto restò in buoni rapporti con la vedova, Sancia, che al momento di ritirarsi in un convento il 18 genn. 1344, destinò anche B. fra altri come esecutore del suo testamento. Fu proprio per le preghiere della vecchia regina che B., congedato dal cardinale Aimeric, fu riammesso di nuovo nella sua carica di maestro razionale.
Nel 1346 infine, quando a Napoli gli avvenimenti avevano definitivamente spazzato via il consiglio di governo istituito da re Roberto, Giovanna incaricò B. di far parte, come medico, della corte del figlio Carlo Martello, nato all'inizio di quello stesso anno.
La data della morte di B. non è nota; ma pare che morisse poco dopo il 1347, ultimo anno nel quale figura ancora tra i professori dell'università di Napoli.
Fonti e Bibl.: Codex Italiae diplomaticus,a cura di J. C. Liinig, II, Francofurti et Lipsiae 1726, C011. 1103, 1109; Le Pergamene di Capua,a cura di J. Mazzoleni, 11, 2, Napoli 1960, p. 70; C. Minieri Riccio, De, grandi uffiziali del regno di Sicilia dal 1265 al 1285, Napoli 1872, p. 155; Id., Genealogia di Carlo II d'Angiò,Napoli 1882, p. 54; G. M. Monti, L'età angioina,in Storiadell'università di Napoli, Napoli 1924, p. 85; E. G. Léonard, Histoire de Jeanne Ière reine de Naples, comtesse de Provence, I, Monaco et Paris 1932, ad indicem.