CRIVELLARI, Bartolomeo
Figlio di Giobatta e di Anna Vida, nacque a Venezia, nella parrocchia di S. Sofia, il 12 sett. 1716 (Venezia, Archivio parrocchiale di S. Felice, Liber S. Sophia baptizatorum, ab anno 1698 usque 1725). Nel 1738 è citato, con residenza a S. Sofia, nell'elenco degli intagliatori dal Temanza (1738). Mancano altre notizie sulla sua vita; sappiamo solo che morì a Venezia nel 1777 (Moschini, 1924).
La data di nascita comunemente indicata, dai repertori ottocenteschi in poi, è il 1725, ma già il Moschini (1824-35) ne contesto la veridicità, poiché la prima stampa nota del C., il Ritratto di Francesco Renieri Chiari da Pisa, è datata 1737. Da escludere è anche il tirocinio presso il tedesco G. Wagner (Thieme-Becker), dato che questi giunse a Venezia solo nel 1739. Secondo M. Huber (Manuel des amateurs de l'art, Zurich 1797-1802, IV, f. 163), il C. fu anche scultore: notizia non suffragata da alcun documento, ma ripresa da tutti gli autori.
Il C. lavorò quasi esclusivamente a bulino; più che nel catalogo del Gori Gandellini (1811) - cita rami dalla S. Francesca Romana di A. Tiarini, dal Santo nome di Dio di S. Gherardini, dagli Amanti scoperti di Giulio Romano, e inoltre il ritratto di Ferdinando VI e quello del Doge Luigi Pisani -, l'attività d'incisore del C. va seguita nell'ambito della grande editoria veneziana del sec. XVIII. A partire dal 1736 si iniziarono a pubblicare le Oeuvres di J.-B. Bossuet (Venezia, G. B. Albrizzi, 1736-1757)., con illustrazioni disegnate da G. B. Piazzetta e realizzate da un gruppo di incisori: G. Camerata, G. Cattini, C. Gregori, F. Marcello, C. Orsolini, M. Pitteri e F. Sartori. Nel tomo terzo (1738) il C. incise da Piazzetta Il rogo di un eretico, e nel tomo ottavo (1755) il Ritratto di Marianna d'Austria, dal dipinto di P. Benevault.
Il C. lavorò per l'opera di A. M. Zanetti, Delle antiche statue greche e romane (Venezia, G. B. Albrizzi, 1740-43): a lui spettano tre rami nel secondo tomo (1743) e cioè le tavole XXXIII(Ara di Marte), XXXVI(Ara dei Baccanali)e XLIII (Vasi di marmo), mentre le altre incisioni spettano a G. Camerata, G. Cattini, S. Cironi, G. A. Faldoni, C. Gregori, C. Orsolini, G. Patrini, M. Pitteri e G. Wagner. Dello stesso 1743 è la pubblicazione di P. Monaco della Raccolta di cinquantacinque storie sacre (Venezia, G. Zerletti, 1743). Tutte le tavole, riproducenti celebri opere di pittura, spettano al Monaco, tranne la prima, Ilriposo nella fuga in Egitto, dal dipinto di G. B. Tiepolo nella chiesa di S. Massimo a Padova, del Crivellari. Questo rame fu inserito nelle due edizioni successive, del 1763 e del 1779 (quest'ultima pubblicata da T. Viero).
Insieme con Camerata, Cattini e F. Zucchi, il C. realizzò le illustrazioni, ancora da disegni di G. B. Piazzetta, per l'edizione veneziana della Gerusalemme liberata del 1745 (G. B. Albrizzi), opera in cui fu adottata una tecnica basata su linee profondamente incise, non incrociate o continue, per meglio tradurre i disegni del pittore (F. Borroni-C. H. Heilmann, Camerata, Giuseppe, in Diz. biogr. d. Ital., XVII, Roma 1974, p. 180). La sua attività proseguì nell'edizione di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno (Venezia, F. Storti, 1749) con una serie di otto incisioni e, insieme a Pitteri e Zucchi, nei Componimenti presentati al serenissimo principe Loredano doge di Venezia dalla città di Brescia (Brescia, G. M. Rizzardi, 1752) di Durante Duranti.
Il lavoro più impegnativo del C., dove meglio si scorge la sua attività di traduttore preciso, fu per l'opera di G. B. Zanotti, Le pitture di Pellegrino Tibaldi e Niccolò Abati esistenti nell'Instituto di Bologna (Venezia, G. B. Pasquali, 1756).
Per questo volume, cui collaborarono anche G. B. Brustolon con sette incisioni e G. Wagner con una, il C. incise l'Allegoria di Bologna da G. B. Moretti, il frontespizio da L. Carracci, trofei d'armi, inquadrature architettoniche, spaccati e piante dell'edificio (da A. Carloni e G. Gandolfi), ventinove illustrazioni dei dipinti di P. Tibaldi e quattro di N. Dell'Abate, su disegni di D. M. Fratta, S. Gamma e G. Galdolfi.
Nelle Rime del Petrarca (Venezia, A. Zatta, 1756) il C. incise il frontespizio (La civettadi Minerva sull'urna con i votidegli Aeropagitiperterra), i ritratti di Petrarca e di Laura da G. B. Moretti, l'Incoronazione del Petrarca da G. Zompini e i finali dei sonetti V, IX, LXXIX, CXLIX, CLXXXII, mentre gli altri rami spettano a G. B. Brustolon, I. Leonardis, G. Magnini. Nel tomo secondo (1756) viene riutilizzato il frontespizio e spettano al C. i finali dei sonetti I, II, IV, XVI, XLIII, XLIV, L, LIV, LV, LVII, da disegni di G. Zompini. In appendice al volume c'è anche il solo commento (di L. Castelvetro) ai Trionfi e il C. incise, ancora da G. Zompini, il Trionfodell'Amore, il Trionfodella Castità, il Trionfo della Morte e il Trionfodella Divinità. Perl'edizione della Divina Commedia del 1757 (Venezia, A. Zatta), il C. eseguì nel tomo secondo le illustrazioni ai canti XVII, XVIII (da M. A. Schiavone), XXV (da F. Fontebasso), XXIX (da G. Diziani) del Purgatorio e nel tomo terzo le illustrazioni ai canti II, IV, VII, XXIII (da F. Marcaggi), XXX (da F. Fontebasso) del Paradiso; altre incisioni spettano a M. Giompiccoli, I. Leonardis, G. Magnini.
Del 1761 sono tre rami inseriti nel Compendium prodigiosae vitae B. Petri Petroni Senensis, e cioè: il Beato in atto di pregare, il Beato che si taglia un dito, il Beato che esorta G. Colombini. Ultima opera datata del C. a noi nota è la serie di quattro finali (introduzione, canti I, V, VII) per il primo tomo dell'Orlando furioso uscito a Venezia nel 1772 presso A. Zatta cui collaborarono anche G. Magnini e G. Giuliani; venne inserito anche il rame dell'Incoronazione del poeta, già usato nelle Rime delPetrarca del 1756.
Bibl.: T. Temanza, Zibaldon [1738], a cura di N. Ivanoff, Venezia 1963, p. 4; G. Gori Gandellini, Notizie istor. degli intagliatori [1771], I, Siena 1808, pp. 269 s.; L. De Angelis, Not. degli intagl. ... aggiunte a G. Gori Gandellini, IX, Siena 1811, pp. 60 s.; G. A. Moschini, Guida per la città di Padova, Venezia 1517, p. 49; Id., Dell'incis. in Venezia [1824-35], Venezia 1924, pp. 70 s.; R. Gallo, L'incisione nel '700 a Venezia e a Bassano, Venezia 1941, p. 21; R. Pallucchini, Mostra d. incisori veneti del '700 (catal.), Venezia 1941, pp. 33, 102, 107 s.; M. Lanckoronska, Die venezian. Buchgraphik des XVIII. Jahrhunderts, Hamburg 1950, pp. 31, 35, 41, 45; G. Morazzoni, Il libro illustrato veneziano del '700, Milano 1953, pp. 69, 180, 196 s.; Venezia nell'età di Canova (catal.), Venezia 1978, p. 12; Da Carlevarijs ai Tiepolo. Incisori veneti e friulani del Settecento (cat. mostra, Gorizia-Venezia 1983), Venezia 1983, pp. 256, 357, 453, 468, 470; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VIII, p. 127 (con bibl.).