CRESCENZI, Bartolomeo (Bartolomeo Romano)
Nacque a Roma, presumibilmente intorno al 1565.
La penuria di notizie sulla vita del C. ha originato numerosi equivoci, primo fra tutti quello di attribuire ad un Bartolomeo Romano, napoletano di nascita, le opere del C.; in realtà Bartolomeo Romano era il nome col quale ai contemporanei era più noto il C., che a Napoli aveva vissuto per qualche tempo.
Il C. compì una lunga serie di viaggi nel Mediterraneo per dedicarsi ad osservazioni scientifiche e tecniche sulla navigazione e la geografia, animato da un profondo amore per la scienza e dalla volontà di "redurre alla perfettione la più bella e difficultosa parte delle matematiche". È il C. stesso a fornire talvolta notizie sulla sua attività inserendo informazioni personali nelle sue opere. Ad esempio, egli dice di esser stato il 5 luglio 1587 nell'isola di Scarpanto, giuntovi probabilmente dopo aver costeggiato l'Algeria. Nel 1588 il nome del C. figura come idrografo nell'elenco dei comandanti della flotta permanente da poco costituita da Sisto V per contenere i sempre più frequenti attacchi della pirateria musulmana contro le coste italiane. Attorno agli anni 1588-1590 si può senz'altro porre l'inizio dell'attività ufficiale del C. nella marina pontificia; infatti nel maggio 1588 partecipò ad una missione contro i corsari, comandata da Orazio Lercari, come si desume da alcuni episodi raccontati nella Nautica (pp. 394-397). Nell'estate dello stesso anno il C. navigò sulla galera capitana papale in rotta da Civitavecchia a Napoli; alla fine di agosto era a Genova dove acquistò, per conto di Sisto V, due corpi di galee. Nel 1592 si trovò nella squadra navale che portava rinforzi militari ad Avignone, durante le guerre di religione. Il regolare servizio del C. nella flotta pontificia è documentato fino al 1593: l'anno seguente, invece, egli compì un viaggio nelle isole dello Ionio e dell'Egeo da semplice passeggero a bordo di una nave della Repubblica di Ragusa.
Probabilmente, però, si trattò, anche questa volta, di un viaggio su commissione: il C. stesso, infatti, afferma (Nautica, p. 477) di essersi messo in mare per compiere una delicata missione che doveva servire per "un certo pensiero di Clemente VIII". Partito da Messina nell'agosto 1594, il C. si dedicò, durante la navigazione nel Mediterraneo orientale, a precise osservazioni scientifiche rivolte, come si evince dai passi delle sue opere e dalle leggende delle carte nautiche da lui stesso disegnate, a verificare gli errori delle "corse" e dei gradi: si proponeva infatti di tracciare con esattezza la direzione delle rotte, stabilendo l'effettivo Nord geografico, e di porre nella precisa posizione le località indicate nelle carte allora in uso.
Il 9 febbr. 1595 compì alcuni rilievi geografici fra le isole di Argentiera e Millo, misurando la distanza fra le medesime. Nell'agosto 1595 fece ritorno a Messina. Durante la sosta nella città, l'ammiraglio Vinciguerra, della flotta dei Cavalieri di Malta, si servì delle carte disegnate dal C. sulla base di mappe e di dati fornitigli in precedenza da Francis Drake. Ormai, pur rimanendo gregario della flotta pontificia, il C. si era guadagnato la stima e la fiducia del papa e del cardinale nepote Pietro Aldobrandini che ben presto gli affidò incarichi di notevole importanza. Assai discussa la presenza del C., nel settembre 1595, al sacco di Patrasso: in quella circostanza, in realtà, le galee pontificie incrociarono al largo delle coste della Calabria meridionale.
Nel 1595 era intanto apparsa a Napoli la prima opera del C., il Proteo militare. Attorno alla datazione delle sue opere sono sorti alcuni problemi dovuti, soprattutto per quanto concerne la Nautica mediterranea, all'intervallo intercorso fra la stesura e la pubblicazione dello scritto. Il C. compose comunque il Proteo prima del 1595, anno della sua pubblicazione: in esso, infatti, sono riportati gli ordini ricevuti dal C. da parte dell'ammiraglio della flotta pontificia Emilio Pucci, morto nel novembre 1595, cui l'opera è dedicata. Nel 1596 uscì a Roma la Carta nautica del Mediterraneo a stampa; nel 1602 apparve a Roma, presso l'editore Bartolomeo Bonfandino la Nautica mediterranea.
Nella dedica al cardinale Pietro Aldobrandini, con il quale il C. era entrato in stretta collaborazione dopo la morte del Pucci, l'autore spiega i motivi del ritardo della pubblicazione della Nautica e del Portolano, compreso nella prima (l'imprimatur per ambedue le opere è del 1599), affermando che "...il presente racconto la Nautica mediterranea, da me fabbricata e già sei anni sono data alla stampa, non prima di adesso finita per essere in tutto questo tempo da Nostro Signore e da Vostra Signoria Ill.ma in diversi viaggi e affari impiegato, sì come anchora mi trovo".
Gli ultimi anni del sec. XVI videro il C. costantemente impegnato in incarichi e missioni affidatigli dal papa e dal cardinale Aldobrandini: nel luglio 1596 dovette restaurare il porto di Civitavecchia e l'anno seguente, a conclusione del lavoro, gli vennero pagati 300 scudi (27 luglio 1597). Nel 1598 compì il suo primo viaggio a Ferrara, da poco devoluta alla S. Sede, al seguito del cardinale Aldobrandini. Là fu a varie riprese impegnato nello studio per la sistemazione del corso del Po. Nel 1599, insieme agli architetti Rossi e Fontana, inviò da Ferrara a Roma al cardinale suo protettore un Discorso et giudizio sopra il taglio et diversione del Po che designano di fare i SS.ri Venetiani con rilatione alla pianta et i numeri annotati in margine: la pianta cui si allude, disegnata probabilmente dal C., non è conservata. Nell'autunno del 1600 andò in Francia con la flotta, formata da navi del papa, del granduca di Toscana e dei Cavalieri di Malta, che scortava Maria de' Medici. Il soggiorno in Francia, sul quale non ci sono testimonianze, dovette essere però breve se già nel novembre 1600 il C. si trovava a Ferrara per sovrintendere ai lavori idraulici nella zona delle Papozze e per appianare, col suo parere di esperto, le divergenze sorte fra gli idraulici ferraresi, bolognesi e ravennati circa il drenaggio delle acque. Non si sa quando il C. abbia lasciato Ferrara per far ritorno a Roma: nell'agosto 1605 mons. Alessandro Centurione, presidente di Romagna ed incaricato da Paolo V di provvedere alla sistemazione delle acque del Po, "lo trasse seco da Roma" per valersi dell'esperienza e della capacità già mostrate dal C. nel progettare soluzioni per risolvere il problema che affliggeva la zona, con grave pregiudizio per le colture cerealicole.
Oltre questa data mancano notizie sicure sull'attività del C.: in una relazione di G. B. Aleotti al cardinale Spinola dell'11 giugno 1607 si ricorda che il C. fu inviato a Ferrara per esporre il proprio parere su problemi idraulici, insieme con l'architetto Fontana e col gesuita padre Rossi: probabilmente, però, ci si riferiva ad un viaggio già fatto dal C. qualche anno prima. Non è escluso che l'amore per la ricerca e per l'avventura abbiano indotto il C. ad intraprendere di nuovo qualche viaggio per continuare le osservazioni geografiche: più volte egli aveva espresso il desiderio di avventurarsi in navigazioni oceaniche per "... andare al capo di Buona Speranza per emendare lo errore delle carte della India et trovare il gregheggiare delle bussole" (Nautica, p. 239). Sembra tuttavia difficile accettare una tale ipotesi: il C. non era più giovane e doveva anche esser provato dai lunghi soggiorni in mare, naufrago più volte e scampato a tragiche situazioni, cui egli stesso allude nella sua opera, senza tuttavia fornire elementi precisi (Nautica, p. 184); inoltre, la posizione raggiunta alla corte pontificia, grazie alla protezione ed al favore accordatigli dal cardinale Aldobrandini, difficilmente gli avrebbe permesso di sottrarsi ai numerosi impegni cui era stato chiamato.
Non si conosce la data della morte.
Oltre alle opere edite sopra ricordate, il C. scrisse, forse fra il 1588 ed il 1589, un Discorso nel quale si insegnano i termini et regole della descrittione del mondo, dedicato a Orazio Lercari, luogotenente dell'armata navale di Sisto V fino al 1590. Il C. attese inoltre ad altri lavori che non furono mai editi; per esempio, nella Nautica (p. 358) egli accenna ad un elementare trattato di navigazione scritto per scopi didattici: intento del C. era infatti di provare che anche semplici marinai, ignari di nozioni di astronomia e geografia, se ben guidati, potevano apprendere gli elementi teorici della corretta navigazione. A tale scopo il C. volle condurre personalmente un esperimento didattico, insegnando per due mesi ad un certo Giovanni Pino di Ancona, giovane timoniere delle galee pontificie, come arrivare a seguire, mediante la conoscenza di principi geografici elementari, le rotte marine emendate da errori che il C. stesso era arrivato a tracciare. Nella Bibl. Apost. Vaticana si conservano diversi "pareri" espressi dal C. in merito al problema del taglio del Po: Barb. lat. 4351, f 48r: Discorso e giudizio sopra il taglio del Po, firmato dal C., G. Rossi-G. Fontana; Barb. Lat. 5853, f. 267r: Dell'architetto Crescentio almed. Card. Aldobrandino con altre scritture in materia del taglio del Po e di provvedere alle acque di Ferrara, Bologna e Romagna; Barb. Lat. 5808, contiene tre relazioni scritte dal C. da Ferrara nel 1601 circa i lavori idraulici sul Po; nel Fondo Borghese, III, 61 B C IV 289, sono raccolti i rilievi topografici fatti dal C. nella zona delle Papozze.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Roma, Chirografi, II, reg. 154, ins. 160; Bibl. Apost. Vaticana, Vat. Chigiano H.III.67. ff. 1r-96v: Visita di Ms. Centurione delle acque di Romagna; Vat. Chigiano J. I, 15: Relazione... (di G. B. Aleotti al card. Spinola); V. Borghesi, Un inedito di B. C. (1588-89), in Cosmografi e cartografi nell'età moderna, Miscellanea storica ligure, XII (1980), I, pp. 23-120; P. Mandosio, Bibliotheca romana, I, Roma 1682, p. 286; A. Frizzi, Mem. per la st. di Ferrara, Ferrara 1809, p. 49; C. Padiglione, Di un libro di B. C. detto B. Romano, Napoli 1874; I. Ciampi, Viaggiatori romani men noti, in Nuova Antologia, agosto 1874, pp. 880-886; A. Bertolotti, Artisti lombardi a Roma nei secoli XV, XVI e XVII. Studi e ricerche negli archivi romani, I, Milano 1881, pp. 97 s.; P. Amat di S. Filippo, Biografia dei viaggiatori italiani, Roma 1882, p. 362; A. Guglielmotti, Storia della marina pontificia, VII, La Squadra permanente (1573-1644), Roma 1892, pp. 89 s.; A. Jal, Glossaire nautique, Paris 1898, s. v. Nautica; L. von Pastor, Storia dei papi, IX, Roma 1929, p. 261 n. 2; O. Baldacci, Le carte nautiche e il Portolano di B. C., in Rend. dell'Acc. naz. dei Lincei, classe di scienze morali, stor. e filos., CCCXLVI (1949), 4, pp. 601-635; Id., Ulteriori contributi alla biografia di B. C. durante la sua permanenza nel Polesine, in Atti del XVI Congresso geografico italiano (Padova-Venezia, 20-25 aprile 1954), Faenza 1955, pp. 759 s.; Enciclopedia Italiana, XI, s. v.